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Non facciamoci prendere dal… pubblico!

Se proprio Gianni Morandi voleva (o doveva) tornare in televisione, poteva evitare di farci crollare un mito. Come volevasi dimostrare, un cantante evergreen come lui, con una sua vetusta storia, ha pensato di snaturarsi per rendersi più interessante. Con risultati davvero infelici. Un’apertura alla Celentano, che ripropone il dualismo di culto lento/rock nella brutta versione

29 Settembre 2006 12:29

morandi pupo panic candid Se proprio Gianni Morandi voleva (o doveva) tornare in televisione, poteva evitare di farci crollare un mito. Come volevasi dimostrare, un cantante evergreen come lui, con una sua vetusta storia, ha pensato di snaturarsi per rendersi più interessante. Con risultati davvero infelici. Un’apertura alla Celentano, che ripropone il dualismo di culto lento/rock nella brutta versione ce l’ho/mi manca (non stiamo mica giocando a carte?), decisamente meno graffiante e più qualunquista. Poi arriva il momento tanto discusso della Panic Candid, una via di mezzo tra Scherzi a Parte e Le Iene ed effetti di trivialità impensabili per il prime time di una rete istituzionale. La liturgia del momento prevede che l’occhio fintamente indiscreto delle telecamere colga in fragranza di inciucio un disinibito Pupo (il cui triangolo amoroso quotidiano è già tutto un programma). All’improvviso la camera d’albergo si trasforma nella stanza di un sequestro, con effetti di scarsissima credibilità che rendono improbabile “cascare” a una tale messinscena.
Per fortuna ogni tanto si volta pagina con della buona musica. Morandi pare non avere troppa voglia di interpretare i suoi grandi successi, ma ogni tanto “li infila” per rassicurare un po’ il pubblico, tra inquietanti messe cantate con defunti del passato e performances dal sapore internazionale.
A tal proposito, la vera rivelazione della serata è proprio la soubrette mancata, Esther Ortega, che incuriosisce con la sua versatilità e atipicità artistica. Per il resto avremmo potuto fare a meno di Paul Sorvino, e con lui di una trasmissione che non si lascia prendere dal pubblico, tutta concentrata com’è nella missione (impossibile) di trasformare il c’era un ragazzo in un maschiaccio.
Certe “reputazioni” storiche, soprattutto se più che dignitose, andrebbero salvaguardate, anzichè cadere nella trappola di una trasgressione fatua e superficiale.
Per scoprire com’è andata la serata in termini di audience, cliccate su continua…
Per il suo nuovo show itinerante, Non facciamoci prendere dal panico, il direttore di rete Fabrizio Del Noce aveva auspicato “il 25% di share” (la prima di Uno di noi, nel 2002, ottenne il 27%).
E invece il programma ha ottenuto appena (stiamo parlando dell’ammiraglia Rai) il 21,68%, con una media di 4.896.000 telespettatori, mentre su Rai 2 Annozero crolla al 9,43%, 2.272.000 nonostante le polemiche e I Cesaroni confermano il successo di pubblico con 19,31%, 5.117.000 (primo episodio), 22,28%, 4.474.000 (secondo). Bene La pupa e il secchione, 17,02%, 3.167.000, che sembrerebbe aver fatto spostare il pubblico della fiction di Canale5 al momento della fatidica rissa Sgarbi-Mussolini (non a caso, dalla prossima settimana si sposta al lunedì).

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