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Sanremo 2021, canzoni: giudizi e riflessioni dopo il preascolto

Sanremo 2021 canzoni: Blogo ha ascoltato in anteprima i 26 brani in gara al Festival nella categoria Campioni. Ecco cosa ti devi aspettare.

di mrodo
pubblicato 10 Febbraio 2021 aggiornato 7 Marzo 2021 02:56

Mercoledì 10 febbraio si è tenuto a Milano, presso lo Studio M2 di via Mecenate e a Roma, presso la Sala A di Via Asiago, l’appuntamento stampa dedicato all’ascolto dei brani in gara al Festival di Sanremo 2021.

Di seguito potete leggere i giudizi su tutte le canzoni.

Aiello – Ora: una storia d’amore passata finita male influenza quella nuova e ci mostra per come non siamo. Canta: “Ora, ora, ora, te la ricordi ancora“. Musicalmente è un mix di generi. Crescendo, con tanto di urlo, fino all’esplosione finale. Giudizio: outsider.

Annalisa – Dieci: la cantante esprime il proprio amore per qualcuno/qualcosa che ha vissuto appieno. Canzone autobiografica. Ballad. Canta: “E sta piovendo e sono fuori da me“. Giudizio: Annalisa x 10.

Arisa – Potevi fare di più: il racconto della ricerca di liberarsi da una relazione tossica, in cui il partner non ti considera. Canta: “A che serve una rosa quando è piena di spine“. Sonorità fine anni Novanta. A metà breve esplosione di archi. Giudizio: ritorno al passato per puntare alla vittoria (con la complicità del testo di Gigi D’Alessio). Scordatevi “Mi sento bene“.

Bugo – E invece sì: nella vita non bisogna porsi limiti, perché i sogni si possono realizzare ad ogni età. Nella vita tutto è possibile. Canta: “Voglio immaginarmi che un dittatore si innamora, vomita e poi si commuove“. Sonorità classiche della musica leggera italiana, con la chitarra e batteria che accompagnano la voce. Esplosione di musica nel ritornello. Giudizio: camaleontico. Dov’è Bugo?

Colapesce e Dimartino – Canzone leggerissima: la musica leggera come via salvifica in mezzo ai piccoli e grandi problemi della vita. Cantano: “Metti un po’ di musica leggera nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero“. Sonorità pop, a tratti retrò (anni 80), molto ritmata, con chitarra in apertura e fischiettio. Giudizio: alternativo al Festival.

Coma_cose – Fiamme negli occhi: la storia di due persone che affrontano la vita insieme. Cantano: “Resta qui e bruciami piano come il basilico al sole sopra un balcone italiano“. Sonorità vintage si fonde all’elettronica. Racconto in musica. Finale “bruciante”. Giudizio: nuovo per Sanremo non per fan.

Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: canzone d’amore. Canta: “Con le mani nel fango per cercare il destino, tu diventi più bello ad ogni tuo respiro“. Voce per lo più accompagnata da pianoforte. Gli altri strumenti entrano nel corso del brano per supportare una voce potente ed espressiva. Giudizio: i suoi fan apprezzeranno, il pubblico potrebbe premiarlo.

Extraliscio e Davide Toffolo – Bianca luce nera: dopo Viceversa di Gabbani, un’altra canzone che parla di contrari e di opposti che si alternano nella vita di tutti e dell’importanza di camminare insieme. Cantano: “Senza di te io morirei, perché ho paura di camminare“. Musica battente si fonde con il liscio. C’è la fisarmonica (in alcuni momenti anche predominante), ma anche la chitarra distorta. Giudizio: liscio a Sanremo.

Fasma – Parlami: testo che ha più chiavi di lettura. L’altro dà un senso alla tua vita. Canta: “Parlami parlami, dai ti prego tu guardami, perché dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini“. Musicalmente si apre con voce e pianoforte. Autotune per creare altra sonorità. A metà diventa rock con chitarra elettrica e batteria all’ennesima potenza. Giudizio: sorprendente.

Fedez e Francesca Michielin – Chiamami per nome: canzone sui rapporti umani e sulle relazioni. La presenza dell’altro è ciò che basta per vivere. Cantano: “Chiamami per nome, perché in fondo qui sull’erba siamo in mille. Senti tutto sulla pelle, ma vedo solo te baby“. Breve intro musicale, poi alternanza Michielin – Fedez. Ritornello insieme. Musica morbida e avvolgente, con sonorità più fresche nelle parti di Fedez (si sente l’influenza di Mahmood) e autotune. Giudizio: canzone funzionale per puntare alla vittoria, ma spesso chi entra Papa a volte esce cardinale.

Francesco Renga – Quando trovo te: nei momenti di disperazione le piccole cose possono salvarci la vita. Un prezioso ricordo può farci vedere la realtà in modo differente. Canta: “Come sempre mi dimentico, dimentico di te, sempre mi dimentico, ma poi ti ritrovo, sempre se mi guardo“. La parola “sempre” ripetuta all’ennesima potenza. Giudizio: voce al servizio della musica e viceversa, ma manca il guizzo.

Fulminacci – Santa Marinella: storia d’amore. Canta: “Voglio solamente diventare deficiente e farmi male, citofonare e poi scappare“. Inizialmente chitarra da falò, poi la musica, con tanto di archi, accompagna una favola moderna. Breve momento “accendino al concerto” alla fine con “na na na”. Giudizio: storia d’amore 2.0.

Gaia – Cuore amaro: canzone della rivalsa, che invita a non mollare mai. Canta: “Io non vedo il denaro, ma il mio cuore amaro. Ora ci vedo chiaro“. Musiche latineggianti moderne con chitarra classica, mandolino (?), nacchere, sonagli, tamburi. Giudizio: tormentone da Sanremo latino.

Ghemon – Momento perfetto: al centro del testo la rivincita personale. Canta: “Dicono sempre che è il turno degli altri, ma non mi sento secondo a nessuno, sono convinto che questa sia l’ora mia“. Sonorità che mescola rap, soul, gospel e swing. Giudizio: mix in musica ben pensata.

Gio Evan – Arnica: una canzone, quasi una poesia, che allevia il dolore. Canta: “E volo con la testa tra le nuvole, ma vedessi il cuore quanto va più in alto“. Incalzante. Musica crescente. Giudizio: poesia in musica.

Irama – La genesi del tuo colore: inno alla vita. Canta: “Mai smetterai, canterai, perderai la voce, andrai, piangerai, ballerai. Scoppierà il colore, scorderai il dolore“. A livello musicale c’è di tutto, dalla chitarra classica ai violini, dall’elettronica per la distorsione vocale ai rullanti che invadono il ritornello. Giudizio: Scoppia il colore, scoppia la musica.

La rappresentante di lista – Amare: ricerca di rinascita, libertà e amore. Canta: “Ho su di me un desiderio profondo, ho dentro di me tutti i sogni del mondo“. Ritornello energico con rimembranze “pausiniane” (Canto) modernizzate. Giudizio: potentemente già sentita.

Lo stato sociale – Combat pop: abbiamo bisogno di abbattere le regole. Cantano: “Questo è combat pop, mica rock’n’roll. Nella vita si può anche dire di no, alle canzoni d’amore, alle lezioni di stile, alle hit del mese, alle buone maniere”. Sonorità pop rock in certi punti punk, per un genere musicale tutto loro. Verso dell’anno: “Ormai solo Amadeus ha un profilo di coppia”. Giudizio: abbastanza gigiona, volutamente non sanremese.

Madame – Voce: in mezzo al caos e al rumore bisogna trovare la propria voce, la propria identità. Inno alla voce. Canta: “Sarà la voce ad essere l’unica cosa più viva di me, voglio che viva a cent’anni da me“. Anche musicalmente la voce è centrale e gli strumenti seguono. Giudizio: giovane e moderna.

Malika Ayane – Ti piaci così: il ritrovare se stessi come modo per vivere e non esistere. Canta: “E’ ora che ti vedi, non era, non sarà, ci pensi e ti piace com’è. Lo vedi che treni, non ha senso resistere“. Ritornello che esprime tutte le capacità canore della cantante. Giudizio: indecifrabile.

Maneskin – Zitti e buoni: la redenzione passa dalla musica. Cantano: “Parla la gente purtroppo, parla non sa di che cosa parla, tu portami dove sto a galla. Che qui mi manca l’aria“. Chitarra elettrica da subito. Rock duro nel ritornello. Batteria che sfonda. Assoli di chitarra e batteria nel finale. Momenti di overbeat. Giudizio: potenza allo stato puro. Attenzione a loro.

Max Gazzè e la trifluoperazina – Il farmacista: il farmacista è colui che trova la soluzione ad ogni problema. Canta: “Io ho la soluzione (si può fare) per un tormento che attanaglia, punto debole i magagna e qualsivoglia imperfezione“. Sonorità rock con basso inizialmente tra gli strumenti protagonisti. Si apre con una citazione: “Si può fare” di Frankenstein Junior. Brano cantato dal punto di vista del fantomatico farmacista. Ritornello scanzonato, misto marcia. Prima del finale: musica, musica e musica. Giudizio: geniale come chi la canta.

Noemi – Glicine: l’amore è sofferenza, memoria. Canta: “Mi ripeto che scema a non saper fingere, dentro ti amo e fuori tremo come glicine di notte. Il pianoforte apre alla voce di Noemi inizialmente più melodiosa, poi graffiante, che nel ritornello spinge. Giudizio: poetica.

Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: da un incontro nasce una grande passione, un grande amore come il suo con Osvaldo. Canzone autobiografica. Canta: “Quando ti sei innamorato, perduto da allora, niente è cambiato“. Sonorità classica d’altri tempi. Pianoforte, violini e, in generale, tutta l’orchestra sfruttata completamente. Cenni di musica napoletana classica. La voce c’è ancora tutta. Giudizio: Festival di Sanremo del secolo scorso.

Random – Torno a te: una storia d’amore finita, non è la fine, ma l’inizio. Basta vivere tutto come se fosse il primo amore. Canzone autobiografica. Canta: “Torno ad amare almeno, forse non penso più, oggi mi sento vivo“. Apertura con pianoforte che accompagna un Random inedito (un po’ Ed Sheeran in Perfect). Il ritornello esplode senza esplodere. Giudizio: inaspettata classicità.

Willie Peyote – Mai dire mai la locura: che cos’è la cultura al giorno d’oggi? Canta: “Le Major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tiktok. Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype, non si vendono più dischi tanto c’è Spotify“. Rap battente fino al ritornello. Unico riferimento del Festival al Covid:”Riapriamo gli stadi ma non teatri né live”. Giudizio: canzone più impegnata del Festival.

Al termine degli ascolti i giornalisti hanno posto alcune domande sulle canzoni e sul Festival al direttore artistico Amadeus.. Ecco cosa ha rivelato:

  • Molti cantanti faranno show.
  • C’è molto riferimento alle sonorità del passato.
  • 5 canzoni su 26 firmate da Dardust: “Evidentemente ha una cifra musicale molto forte che molto cantanti si affidano a lui per andare a Sanremo”.
  • Stati d’animo raccontati quest’anno: “I testi di questi ragazzi sono molto poetici o diretti. Ognuno scrive l’amore per come lo vive. Evidentemente nell’amore di oggi c’è sofferenza e solitudine. Al di là del lato artistico i giovani hanno una vita da ragazzi della loro età”.
  • Al di là del protocollo, un gruppo o dei conviventi potranno stare insieme anche sul palco.
  • L’orchestra è formata da 26 strumenti ed è diretta dal maestro De Amicis.
  • Nessuna casa discografica ha spinto per le proprie canzoni. “Nella scelta delle 26 canzoni, con la musica ferma, ho pensato che dare un segnale in più con due brani in più, fosse un segno di affermazione della musica. Pensavo che due in più fosse un segno di ripresa della musica. Una scelta che ho voluto io e non le case discografiche”.
  • “Ho chiesto io ad Orietta Berti di farmi ascoltare dei pezzi”.
  • “Il tema Covid non è stato molto trattato nemmeno tra i brani scartati… Durante Sanremo ci saranno degli accenni”.
  • Canzoni con poco impegno civile, politico e sociale. “Il tema sociale può esserci, ma deve arrivare qualcosa. È facile scegliere temi o accadimenti di cronaca. Per come sono io ho scelto di uscire dalla confort zone e prendere ciò che mi emoziona. A prescindere dalla tematica, le canzoni non mi hanno emozionato come queste”.
  • “Gli Extraliscio li ho scelti perché propongono il liscio in quella maniera, con un po’ di punk. Loro sono una forza. Mirko degli Extraliscio non credeva di essere stato veramente scelto. Non esiste una canzone non adatta per Sanremo. Esistono canzoni che ti emozionano. Non mi piace il termine canzone sanremese. Perché non esiste”.
  • I duetti della terza serata sono ancora work in progress. Cantanti, canzoni e abbinamenti non sono definitivi. Usciranno settimana prossima.
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