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Il Mucchio Selvaggio

Colgo l’occasione del recente post di Italo Moscati che lo cita per parlare di un libro che ho appena terminato di leggere con molto piacere. Il libro in questione si intitola Il Mucchio Selvaggio, sottotitolo “La meravigliosa, inverosimile, epica, disperata storia della televisione in Italia”, ed è sicuramente un must per chi, come me, è

31 Luglio 2006 08:17

Il Mucchio Selvaggio di Dotto e Piccinini Colgo l’occasione del recente post di Italo Moscati che lo cita per parlare di un libro che ho appena terminato di leggere con molto piacere.
Il libro in questione si intitola Il Mucchio Selvaggio, sottotitolo “La meravigliosa, inverosimile, epica, disperata storia della televisione in Italia”, ed è sicuramente un must per chi, come me, è un fan del trash volontario (e involontario) che da decenni imperversa in quello straordinario universo che è quello delle emittenti TV private italiane.
Con una ironica ma precisa ricostruzione di tutte le fasi della nascita delle prime TV clandestine, e una lucida introduzione di Maurizio Costanzo i due autori Giancarlo Dotto, giornalista e autore tra gli altri di Carmelo Bene, e Sandro Piccinini, conduttore di Controcampo e tra i più celebri giornalisti sportivi italiani, si producono in un amarcord (in 320 pagine), mai melenso, che mette in luce in ogni sua pagina come l’arte di arrangiarsi tutta italiana abbia trovato nel mondo delle televisioni indipendenti la sua massima espressione.
A partire dal primi anni ’70, quando era ancora fuorilegge chi trasmetteva in proprio, violando il monopolio della TV di Stato, per arrivare fino ai giorni nostri, gli autori tracciano una puntuale rassegna degli improbabili personaggi del presente e del passato che hanno reso e rendono tuttora unico il panorama delle TV private e locali, molti dei quali resi noti a livello nazionale da programmi come Mai dire TV.
Sto parlando di personaggi come Guido Angeli (anni fa testimonial del mobilificio Aiazzone a suon di “Provare per credere”), la Dottoressa Tirone, Pierino Brunelli (imperatore del “regno di Magna Romagna”), Wanna Marchi, Michele Plastino, la compianta Concetta Mobili, il/la cartomante Pierre la Sultana, Roberto Da Crema (il “baffo delle televendite”), Richard Benson, Tony Tammaro, Maurizia Paradiso (il primo trans “politicamente corretto” della TV italiana), Lamberto Giorgi, Ugo Rossetti (il famoso “Nonno Ugo” titolare della Città del Mobile Rossetti) e Massimo Marino (che si esprime per tormentoni quali “Bella, fratè” oppure “Affrappè”), molti dei quali noti esclusivamente in provincia di Roma, ambiente dal quale proviene Piccinini.
Oltre a questa rassegna di freak nostrani Dotto e Piccinini raccontano la nascita della telecronaca sportiva alla “pizza e fichi”, realizzata da giornalisti talentuosi ma privi di mezzi tecnici: tra i tanti nomi citati ho avuto il piacere di rileggere quello di un ex collega di Sandro Piccinini, l’indimenticato telecronista sportivo di Teleroma 56 Dante Minighini, che ho potuto conoscere e frequentare assiduamente molti anni fa, quando andavo a scuola con suo figlio.
Non mancano poi menzioni alla nascita dell’informazione giornalistica delle emittenti locali, assurta al ruolo di megafono del popolo ma anche autrice di sensazionali scoop, come l’intervista a Renato Vallanzasca appena arrestato nel 1977 e del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nel 1978, scoop spesso rivenduti poi alla RAI.
Il Mucchio Selvaggio è edito da Mondadori ed è in vendita, anche online, al prezzo di 16 euro.