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Perché Netflix non ha ancora trovato la propria serie italiana di punta?

Con Suburra e Baby ha cercato nuove strade, ma poi si è persa volendo raggiungere solo il pubblico giovane. Cambieranno le cose con Tinny Andreatta?

pubblicato 11 Novembre 2021 aggiornato 11 Novembre 2021 18:11

Il catalogo di Netflix, lo sappiamo, è immenso. La battuta per cui a volte si passi più tempo a decidere cosa vedere che a vedere quello che si è scelto, in fondo, non è così tanto una battuta. Sappiamo bene anche che l’azienda statunitense, non appena ha iniziato ad espandersi nel mondo, ha effettuato ingenti investimenti nella produzione di contenuti originali nei Paesi in cui il servizio era disponibile. E’ così è successo -e succede- in Italia, dove Netflix fin dal suo arrivo ha dato il via alla produzione di serie tv nostrane.

Era l’ottobre 2015, ed insieme all’annuncio del tanto atteso sbarco di Netflix in Italia ci fu subito anche quello della prima serie made in Italy, ovvero Suburra. Da allora, il tentativo da parte del colosso dello streaming di fare breccia nel cuore degli italiani con storie ambientate in Italia ha contato una decina di titoli. Parliamo, ovviamente, di quelli già usciti: numerosi altri sono stati annunciati e vedranno prossimamente la luce.

Suburra 3
© Emanuela Scarpa/Netflix

Ad oggi, però, Netflix Italia non è ancora riuscita a trovare LA serie per eccellenza, ovvero una propria Casa di Carta, un proprio Dark o un proprio Lupin che convincesse pienamente gli abbonati e diventasse un titolo di punta anche all’estero. Come mai?

Diciamo subito che costruire un proprio catalogo italiano partendo da zero non è affatto cosa facile: anche per questo Netflix si è subito affidata ad un racconto come Suburra-La serie, che aveva dalla sua la forza del film uscito poco prima ed un clima che strizza l’occhiolino a chi aveva già apprezzato Gomorra-La serie.

Le premesse sembravano buone, eppure il decollo vero e proprio non è mai avvenuto: oltre a Suburra, è vero, c’è stata Baby, anch’essa durata tre stagioni. Ma probabilmente sono queste le uniche due serie originali italiane ad essersi veramente distinte. Perché per il resto, Netflix Italia in questi anni ha preferito non creare tendenze, ma seguire: ecco che, allora, numerosi titoli successivi (da Luna Nera a Curon, passando per Summertime) sono stati pensati più che per dare spessore al catalogo, per catturare un determinato target, quello giovanile.

Il 2021 è stato, però, l’anno che ha visto Netflix Italia cercare la svolta: Zero, oltre a tentare la strada della superhero dramedy, ha proposto la prima serie con un cast quasi interamente composto da italiani di seconda generazione; Generazione 56K si è buttata nella pura commedia romantica, mentre Luna Park ha regalato alla piattaforma un costume drama dai toni morbidi ed il recente Guida Astrologica per Cuori Infranti si è spinto nel territorio delle commedie in rosa alla Bridget Jones.

Tutti tentativi nobili, a cui però continua a mancare qualcosa. Cosa? Quella formula che permette di avere una storia avvincente e davvero originale, un cast preparato ed una visione lucida del proprio mondo. Delle serie sopra citate, c’è chi ha una caratteristica piuttosto che un’altra, ma nessuna ha fatto davvero tris.

Per troppo tempo -è la nostra impressione- Netflix Italia si è accontentato, pur di inserire in catalogo degli originali nostrani, senza cercare la vera hit che facesse “esplodere l’Internet” anche fuori dai nostri confini. Le cose cambieranno? Noi lo speriamo: l’arrivo –ormai più di un anno fa- di Tinny Andretta, vicepresidente delle produzioni italiane, dovrebbe servire a scegliere storie che sappiamo trovare quella formula giusta che l’ex direttrice di Rai Fiction aveva trovato per rinvigorire la serialità della tv pubblica.

Andreatta è la persona giusta a cui affidare un compito di questo genere, ed il frutto del suo lavoro arriverà nei prossimi mesi, con serie come La vita bugiarda degli adulti, Fedeltà e -proprio per riconquistare la fiducia del pubblico più vasto- Incastrati, la prima serie di Ficarra e Picone. Prima di tutto questo, però, toccherà a Zerocalcare ed a Strappare lungo i bordi: chissà che non sia proprio da lui che partirà la rinascita di Netflix in Italia.

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