Home Netflix Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare alza l’asticella, si espone e convince anche questa volta: la recensione

Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare alza l’asticella, si espone e convince anche questa volta: la recensione

Michele Rech torna su Netflix con una serie sempre divertente, ma anche più personale e divisiva, ma anche con un punto di vista tutto suo che, condivisibile o meno, è onesto

9 Giugno 2023 09:00

Zerocalcare, atto secondo. Questo mondo non mi renderà cattivo è la seconda serie animata che Michele Rech ha proposto a Netflix Italia che, a sua volta, propone ai suoi abbonati da venerdì 9 giugno 2023. L’esperienza fortunatissima (e meritatissima) di Strappare lungo i bordi ha dato i suoi frutti: il numero degli episodi è lo stesso (sei), ma durano un po’ di più, ma soprattutto Zerocalcare ha deciso di non fare un sequel della prima serie, optando per un racconto nuovo e più vicino alla sua sensibilità verso il mondo che lo circonda. Dovendo, però, fare i conti con ciò che il pubblico si aspetta.

Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Zerocalcare non parla più solo a una generazione

Proprio in virtù del fatto che -come detto fin dall’annuncio di questa nuova serie- Questo mondo non mi renderà cattivo non è il sequel di Strappare lungo i bordi, qualsiasi paragone appare superfluo. E questo non perché Zerocalcare sia voluto sfuggire da un confronto tra delle ipotetiche stagione 1 e stagione 2, ma perché, volendo restare fedele a sé stesso, ha preferito concentrarsi su un altro racconto e su un altro tema a lui caro.

Questa onestà paga in termini di freschezza della storia: la sua nuova serie sposta l’attenzione dai disagi di una generazione -di cui Rech si era fatto quasi involontariamente portavoce- all’emergenza migranti che coinvolge, volenti o nolenti, tutti noi.

Zerocalcare accetta la sfida di alzare l’asticella in questa sua nuova storia e decide di esporsi, consapevole che il suo punto di vista non sarà apprezzato da tutti. Ma poco importa: Questo mondo non mi renderà cattivo è più vicino alle sue graphic novel, in cui il suo punto di vista non vuole essere voce di una generazione ma, in primis, la sua voce.

Tra periferia e il Zerocalcare pensiero

Il cambio di passo nella narrazione non coincide con l’ambientazione in cui Zerocalcare posiziona storie e personaggi: siamo sempre nella periferia romana, quella che Zero conosce molto bene e che anche a questo giro gli creerà qualche problema in termini di comprensione (ma glielo perdoniamo, anche solo per l’autoironia con cui ci scherza su).

Lontano dal centro cittadino, la storia che Rech vuole portare sugli schermi assume così significati differenti. L’obiettivo -riuscito- è quello di arrivare più alle persone che alle istituzioni, alle loro esigenze che alle promesse della politica. La periferia diventa così l’unico luogo possibile in cui ambientare una storia come questa, o meglio, uno dei due luoghi.

Perché anche in questo caso Zerocalcare si diverte a mettere in scena i numerosi film mentali che la sua testa partorisce anche nei momenti più improbabili. Lunghe parentesi che si aprono all’interno di conversazioni con altri personaggi o con l’immancabile Armadillo/Valerio Mastandrea, che hanno lo scopo da una parte di alleggerire la storyline principale e dall’altra di dare al pubblico parte di ciò che aveva reso Strappare lungo i bordi un successo.

Una risata (di troppo?) non nasconde la drammaticità

In conclusione, Questo mondo non mi renderà cattivo può dirsi la naturale evoluzione di Strappare lungo i bordi, pur essendone molto simile e differente al tempo stesso. Zerocalcare racconta un’Italia stanca, incattivita, incapace di empatia, a cui se ne oppone un’altra, più comprensiva ma anche meno capace di fare rumore. Lo scontro è inevitabile, ma necessario.

Netflix ha dato carta bianca ad uno dei più bravi narratori in circolazione nel nostro Paese, e non poteva essere altrimenti: tarpare le ali a Zerocalcare sarebbe stato controproducente. Eppure certe scene -soprattutto quelle più vicine ai momenti umoristici della serie- sembrano essere state pensate più per un’esigenza di dare al pubblico qualcosa che si aspetta di vedere che altro.

Sia chiaro, Zerocalcare non si allontana da se stesso, ma qua e là inserisce dei momenti che se non fossero stati presenti non avrebbero intaccato la qualità di questa serie che, per inciso, resta altissima. La nostra speranza è che anche Questo mondo non mi renderà cattivo vada bene tanto quanto Strappare lungo i bordi, perché di Zerocalcare vogliamo anche una terza serie animata, che magari gli permetterà di allontanarsi dalle risate a tutti i costi e di regalarci una nuova visione del mondo come solo lui sa fare.

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