Report 2023 su Rai 3: puntata stasera 5 giugno, inchieste e come vederlo
In onda da 25 anni, Report continua a raccontare l’Italia tramite le sue inchieste
Report, ormai storico programma di inchieste di Rai 3, festeggia i venticinque anni di messa in onda compiuto nel 2023 come solo il gruppo di lavoro di questa trasmissione sa fare, ovvero proponendo al pubblico nuovi reportage sui fatti di attualità che coinvolgono diversi ambiti del nostro Paese. Se volete saperne di più, proseguite nella lettura!
Report 2023 Rai 3, puntate
Nona puntata, 5 giugno 2023
L’inchiesta “Mister B” (firmata da Luca Bergtazzoni con la collaborazione di Marzia Amico) parla di Stefano Bendecchi e della vicenda dell’università telematica Niccolò Cusano, di cui Bandecchi è fondatore e presidente del Consiglio di Amministrazione. La Guardia di Finanza ha sequestrato 20 milioni di euro all’ateneo per presunta evasione fiscale. L’università Niccolò Cusano avrebbe utilizzato i soldi provenienti dalle rette universitarie, e quindi esentasse, in attività prettamente commerciali: una di queste è la Ternana calcio. Partendo dalla ricostruzione dell’inchiesta della magistratura, il racconto si sviluppa analizzando il fenomeno delle università telematiche, una realtà sempre più consolidata in Italia, mostra il loro funzionamento e la loro nascita nel 2006, quando furono autorizzate dall’allora Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti. “Pecunia olet”, di Giulio Valesini e Cataldo Cicolella con la collaborazione di Edoardo Garibaldi e Alessia Pelagaggi (con le immagini di Paolo Palermo, Paco Sannino, Alfredo Farina e il montaggio di Michele Ventrone), ricorda come anche l’Italia, nel 2016, sotto il governo Renzi, abbia lanciato il suo programma di visti in cambio di investimenti. Un modo per attirare i paperoni del mondo e i loro capitali nel nostro Paese offrendogli due anni di permesso di soggiorno rinnovabili e un regime fiscale vantaggioso. Nel 2020 poi il governo Conte II ha abbassato la soglia di denaro da investire sulle nostre aziende, fino a un minimo di 250 mila euro, e allora il programma è diventato fra i più gettonati al mondo. Il servizio racconterà un caso che desta alcuni dubbi. Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi propone, invece, “Insicurezza sul lavoro”: all’interno degli stabilimenti Inalca del gruppo Cremonini, l’Inail ha riconosciuto a 35 lavoratori malattie professionali dovute alla modalità di lavorazione del disosso della carne. Ma secondo le testimonianze di lavoratori e alcuni sindacati la situazione sarebbe ancora più grave. Anche l’Ats di Milano è intervenuta con prescrizioni che prevedono più pause e ritmi meno elevati. I sindacati Cgil e Usb denunciano un rapporto difficile con l’azienda in ambito sicurezza e le prescrizioni dell’Ats non basterebbero a evitare malattie muscolo-scheletriche ai lavoratori. Report ha intervistato un medico del lavoro dell’Ats oggi in pensione, che aveva effettuato un controllo all’interno dell’azienda del gruppo Cremonini per verificare il nesso con il lavoro svolto e 6 casi di malattie e lesioni agli arti. Racconta il suo stupore sia sulla metodologia del lavoro che nel rilevare che all’interno c’erano stati altri 60 casi di patologie simili. Si chiude con “Non è una regione per disabili”, di Chiara De Luca con la collaborazione di Lidia Galeazzo, che racconta quali sono le problematiche affrontate dai disabili in Liguria: dalle liste di attesa per le cure dei bambini con spettro autistico e disturbi del neuro sviluppo, all’erogazione della 104, all’iscrizione scolastica, fino ai parcheggi su corso Italia, a Genova. Secondo la Corte dei conti la Liguria è il fanalino di coda tra le regioni del Nord Italia con riferimento all’utilizzo dei fondi per le strutture semi-residenziali per persone disabili. Una mancanza di visione e di programmazione economica che alla fine lascia indietro i più deboli.
Ottava puntata, 29 maggio 2023
Si apre con “I consulenti” di Luca Chianca e la collaborazione di Alessia Marzi, Carlo Tecce e Andrea Tornago. La guerra in Ucraina è ancora in corso e già si parla di ricostruzione. Dall’inizio del conflitto l’Unione Europea, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie europee hanno messo a disposizione dell’Ucraina cinquanta miliardi di euro. Anche se in ritardo rispetto a Francia e Germania, il governo Meloni ha organizzato la sua conferenza bilaterale a Roma, dove membri del governo ucraino hanno partecipato a una giornata di incontri con i nostri ministri per la ricostruzione dell’Ucraina. Tra i ministri presenti Adolfo Urso, nominato al nuovo dicastero del Made in Italy per sostenere le nostre imprese e il nostro sistema paese. Urso è stato a lungo viceministro con delega al commercio estero, con più di trecento missioni internazionali in almeno centodieci paesi. E oggi a dare una mano alle società che vogliono incontrare il Ministro, ci sono nuovi consulenti. In “Che porci” di Giulia Innocenzi e la collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella si parla dei circa tremilaseicento allevamenti che fanno parte del circuito DOP del Prosciutto di Parma. A verificare che venga rispettato il disciplinare c’è il CSQA, l’ente certificatore più grande d’Italia, che ha assunto l’incarico nel gennaio del 2020, dopo che lo scandalo della genetica aveva travolto l’ente controllore precedente. Il nuovo corso doveva essere segnato da controlli rigorosi e intransigenti, ma a seguito di una segnalazione di alcuni dipendenti, il ministero dell’Agricoltura scopre che il CSQA è “più orientato ad assecondare le esigenze della filiera che preoccupato del rispetto della conformità al disciplinare” e decide così di sospenderlo. Ma a dicembre dell’anno scorso il ministero ora diretto da Francesco Lollobrigida conferma nuovamente l’incarico al CSQA per i controlli al Prosciutto di Parma per i prossimi tre anni. Report mostra documenti e audio esclusivi che gettano un’ombra sull’imparzialità dell’ente. “Tutti contro Yuka” di Lucina Paternesi e Giulia Sabella si occupa di etichettatura dei prodotti alimentari. Non solo Nutri-score e NutrInform Battery, la battaglia delle etichette diventa sempre più hi-tech. Per invogliare i cittadini a prendere confidenza con la proposta di etichetta fronte-pacco di stampo italiano, il Ministero dello Sviluppo economico ha lanciato lo scorso luglio un’applicazione per smartphone con cui scansionare i codici a barre dei prodotti. In Francia, invece, sulla base dell’etichetta a semaforo qualche anno fa è nata Yuka, l’app che assegna un punteggio agli alimenti segnalando anche gli additivi pericolosi, in base al principio di precauzione. Oggi più di trentacinque milioni di utenti l’hanno scaricata in tutto il mondo. I giudizi più severi sono riservati proprio agli alimenti ultra-processati e agli insaccati, proprio per l’eccessivo utilizzo di additivi e sale da parte dell’industria. La reazione non si è fatta attendere e la Federazione francese degli industriali della salumeria ha trascinato la start up in tribunale.
Settima puntata, 22 maggio 2023
La prima inchiesta è “La pupiata”, di Paolo Mondani con la collaborazione di Marco Bova e Roberto Persia. Sono passati oltre trent’anni e ancora si cerca la verità sui fatti di mafia e sulle stragi che hanno insanguinato il nostro paese. Con l’esperienza di quella stagione, oggi, l’arresto di Matteo Messina Denaro pone interrogativi sulla sua cattura e la sua latitanza. Trent’anni sono passati dalla strage di Firenze in via dei Georgofili. La mafia in quegli anni metteva bombe qua e là per il Paese, ma non era sola nella pianificazione della strategia stragista. Grazie al recentissimo lavoro della Commissione parlamentare antimafia si aggiungono pezzi di verità sui mandanti e sugli esecutori. Emanuele Bellano con Greta Orsi, invece, racconta “La selezione”: ogni anno il Festival di Sanremo consente a otto giovani cantanti di accedere al palco dell’Ariston. La selezione degli otto talenti avviene attraverso due strade: una organizzata direttamente dalla commissione Rai, l’altra attraverso un concorso chiamato Area Sanremo organizzato dal comune di Sanremo. Come rivela uno dei giudici che hanno fatto parte più volte della commissione giudicatrice di Area Sanremo, le pressioni sui giudici e sull’organizzazione sono molto forti e sarebbero finite anche in tentativi di corruzione. Nel 2014 di fronte all’esclusione dalla fase finale, due concorrenti di Area Sanremo fanno accesso agli atti e scoprono che la loro esclusione è anomala e che ci sarebbero state circostanze oscure nella selezione dei finalisti. Si chiude con “Tutti contro Yuka” di Lucina Paternesi e Giulia Sabella. Non solo Nutri-score e NutrInform Battery: la battaglia delle etichette diventa sempre più hi-tech. Per invogliare i cittadini a prendere confidenza con la proposta di etichetta fronte-pacco di stampo italiana, il Ministero dello Sviluppo economico ha lanciato lo scorso luglio un’applicazione per smartphone con cui scansionare i codici a barre dei prodotti, ma funziona? In Francia, invece, sulla base dell’etichetta a semaforo qualche anno fa è nata Yuka, l’app che assegna un punteggio agli alimenti segnalando anche gli additivi pericolosi in base al principio di precauzione. Oggi più di 35 milioni di utenti l’hanno scaricata in tutto il mondo perché nei suoi database sono schedati oltre 4 milioni di codici a barre: alimenti ma anche cosmetici. I giudizi più severi sono riservati proprio agli alimenti ultra-processati e agli insaccati: prosciutti, salami e carni trasformate sono sempre giudicati negativamente dall’app, proprio per l’eccessivo utilizzo di additivi e sale da parte dell’industria. La reazione non si è fatta attendere e la Federazione francese degli industriali della salumeria ha trascinato la start up in tribunale. Come finirà la guerra delle etichette?
Sesta puntata, 15 maggio 2023
Si inizia con “La busta non paga”, un reportage di Bernardo Iovene, in collaborazione con Lidia Galeazzo e Greta Orsi. Le maggiori aziende della logistica utilizzano lavoratori dipendenti da cooperative e società esterne, il costo del lavoro per loro si riduce, addirittura per Brt vale solo l’8 per cento del fatturato. Le aziende esterne talvolta chiudono dopo due anni e riaprono con un altro nome a danno del lavoratore, che spesso viene pagato poco e perde i diritti dovuti. La procura di Milano attraverso la Gdf ha recuperato 170 milioni di euro di oneri non pagati da Brt, Geodis e Dhl, che utilizzavano questo schema impiegando manodopera a basso costo. Ma anche in vari settori della Pubblica amministrazione si aggirano contratti nazionali e livelli di retribuzione e contributi: dai custodi dei musei ai vecchi lavoratori socialmente utili che avrebbero dovuto essere assunti stabilmente; fino ai magistrati onorari, la cui mancata regolarizzazione rischia di far saltare i soldi del Pnrr previsti per il ministero della Giustizia. Infine, l’esempio degli istruttori sportivi: sono decenni che svolgono l’attività professionale presso impianti sportivi pagati come dilettanti senza diritti di ferie, malattie, maternità e contributi. A seguire, “La battaglia delle etichette” un ‘inchiesta di Lucina Paternesi e Giulia Sabella. Con il 59% della popolazione in sovrappeso e il 23% affetto da obesità, dal 2020 l’Unione Europea ha intrapreso la strategia “Farm to Fork”, alimenti più sostenibili e abitudini più sane a tavola anche grazie a un’etichettatura comune in tutti i paesi membri. Tra le proposte più quotate c’era il Nutriscore, il sistema di etichettatura fronte pacco di origine francese che funziona come un semaforo: cinque lettere dalla A alla E, e cinque colori, dal verde scuro all’arancione intenso, per aiutare i consumatori a fare acquisti consapevoli e limitare il consumo di quegli alimenti che potrebbero avere un impatto negativo sulla salute umana. Il voto definitivo, però, è slittato anche grazie alle proteste dell’Italia, da sempre contraria all’etichetta a semaforo, perché ritenuta “discriminatoria” nei confronti dei prodotti tipici italiani. Sotto la bandiera della difesa del Made in Italy si sono coalizzate associazioni di categoria, lobby e politici di tutti i colori. Nasce così la proposta italiana, il NutrInform Battery, un’etichetta che non valuta gli alimenti con un colore, ma spiega la composizione nutrizionale attraverso 17 diversi numeri e percentuali e, soprattutto, fa contenti i produttori. Ma quali studi scientifici hanno validato la proposta italiana e chi li ha fatti? Tra conflitti d’interesse e timori corporativi l’Italia rischia di perdere uno strumento utile di salute pubblica in nome della tutela degli interessi delle lobby? Infine “A ruota libera” di Antonella Cignarale con la collaborazione Marzia Amico. Se il sistema di smaltimento degli pneumatici non funziona a regola chi paga? Per ogni pneumatico immesso sul mercato va pagata la quota del contributo ambientale per lo smaltimento. Produttori e importatori sono responsabili del servizio di raccolta e smaltimento e il costo del servizio è a carico del consumatore finale. I dati dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e Pfu in Italia, però, registrano 12 milioni di euro di contributo ambientale evasi. Le soluzioni potrebbero essere a portata di legge: strumenti per garantire un’efficace tracciabilità delle gomme, incentivi all’uso di materiale prodotto con gomma riciclata, eppure non ci sono sanzioni neanche per i rivenditori di pneumatici che non applicano ed evadono, al momento della vendita, la quota del contributo ambientale.
Quinta puntata, 8 maggio 2023
Uno dei reportage proposti si occupa dell’arresto di Matteo Messina Denaro dopo trent’anni di latitanza. Ora sappiamo che ha trascorso gli ultimi anni a Campobello di Mazara, che ha un tumore, che è stato operato già due volte e che ad aiutarlo nella gestione della latitanza sono stati i parenti più stretti dell’ex capofamiglia di Campobello, Leonardo Bonafede, deceduto nel 2020 all’età di 88 anni. Oggi sono agli arresti la figlia dello storico boss e tre dei suoi nipoti. Ma cosa facevano prima i cugini Bonafede? Davvero non era possibile immaginare un loro eventuale coinvolgimento nella gestione della latitanza di Matteo Messina Denaro? In una girandola di incredibili paradossi Report tocca con mano la commistione, gli intrecci insospettabili, le relazioni inconsapevoli tra favoreggiatori, istituzioni e società civile. Il programma torna anche a occuparsi di uno degli autori della strage di Bologna, Luigi Ciavardini, e delle sue attività nel settore carcerario. Dopo aver ottenuto la semilibertà nel 2010 ha riallacciato i rapporti con figure criminali legate al mondo dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), protagonisti negli ultimi anni della scena mafiosa romana. L’estrema destra sembra da tempo molto interessata al mondo dei penitenziari italiani. Di recente diversi esponenti di organizzazioni neofasciste hanno aderito a Nessuno Tocchi Caino, una delle principali e più autorevoli associazioni che si occupa di carceri in Italia. Fondata negli anni Novanta sotto l’egida di Marco Pannella e del Partito Radicale negli ultimi anni sembra essersi focalizzata sulla lotta contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, con una presenza massiccia di detenuti ed ex detenuti condannati per mafia nei suoi organismi dirigenti. E ancora le telecamere di Report sono state puntate sull’Europa che ha bocciato gli investimenti all’interno del Pnrr per quanto riguarda gli stadi di Firenze e Venezia, e il governo Meloni è stato costretto a escludere i due progetti. Ma come c’è finito uno stadio di Serie A nel Pnrr? Un caso internazionale che ha visto scendere in campo anche Matteo Renzi, che sostiene la ristrutturazione privata pagata dalla Fiorentina. Quale partita sta giocando il senatore di Italia Viva? Report ha scoperto altri progetti controversi, ancora inediti, che riguardano il mondo dello sport e sono entrati nel Pnrr: diverse Federazioni sportive hanno indirizzato i finanziamenti proprio verso la città d’origine dei loro presidenti. Mentre altri 4 milioni di euro serviranno per realizzare un grande campo da golf in Toscana, che sta a cuore a un noto politico.
Quarta puntata, 24 aprile 2023
Si comincia con “Una rete elettrica per l’Europa” di Michele Buono, con la collaborazione Edoardo Garibaldi e Filippo Proietti. Se ci fosse una super rete elettrica europea, l’energia sarebbe conveniente, sicura e i suoi approvvigionamenti sarebbero stabili. Il dibattito si sviluppa, però, su uno solo degli ingredienti della decarbonizzazione: l’installazione di nuova capacità energetica da fonti rinnovabili. Se le rinnovabili sono energie non programmabili, mettendo insieme il vento dei paesi del nord e il sole dei paesi del sud, si potrebbe compensare questo effetto, rendendo il Vecchio continente un’unica grande centrale elettrica da fonti rinnovabili. Per far questo è necessario migliorare le infrastrutture su cui viaggia l’energia per non perdere quella prodotta in eccesso in alcuni momenti dell’anno. Le tecnologie ci sono e le materie prime non potranno essere sottratte da nessun dittatore, ci vuole solo la volontà politica. L’Europa ha conosciuto la pace, dopo la creazione della Comunità del carbone e dell’acciaio. Potrebbe conoscere nuovamente un periodo di grande prosperità. La seconda inchiesta ha per titolo “Andate in pace”, di Danilo Procaccianti con la collaborazione di Goffredo De Pascale e Andrea Tornago. Una parrocchia cinquecentesca, in pieno centro storico, da anni è occupata abusivamente da una famiglia, una parte della quale ha scontato lì anche gli arresti domiciliari. Poi, il borbonico Cimitero monumentale delle 366 fosse, che è stato modificato, seppur vincolato dalla Soprintendenza. Prosegue, così, l’inchiesta sulla gestione dei beni della Curia di Napoli, tra assenza di controlli, singolari attività imprenditoriali e cospicui lasciti, gestiti senza tenere conto delle volontà testamentarie, come è accaduto per il maestoso complesso immobiliare che domina la collina di Posillipo, lasciato alla Curia purché destinato a scopi di beneficenza, istruzione ed educazione, ma messo in vendita con il nulla osta dell’Arcivescovo Emerito di Napoli Crescenzio Sepe. SI chiude con “Segnali divini” di Chiara De Luca e la collaborazione di Marzia Amico. L’Italia è nota come il paese dei mille campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni Duemila sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni. Questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto. Come si sono comportate le diocesi italiane?
Terza puntata, 17 aprile 2023
Si intitola “C’era una volta Calciopoli” l’inchiesta di apertura della puntata. Firmata da Daniele Autieri, con la collaborazione Federico Marconi, parte da una domanda: cosa c’è dentro la pennetta Usb che Luciano Moggi ha consegnato nelle mani di Andrea Agnelli durante l’Assemblea degli azionisti della Juventus del gennaio scorso? Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli. Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio. Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione. Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo del 2006, Marcello Lippi. La seconda inchiesta, dal titolo “L’ereditiera svizzera”, di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi, con la collaborazione Madi Ferrucci, parte invece da Torino, dov’è in corso il processo che potrebbe cambiare le sorti di una delle famiglie più importanti del capitalismo europeo: gli Agnelli. La contesa è sul testamento della principessa Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato Gianni Agnelli. Davanti ai giudici sono contrapposti la figlia di Gianni e Marella, Margherita, contro i figli Ginevra, Lapo e John Elkann. Margherita Agnelli sostiene che i testamenti svizzeri siano falsi e che il patto successorio da lei firmato a Ginevra nel 2004, con cui accettava 1,2 miliardi di euro di patrimonio paterno rinunciando all’eredità della madre, sia da invalidare. Il motivo: la residenza in Svizzera della madre era fittizia. Non è solo una questione di soldi. In ballo ci sono le quote della Dicembre, la holding della Famiglia Agnelli, che controlla Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh, la Juventus, i quotidiani Repubblica e La Stampa: un patrimonio di 25,5 miliardi di euro e i destini di migliaia di lavoratori. Quella davanti ai giudici di Torino non è però solo una vicenda privata: nelle casse dello Stato potrebbero rientrare decine di milioni di euro di imposte non pagate. Attraverso interviste esclusive e documenti inediti, Report è in grado di ricostruire la storia del patrimonio, della residenza e del testamento svizzero della principessa Caracciolo. In chiusura, “Segnale Divino”, di Chiara De Luca, con la dollaborazione di Marzia Amico. L’Italia è nota come il paese dei 1000 campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto. Come si sono comportate le diocesi italiane?
Seconda puntata, 10 aprile 2023
Si parte con l’inchiesta “Ritorno a Bergamo” di Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini, con la collaborazione di Alessia Pelagaggi. Ad aprile di tre anni fa eravamo in pieno lockdown. Un ricordo drammatico, che però porta con sé una domanda: è stata una catastrofe imprevedibile oppure abbiamo agevolato il Covid-19 nella sua avanzata? La stessa domanda ha portato la procura di Bergamo a indagare sui primi mesi di gestione pandemica. Dalle carte dell’inchiesta emerge una classe dirigente della nostra sanità disattenta, che in qualche caso dubita che il Covid-19 sia poi così pericoloso, che non maneggia l’inglese e quando arrivano documenti-guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità se li fa tradurre da un’agenzia, perdendo giorni preziosi. Altri giorni preziosi furono persi senza chiudere la Val Seriana che poi diventò la Wuhan d’Italia, perché imprenditori e politici pressavano per tenere aperto. Report racconta retroscena inediti ed esclusivi, da cui capiamo come molte vite si sarebbero potute salvare. Si prosegue con “La manzetta” di Walter Molino e la collaborazione di Federico Marconi. Il nuovo codice degli appalti introdotto dal governo semplifica le procedure e liberalizza il ricorso agli affidamenti diretti. Secondo l’autorità anticorruzione il 98% degli appalti pubblici sarà sottratto alla concorrenza. Ma quanto ci costerà in termini di trasparenza? L’inchiesta sull’ospedale per le maxi-emergenze di Bari, realizzato nei padiglioni della Fiera del Levante in piena pandemia, è un esempio concreto di come funzionerà la gestione degli appalti pubblici con il nuovo codice. Con documenti inediti e testimonianze esclusive Report ricostruisce l’inchiesta che fa tremare i palazzi del potere pugliese. Infine, l’approfondimento “L’occhio di riguardo” di Daniele Autieri e la collaborazione di Federico Marconi. L’Ospedale Oftalmico di Roma è il più antico e importante nosocomio italiano interamente specializzato nella cura dell’occhio. Un’istituzione con quasi un secolo di storia che cura migliaia di pazienti ogni anno, persone che accedono all’ospedale attraverso il pronto soccorso, negli ambulatori o seguendo la strada delle liste d’attesa per poi essere operate. Una grande struttura con enormi inefficienze: solo nei primi mesi del 2022 oltre mille persone hanno abbandonato il pronto soccorso, mentre le sale operatorie sono state utilizzate per 1.951 ore su 1.080 disponibili. Ma oltre le inefficienze e la burocrazia, Report svela una profonda manipolazione delle liste d’attesa e un sistema di vasi comunicanti tra l’attività pubblica e quella privata, dove diversi medici indirizzano i pazienti dell’ospedale nei loro studi privati e allo stesso tempo favoriscono l’ingresso in ospedale dei pazienti che passano per gli studi, permettendogli di superare il tappo delle liste d’attesa. Un sistema così diffuso che –come rivela un’analisi interna che Report ha potuto leggere in esclusiva– almeno il 20% delle chiamate per i ricoveri viene condotto non dai telefoni dell’ospedale, ma da numeri esterni. Dati allarmanti che hanno portato la procura di Roma ad aprire un’indagine proprio sulla gestione delle liste d’attesa del nosocomio.
Prima puntata, 3 aprile 2023
Il nuovo ciclo di puntate parte con due inchieste. La prima, dal titolo “Ombre nere”, firmata da Giorgio Mottola con la consulenza di Andrea Palladino e la collaborazione di Norma Ferrara, riguarda Alfredo Cospito, detenuto da 11 mesi al 41 bis. Report ricostruisce le varie fasi della battaglia dell’anarchico in sciopero della fame da oltre 160 giorni e di cui sperano di potersi avvantaggiare i boss della mafia in galera. Si mostrano una serie di video inediti, a partire da quello dell’attentato alla Caserma di Fossano che ha determinato la condanna all’ergastolo di Cospito, quindi quello di Giuseppe Graviano che racconta come ha concepito il figlio in carcere mentre era sottoposto al regime del 41 bis, infine un video in cui Riina gioca a carte e irride il magistrato Nino Di Matteo. Report mostra, in esclusiva, i libretti universitari dei boss, e le loro carriere accademiche particolarmente generose nei voti, nonché una anomala concentrazione di oltre cento mafiosi difesi dallo stesso avvocato. Nonostante tutti i problemi e gli intoppi, tuttavia, il 41 bis è stato lo strumento più importante ed efficace nella lotta contro le mafie. Oggi, però, è sotto attacco. Dopo la sentenza della Corte Europea di Strasburgo e la conseguente riforma dell’ergastolo ostativo, i detenuti mafiosi che si trovano in regime di in alta sicurezza potranno uscire dal carcere senza dover collaborare con la giustizia. Per l’accesso ai benefici e alla libertà anticipata dei boss sarà determinante il ruolo di associazioni e cooperative del settore carcerario. In importanti penitenziari italiani alcune di queste realtà associative sono legate al mondo dell’estrema destra, guidate dai protagonisti delle pagine più sanguinose della storia italiana. La seconda inchiesta, “Taglia il bisturi”, di Luca Bertazzoni con la collaborazione di Goffredo De Pascale, riguarda il Payback, una legge che rischia di mettere in ginocchio le imprese che forniscono la sanità pubblica perché prevede che quando le Regioni sforano il tetto di spesa per l’acquisto dei dispositivi medici, le aziende fornitrici devono contribuire a ripianare restituendo fino al 50% del fatturato dalle forniture. Il payback sui dispositivi è una legge voluta dal Governo Renzi nel 2015. L’ex premier ha rilasciato un’intervista in cui ammette che la legge era inapplicabile. La legge in questione è stata attivata da Draghi subito dopo le dimissioni e ora più di 4000 piccole e medie imprese del settore rischiano di chiudere e, senza regole certe, hanno smesso di partecipare alle gare. Il programma è andato nelle due regioni, Toscana e Puglia, che hanno il primato di aver sforato di più nelle spese per i dispositivi medici, e sono state raccolte le anomalie sul funzionamento dei centri di spesa di cui si sono dotati.
Report 2023 Rai 3, quando va in onda?
Il programma torna in onda su Raitre a partire da lunedì 3 aprile 2023, alle 21:10, occupando così l’ormai tradizionale prima serata del lunedì della terza rete Rai, in tandem con l’altro programma di inchieste della rete, ovvero Presa Diretta.
Report 2023 Rai 3, conduttore
Dal marzo 2017 alla conduzione del programma c’è Sigfrido Ranucci, giornalista ed autore televisivo. Dopo la laurea, è approdato al Tg3, ma anche lavorato per Rai International. Approda a Report nel 2006, come co-autore, a fianco di Milena Gabanelli, storica conduttrice del programma. Nel corso della sua carriera, Ranucci ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Ilaria Alpi (per due volte).
Report 2023 Rai 3, autori
Gli autori di Report sono, oltre a Ranucci, anche Bernardo Iovene, Michele Buono, Cataldo Ciccolella, Elisa Marincola, Ilaria Proietti e Alessia Marzi.
Report 2023 Rai 3, replica
Come l’anno scorso, anche questa edizione di Report va in replica: l’appuntamento è ogni sabato, alle 17:30, sempre su Raitre.
Report 2023 su RaiPlay
Oltre che durante la messa in onda televisiva, è possibile vedere Report su RaiPlay, e sull’app per smart tv, tablet e smartphone. A questo link la pagina ufficiale del programma.