Home Rai 1 Riforma Tg Rai, ok del Cda. Antonio Verro unico contrario

Riforma Tg Rai, ok del Cda. Antonio Verro unico contrario

Il piano di riforma presentato dal dg Gubitosi potrebbe essere votato nel cda del 31 luglio

pubblicato 25 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 02:08

Il Consiglio di Amministrazione riunito oggi (ieri, Ndr) a Roma e presieduto da Anna Maria Tarantola, dopo ampia discussione prende positivamente atto del completamento della prima fase di lavoro del cantiere News, avviato nell’ambito del Piano Industriale 2013/2015, nel corso del 2013 e condivide a larga maggioranza le linee guida illustrate dal Direttore Generale, Luigi Gubitosi per il riposizionamento dell’offerta News Rai nel nuovo mercato digitale – progetto “15 dicembre”. Queste linee guida si inseriscono in una più ampia riflessione sull’identità del Servizio Pubblico in vista del rinnovo della concessione nel 2016.

Con questa nota ufficiale Viale Mazzini dà notizia del via libera del Consiglio di amministrazione al piano di riforma dell’informazione della tv pubblica presentato dal direttore generale Luigi Gubitosi (anticipato su l’Espresso).

Nel prossimo cda il 31 luglio, l’ultimo prima della pausa estiva, il piano potrebbe essere votato, anche se resta da capire l’ostilità dell’Usigrai come sarà superata. Contrario (l’unico nel Cda) alla riforma firmata da Gubitosi è il consigliere Antonio Verro (eletto in quota Pdl, oggi Forza Italia), convinto che il dg abbia preferito puntare sull’efficienza piuttosto che sul pluralismo e sulla trasparenza:

È evidente che la Rai debba evolversi verso modelli più efficienti nel settore dell’informazione ma nessuna riforma può prescindere dal dialogo con i sindacati e le strutture competenti. La Rai non è un’Azienda privata in cui, necessariamente, debba prevalere il pensiero unico dell’azionista di riferimento e del suo amministratore (riferimento al governo Renzi, Ndr). Nella gestione di una televisione pubblica il pluralismo e il dibattito delle idee, anche interno all’Azienda, rappresentano un valore e non un limite da superare. È importante infatti che tutti i cittadini possano riconoscersi nell’informazione del servizio pubblico, altrimenti, con un unico punto di vista sul mondo, che differenza ci sarebbe con l’informazione offerta dalle televisioni commerciali? Come già in precedenza nella gestione del personale e della organizzazione, anche nel caso dell’informazione, la Direzione Generale si è lasciata inspirare da logiche da Azienda privata che, specialmente, in un momento in cui si discute della riforma della Rai, appaiono alquanto preoccupanti. Ancora una volta il criterio della massima efficienza sembra prevalere sui valori del pluralismo e della trasparenza. Ciò premesso, invito la Direzione Generale a valutare nuovi modelli organizzativi più razionali e flessibili, a dare rassicurazioni sui livelli occupazionali e a non discriminare le diverse professionalità presenti in Azienda.

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