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Giletti e la chiusura di Non è l’Arena: il silenzio di tv e colleghi è inquietante

Massimo Giletti, la chiusura di Non è l’Arena e l’assordante silenzio dei colleghi in tv. Dentro e fuori La7.

17 Aprile 2023 18:22

UPDATE ore 18.15

Poco fa Enrico Mentana si è esposto sui social a proposito del caso Giletti dando appuntamento a domenica sera quando su La7 andrà in onda uno speciale dedicato proprio a questa vicenda. Uno speciale nato su iniziativa dello stesso Mentana e condiviso dalla rete. Al momento pare molto probabile la presenza di Giletti.

Qui tutti i dettagli.

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Vi sembra normale che un programma giornalistico in salute – quale che sia – venga chiuso da un giorno all’altro senza nessuna spiegazione e… non succeda nulla? Da queste parti, onestamente, no. Eppure intorno alla sospensione (che in realtà è una chiusura) di Non è l’Arena è calato il silenzio. Politico (hanno parlato soltanto il vicepremier Matteo Salvini e il senatore del Pd Filippo Sensi), ma non solo. Ad oggi, infatti, registriamo zero dichiarazioni del direttore di La7 Andrea Salerno, zero dichiarazioni dei colleghi di rete, da Corrado Formigli a Enrico Mentana, da Diego Bianchi a Lilli Gruber, da Giovanni Floris ad Andrea Purgatori. E zero spiegazioni da parte dell’editore Urbano Cairo, le cui uniche uscite pubbliche sono servite a ribadire – venerdì – come a La7 Giletti “ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto inclusi quelli relativi alla Mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare” e – ieri – a smentire le parole dello scrittore Deaglio secondo il quale “durante un nostro incontro, avvenuto a gennaio di quest’anno, mi trovò spaventato per la trasmissione di Massimo Giletti alla quale aveva partecipato con Baiardo in studio“: “non ero per nulla spaventato, lo dimostra il fatto che Giletti è andato in onda tranquillamente per molte puntate dopo il nostro incontro, affrontando lo stesso argomento in totale libertà. Ricordo anche che lo stesso Deaglio partecipò subito dopo, ospite in studio, ad una puntata di Atlantide con Andrea Purgatori, sulla cattura di Messina Denaro“.

Anzi, a dirla tutta giovedì sera a Piazzapulita Formigli in diretta su La7 ha parlato di libertà di stampa insieme a Massimo Giannini riuscendo a non citare mai il caso del giorno, che qualcosa a che fare con la libertà di stampa ce l’ha, mentre Gruber venerdì a Otto e mezzo ha colto l’occasione per ribadire che “abbiamo un editore che ci lascia molta libertà, Cairo”.

L’isolamento di Giletti dalle parti di La7 non è una novità. A giugno 2021, intervistato da Bianca Berlinguer a Cartabianca, il giornalista si disse amareggiato per il silenzio dei colleghi:

Dopo le minacce della mafia mi sono sentito solo, amareggiato perché mi aspettavo un segnale da certi colleghi vicini, penso a Gruber, Formigli, Floris. Gli unici a farsi sentire invece sono stati Myrta Merlino ed Enrico Mentana

Non è l’Arena di Giletti chiuso: ipotesi ascolti

È l’ipotesi più debole. Non è l’Arena, in onda da sei anni, era riuscita nell’impresa di accendere lo slot della domenica sera su La7. Gli ascolti degli ultimi tempi erano assolutamente in linea con le aspettative. Proprio nelle ore in cui è stata comunicata la chiusura della trasmissione, internamente girava un documento che dava conto della media Auditel del 2023 dei quattro programmi di punta del prime time di La7: DiMartedì al primo posto con share del 6.08%, Non è l’Arena al secondo con il 6.03%, Propaganda Live al terzo con il 5.53% e Piazzapulita fanalino di coda al 5.09%. E poi quale sarebbe la logica di chiudere una trasmissione per bassi ascolti sostituendola con un film da 2.39% (è il dato di share registrato dalla pellicola andata in onda ieri sera, Un colpo perfetto)?

Non è l’Arena di Giletti chiuso: ipotesi Rai

Nelle prime ore era sembrata l’ipotesi più plausibile. Le voci che danno per certo il ritorno in Rai di Massimo Giletti avrebbero irritato Cairo? Un po’ poco per spingere un editore alla chiusura immediata di una trasmissione ormai consolidata. A maggior ragione considerando che non si trattava di rumors al primo giro; anzi da anni quasi sempre alla fine di ogni stagione si è parlato della possibilità di un trasloco sulla tv pubblica per il giornalista piemontese (che peraltro ora parrebbe sfumato, ma tutto può ancora succedere).

Non è l’Arena di Giletti chiuso: ipotesi mafia

All’inizio le voci (rese pubbliche anche da chi oggi fa la morale a Giletti per aver usufruito della consulenza di Fabrizio Corona) su perquisizioni da parte della Dia, quindi di un presunto pagamento in nero di Baiardo. Tutto smentito. Poi attraverso alcuni quotidiani è emersa la notizia – che ha ribaltato gli equilibri della vicenda  – di Giletti sentito, nelle settimane precedenti, come testimone dai pubblici ministeri Turco e Tescaroli che indagano sulle stragi del 1993. Ai giudici il conduttore avrebbe detto che Salvatore Baiardo gli ha mostrato una foto risalente agli anni Novanta che ritraeva Silvio Berlusconi insieme al boss mafioso Giuseppe Graviano e al generale dei carabinieri Francesco Delfino.

Una foto che Giletti avrebbe cercato di ottenere, per verificarne l’esistenza, l’autenticità e, a quel punto, per renderla pubblica (sarebbe stato scoop). A prescindere da quel misterioso scatto, di cui Giletti non sarebbe mai stato in possesso, Non è l’Arena nelle puntate delle prossime settimane si sarebbe occupata della strage di via d’Amelio, di Marcello dell’Utri e dell’ex sottosegretario di Forza Italia D’Alì condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Nel dettaglio, come scrive Il quotidiano del Sud, Giletti era entrato in possesso di alcuni audio presenti nel dibattimento. del processo ’Ndrangheta stragista, in scena presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria (nel quale, pochi giorni fa, è arrivata la conferma della condanna all’ergastolo per Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone). Che fine faranno questi documenti?

Non è l’Arena, l’asse Striscia-Cartabianca-Giletti

Tutta la televisione italiana silente sul caso Giletti? Quasi tutta. Senza voler trasformare una questione di pluralismo dell’informazione e di libertà di stampa in una mera questione di tifo come fosse una partita di calcio, dalla parte di Giletti per ora si è schierata soltanto Striscia la notizia. Dopo la consegna del tapiro, il tg satirico di Canale 5 venerdì ha ‘sgridato’ Formigli per non aver parlato del caso Giletti a Piazzapulita, ma la presa di posizione è sembrata soprattutto un pretesto di Ricci per mettere in scena l’ennesimo capitolo della campagna televisiva contro Massimo Giannini, originata da una replica non concessa a Striscia su La Stampa, di cui è direttore). Tra poche ore è molto probabile che lo faccia anche un’altra trasmissione: si tratta di Cartabianca, in onda il martedì su Rai3. Bianca Berlinguer, da sempre particolarmente in sintonia con il collega (che in passato si era occupato del caso Franco Di Mare-Mauro Corona), potrebbe esprimere solidarietà a Giletti. Si aggiungerà qualcun altro alla lista per ora incredibilmente corta?