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Rai, Tg3 contro Gubitosi: “Riforma di informazione riduce pluralismo”

Chiesta formalmente un’audizione in Commissione di Vigilanza. Intanto il piano di Gubitosi deve essere ancora votato dal Cda.

pubblicato 11 Settembre 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 00:42

Durissima presa di posizione dei giornalisti del Tg3 contro il progetto di riforma dell’informazione avanzato nelle scorse settimane dal direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, secondo il quale il telegiornale di Raitre dovrebbe essere accorpato a Rai News (a formare la newsroom 2 insieme a Tgr, Ciss, meteo e Werb, mentre la numero 1 sarebbe composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento). Con una lettera aperta inviata alla commissione di Vigilanza il Tg3 accusa:

In Rai le cose devono cambiare, ma bisogna cambiare di più e meglio. Il progetto di riforma dell’informazione presentato dal DG Gubitosi non cambia la Rai ma serve soltanto a ridurre il pluralismo, rischiando di cancellare le identità delle testate a cominciare dal Tg3. Il pluralismo è un patrimonio che appartiene al Paese e di cui oggi più che mai l’Italia ha bisogno.

Già nelle scorse settimane il direttore del Tg3 Bianca Berlinguer aveva ammonito sul rischio di “anonimato informativo”, ora i giornalisti del telegiornale di Raitre “fanno appello al senso di responsabilità dei membri della Commissione di Vigilanza”:

Il Tg3 è convinto che una riforma sia necessaria, ma appare evidente che un progetto di riforma del sistema dell’informazione del servizio pubblico che non parta dalla definizione del prodotto che si intende fornire agli italiani, sia destinato inevitabilmente a fallire. Il DG parla di risparmi solo per l’informazione, senza considerare le tantissime altre voci di bilancio dell’Azienda. Il piano presentato da Gubitosi, più che avere un obiettivo economico sembra averne uno politico: gli accorpamenti delle varie testate, in assenza di una riforma della governance, consegnerebbero alla politica un potere quasi assoluto sull’informazione del servizio pubblico che rischierebbe di diventare l’organo di propaganda del governo di turno.

Prima di chiedere formalmente “un’audizione del nostro cdr in Commissione di Vigilanza”, i giornalisti del Tg3 insistono rivendicando l’identità del telegiornale per il quale lavorano:

Il problema della libertà di stampa è quanto mai attuale nel nostro paese e i giornalisti del Tg3 non sono disposti a disperdere una tradizione di informazione che da sempre ha dato voce agli strati più deboli della popolazione, all’antimafia, alla parità di genere, al mondo del lavoro, ad una visione alternativa della politica estera. Non capiamo il senso di un progetto che prevede da una parte l’accorpamento di TG1, TG2 e Rai Parlamento nella Newsroom 1 e dall’altra TG3, Rainews24 e TGR nella Newsroom2. Si perderebbe l’identità dei vari telegiornali lasciando soltanto dei marchio come specchietti per le allodole senza una reale differenza nei contenuti.

Ricordiamo che per il momento il piano di riforma di Gubitosi non è stato ancora votato dal Consiglio di amministrazione, che però nel frattempo ha dato l’ok (con unico voto contrario quello di Antonio Verro) alle linee guida.

Rai 1