Home Rai 1 Riforma tg Rai, Bianca Berlinguer boccia Gubitosi: “Rischio è anonimato informativo”

Riforma tg Rai, Bianca Berlinguer boccia Gubitosi: “Rischio è anonimato informativo”

Il direttore del Tg3, che secondo Gubitosi va accorpato a Rai News, paventa “il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo di una indistinta linea editoriale”

pubblicato 30 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 01:59

Premesso che “meglio il piano, anche discutibile, che il vuoto”, Bianca Berlinguer espone in un’intervista a Il Corriere della Sera le sue perplessità sulla riforma dell’informazione Rai pensata da Luigi Gubitosi. Il direttore del Tg3, che secondo il piano del dg andrebbe accorpato con Rai News (più Tgr e Ciss, meteo e Web), ha fatto notare che “una seria riforma dell’informazione non può essere svincolata dal ripensamento delle reti”. E ha bocciato l’idea delle due newsroom:

Non riesco a capire la differenziazione tra le due newsroom. Penso che alla resa dei conti il primo esito del piano sarà quello di una riduzione del personale. Normale che l’azienda si ponga obiettivi di risparmio, ma dovrebbero essere chiaramente dichiarati e non è detto che quella sia la sola strada per raggiungerli.

La Berlinguer ha detto che ogni rete dovrebbe conservare la propria identità, non politica ma culturale, e ha spiegato che tanto vale spingere all’estremo l’accorpamento fino a creare una “redazione giornalistica unica”:

Una rete solo di notiziari e approfondimenti con spazi diversificati per temi e contenuti, per linguaggi e per modalità espressive che è cosa diversa da quello che si intende comunemente per all news, che ha un’altra missione, ovvero quella di fornire un flusso ininterrotto e indistinto di notizie, che per sua natura rischia di scolorire nella genericità.

Insomma secondo la Berlinguer con la riforma promossa da Gubitosi esiste “il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo di una indistinta linea editoriale” e il rischio “che si riduca la necessaria diversificazione tra notiziari e appuntamento con l’informazione”. Conseguenza di tutto ciò sarebbe un’offerta dei tg “inevitabilmente tutti simili”, che “non renderebbe più allettante l’offerta della Rai”.

La Berlinguer, pur ammettendo che “non ci sono, perché non possono esserci, isole felici da tutelari”, non ha negato di essere consapevole che il Tg3 da lei diretto è il telegiornale “che corre il rischio maggiore di perdere fisionomia e identità perché inglobato in un modello di informazione così diverso come quello delle attuali all news”.

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