Home Notizie Enrico Mentana: “Chi lascia la Rai non faccia il martire, nessuno di noi è insostituibile”

Enrico Mentana: “Chi lascia la Rai non faccia il martire, nessuno di noi è insostituibile”

Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana commenta l’addio alla Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata dal palco del Festival della TV di Dogliani

4 Giugno 2023 16:34

Una settimana fa l’addio di Fabio Fazio alla Rai a braccetto con l’arrivederci di Lucia Annunziata (che porterà comunque a termine la stagione di Mezz’ora in più). Due nomi ancora sulla bocca delle cronache televisive in questo finale di stagione, nonché due addii particolarmente sentiti dall’opinione pubblica per le dinamiche con cui essi sono scaturiti. Due vicende che, seppur separate singolarmente ma accomunate da una decisione presa, lasciano strascichi ai dibattiti televisivi e non.

In settimana vi abbiamo riportato il punto di vista netto da parte di Michele Santoro a DiMartedì, tutt’altro che sostenitore di Fazio e Annunziata. In queste ore, invece, sono le dichiarazioni di Enrico Mentana a far parlare.

Mentana su Fazio: “non esiste un Maradona, tutti siamo onesti lavoratori

Dal palco del Festival della TV di Dogliani, il direttore del Tg La7 durante un talk con il giornalista e saggista Aldo Cazzullo ha commentato l’addio di Fazio alla Rai e l’approdo su NOVE, convinto che “il pubblico non avrà nessun cambiamento“.

Come possiamo pensare che andare via dalla Rai nel 2023 sia una perdita? Lo è se uno viene cacciato e ha un marchio di infamia, ma il contratto di Fazio si fa almeno in tre mesi, non in due giorni. C’era già una contrattazione. È vero, siamo governati dalla destra, ma stiamo parlando di un partito che ha vinto le lezioni dopo esser stato 10 anni all’opposizione: o crediamo alla democrazia o no. Ma non c’è mai una lesione della democrazia, c’è un gioco che si chiama spoil system che fa schifo sempre o non fa schifo mai”.

Per Enrico Mentana, Fazio non dovrebbe essere reputato un ‘martire’ bensì un personaggio pubblico da considerare ‘sulla stessa barca’ di chi lavora sul piccolo schermo:

“Io credo che non ci sia niente di meglio che interrompere i rapporti con gli editori senza fare scene madri, senza fare i martiri o far credere che con te o senza te la democrazia sia in pericolo. Nessuno di noi è insostituibile. È molto semplice e gratificante fare il ruolo di chi è martire. Sarebbe più semplice fare delle scelte, motivarle ed avere fair play. È evidente e chiarissimo di cosa parliamo, non esiste un Maradona, tutti siamo onesti lavoratori: nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda“.

Enrico Mentana: “Annunziata se n’è andata dignitosamente, se lo può permettere”

Poi, a proposito del benservito dato da Lucia Annunziata alla Rai, Mentana scinde i due casi: “A differenza di Fazio Fazio non ha un’altra tv in cui andare: se ne è andata dignitosamente dicendo però che non accetta questo governo. Se lo può permettere”.

Lo evidenzia agganciandosi ad una considerazione su uno degli aspetti più controversi e discussi nel Servizio Pubblico, l’impronta dei partiti politici in Rai: “Se accetti di lavorare in Rai, sai che ci sono i partiti. Ogni volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini o le sue donne ma non c’è mai lesione della democrazia: c’è lo spoil system. Basterebbe una riforma di una riga, quella per sottrarre la Rai al controllo dei partiti“.

Nessuno mi ha mai detto cosa fare

Spostandosi sui rapporti con gli editori (compreso Urbano Cairo, editore de La7) Enrico Mentana, forte delle esperienze in Rai e Mediaset, ha spiegato:

Nessuno mi ha mai detto cosa dovevo fare. Se è successo si è rotto il rapporto. A me importa che le cose vadano bene, che i prodotti siano competitivi dal punto di visto contenutistico e di share. A me non hai mai detto nulla neppure Berlusconi (si riferisce a quando ha lavorato a Mediaset, ndr), ma c’era Rete 4“.