Home Rai 1 Che Dio Ci Aiuti 6 è una comedy sentimentale che divide più di quanto si pensi

Che Dio Ci Aiuti 6 è una comedy sentimentale che divide più di quanto si pensi

La fiction “sorella” di Don Matteo si è ormai ritagliata un suo spazio definito nella serialità italiana generalista

7 Gennaio 2021 23:50

Che Dio Ci Aiuti 6 comincia con Suor Angela (Elena Sofia Ricci) che starnutisce di continuo. No, non è quello che state pensando: sebbene la stagione sia stata registrata nel corso dell’estate 2020, della pandemia nei nuovi episodi della serie Lux Vide non c’è traccia.

Questo nonostante gli accorgimenti siano stati tutti presi, sia dietro le quinte (con tamponi e mascherine in primis) che davanti alla macchina da presa, con scene in cui agli attori è stato chiesto di occupare la scena in modo da risultare il più distanti possibile.

Ma questo, al pubblico, poco importerà, perché Che Dio Ci Aiuti è innanzitutto una serie sulla serenità e sull’ottimismo. Quella che si può definire la fiction “sorella” di Don Matteo (un episodio cross-over, seppur di difficile realizzazione causa tempistiche differenti, sarebbe la gioia di tantissimi telespettatori) è riuscita però in questi anni non solo a staccarsi da storie e personaggi che ruotano intorno al parroco interpretato da Terence Hill, ma addirittura a superarlo in certi aspetti.

Che Dio Ci Aiuti 6 si conferma così una comedy sentimentale, laddove il sentimento non è solo l’amore inteso come romanticismo, ma anche anche l’amicizia, la fiducia e la solidarietà. Serie come queste dividono molto di più rispetto ad altre che sono, almeno di facciata, più provocatorie: Che Dio Ci Aiuti o si accetta o si respinge, punto.

Se la si accetta, si può godere delle atmosfere che ogni stagione autori e produttori riescono a mettere in scena: un format che è talmente forte che riesce a cambiare forma ma non sostanza, con nuovi innesti del cast che si amalgamano a quelli già noti al pubblico ma che non causano eccessivi traumi o confusioni. Se la si respinge, si rifiuta il fatto che possa esistere nella tv italiana generalista un prodotto che trovi il suo punto di forza non tanto nei colpi di scena (che, all’interno del format sopra citato, si ripetono spesso) quanto nel messaggio.

Un messaggio che supera l’idea di famiglia alternativa che propone la serie, in cui di fatto mancano figure genitoriali vere e proprie ma ci sono un sacco di figli e di figlie da accudire, e che sa essere universale e capace di adattarsi alle stagioni.

Sarà anche per questo che Elena Sofia Ricci non riesce proprio a dire di no a Suor Angela quando si tratta di rinnovare la serie. Che Dio Ci Aiuti, che piaccia o no, ha saputo consolidarsi come garanzia televisiva, che supera le mode del momento e che arriva nel momento del bisogno.

Non tutto è da salvare, ma neanche tutto è da buttare: dopo sei stagioni Che Dio Ci Aiuti merita di essere considerata una comedy a tutti gli effetti, ma senza rinunciare al marchio di fabbrica di Lux Vide che vuole sempre portare in tv i valori in cui crede. Una coerenza che si riflette pienamente in Suor Angela e le sue ragazze.

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