Home Otto e mezzo Otto e mezzo, gaffe di Lorella Cuccarini: “In Italia non si votava da dieci anni”

Otto e mezzo, gaffe di Lorella Cuccarini: “In Italia non si votava da dieci anni”

Scivolone di Lorella Cuccarini a Otto e mezzo: “In Italia non si votava da dieci anni”. Ma alle urne ci si era andati anche nel 2013

pubblicato 5 Marzo 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 23:43

Lorella Cuccarini scivola sulle elezioni. Ospite di Otto e mezzo per parlare della campagna di Trenta ore per la vita, la showgirl si è tuffata ancora una volta nella rischiosa analisi dell’attualità politica.

Quando parlo di sovranismo parlo di sovranità, parola che troviamo nell’articolo 1 della nostra Costituzione”, ha detto la Cuccarini. “L’idea che possiamo esercitarla attraverso il voto popolare è un diritto acquisito”.

La conduttrice, che in studio si confrontava con i giornalisti Paolo Mieli, Massimo Giannini e Chiara Geloni, ha fatto quindi riferimento alle ultime elezioni andate in scena il 4 marzo del 2018:

“Le elezioni che abbiamo fatto lo scorso anno erano elezioni che non facevamo da diversi anni, adesso non ricordo. Non votavamo veramente per le politiche da quanto? 10 anni?”.

In realtà, le precedenti elezioni nazionali si erano svolte nel febbraio 2013, come fatto immediatamente notare da Giannini: “In Italia oltre i cinque anni non si può non votare”. La Cuccarini però non si è arresa e ha tentato in qualche modo di uscire dall’angolo: “Abbiamo avuto una serie di rimpasti”.

Probabilmente la Cuccarini si riferiva ai diversi esecutivi non passati attraverso le urne e figli di alleanze non previste in campagna elettorale (Letta, Renzi, Gentiloni e prima Monti). Stando così le cose, la presentatrice avrebbe dovuto considerare pure l’attuale governo gialloverde, dato che Lega e Cinque Stelle si erano presentati su fronti opposti, salvo poi allearsi in un secondo momento. Giuseppe Conte, tra l’altro, neppure si era candidato.

Se è vero che il premier è nominato dal Capo dello Stato e non direttamente dal popolo, è altrettanto innegabile l’indicazione ‘virtuale’ da parte dei cittadini dei loro leader, con questi ultimi che spesso rimarcano la loro posizione di comando con simboli di partito e slogan ad hoc.

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