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The Voice Senior: la nuova moda del talent che non illude

La recensione della prima puntata della prima edizione italiana di The Voice Senior, in onda su Rai 1 e condotto da Antonella Clerici.

pubblicato 27 Novembre 2020 aggiornato 29 Novembre 2020 17:18

Poco tempo fa, parlammo della nuova veste di All Together Now, definendolo un “emo-talent”, un talent show dove il fine non era tanto quello di creare artisti o pseudo-tali da buttare in pasto alla discografia italiana ma quello di regalare un’emozione, una bella pagina di vita, a persone con un passato difficile o con un episodio particolare alle spalle.

The Voice Senior segue la medesima via, con una differenza sostanziale. All Together Now, infatti, è uno show che ha praticamente concluso il proprio giro di giostra (senza mai esserci salito) mentre, invece, The Voice of Italy, nonostante gli artisti vincitori delle varie edizioni, messi insieme, abbiano trascorso, sì e no, 10 giorni in classifica in totale, ha comunque, dalla sua, il marchio forte e la componente efficacemente rappresentativa che garantisce la riconoscibilità, l’audizione al buio, ovviamente, ripetitiva, come ogni rituale televisivo, ma rassicurante.

The Voice Senior, poi, rappresentava un unicum già alla vigilia perché, se la memoria non ci inganna (in caso contrario, chiediamo scusa), mai prima d’ora, un “fratello minore” di un format era andato in onda in una rete televisiva più importante.

L’ironia della vigilia, che, è vero, puzzava un po’ di pregiudizio, sorgeva spontanea come le domande di Lubrano: The Voice Senior, ossia un programma composto da cantanti anziani, giusto su Rai 1, poteva andare in onda.

E, in effetti, lo “spiegone” di Antonella Clerici, che ha aperto la puntata spiegando il regolamento al rallentatore, dando per scontato, quindi, che il pubblico medio di Rai 1 non avesse visto una puntata di The Voice su Rai 2 neanche sedendosi per sbaglio sul telecomando, ha ricordato il modo in cui tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo spiegato il funzionamento di un aggeggio elettronico ai nostri nonni (e tutti i discorsi trionfanti sull’alfabetizzazione digitale ad opera di Rai Play sembrano appartenere ad un’altra dimensione stile Twin Peaks).

The Voice Senior non è un programma per vecchi, tutt’altro. E non è neanche uno show che deve, per forza, rendere conto al “fratello maggiore” visto che, oggettivamente, come già scritto, non è un format così popolare.

The Voice Senior ha avuto l’aria di essere un programma indipendente che ha lo scopo di regalare una gioia, non una possibilità, a persone che, per un motivo o per l’altro, non hanno potuto consacrare la loro vita alla musica o che l’hanno ugualmente fatto senza, però, ottenere la proporzionata contropartita in termini di successo.

Molti concorrenti si sono rivelati subito dei personaggi televisivamente forti (Agata, purtroppo eliminata, Tony Reale, Pietro Sauro), particolarità che ha denotato un ottimo lavoro di casting.

Per creare l’atmosfera comica, forse, qualche luogo comune (e i luoghi comuni mettono tanta sicurezza allo spettatore medio di Rai 1…) è stato cavalcato come il corto circuito generazionale, soprattutto, vedi la scelta di canzoni recenti come Elettra Lamborghini o Ghali. Tutto perdonabile, certo, ma un po’ banalotto.

Per portare sul palco un cast di personaggi già fatti e finiti, inoltre, è risultato inevitabile cedere ad un compromesso ossia quello di rivolgersi a persone che sono tutt’altro che esordienti o dilettanti.

Tanti concorrenti, infatti, hanno una carriera rispettabile e hanno anche una pagina Wikipedia facilmente consultabile (Erminio Sinni, Viviana Stucchi, Alan Farrington, Riccardo Azzurri o Laura Grey, che D’Alessio conobbe 30 anni fa, ad esempio).

Paragonando nuovamente The Voice Senior ad All Together Now, la parola corretta che può accomunare i due show è “riscatto”, seppur declinato in forme diverse: la musica utilizzata come riscatto da un capitolo di vita avverso in All Together Now e utilizzata come riscatto dopo una vita o una carriera illuminata da poche luci in The Voice Senior.

The Voice Senior segue la moda, quindi, del talent show che non illude, dove non vengono insegnati valori tristi come la fame, l’ambizione sfrenata, il saper lottare, con le unghie e con i denti, in mezzo alla giungla. Questa variante buona, e non buonista, del talent potrebbe anche ottenere il gradimento del pubblico.

Antonella Clerici si è rivelata intelligentissima nel non scimmiottare nessuno dei suoi colleghi (soprattutto per quanto riguarda i commenti a performance in corso) ma di condurre con la medesima cifra stilistica immaginabile, ad esempio, a Ti lascio una canzone. Fortunatamente, anche a The Voice Senior, la componente “drammatica” delle storie raccontate non è stata strabordante e ciò ha permesso alla conduttrice di affrontare con il sorriso anche gli incontri pre-esibizione, registrati, con i concorrenti.

La giuria, sostanzialmente, si è autogestita e l’ha fatto con scioltezza.

Gigi D’Alessio ha confermato quanto di buono aveva fatto vedere lo scorso anno a The Voice, su Rai 2, ma il cantautore napoletano, ormai, di fatto, è anche un conduttore.

L’universo Bertè è sempre molto affascinante: Loredana, in questo caso, ha il compito di passare dall’aggressività vista ad Amici alla giocosità di The Voice Senior e ce la può fare tranquillamente.

Clementino si è fatto conoscere al pubblico di Rai 1 alla velocità della luce, eccedendo, a tratti, forse con l’euforia ma ha svolto il compito del coach/intrattenitore alla perfezione (in attesa che qualche genio tiri fuori il video dove parlava male dei talent…).

Al Bano e la figlia Jasmine Carrisi, infine, non hanno convinto, con la 19enne che, il più delle volte, è apparsa annoiata, se non addirittura fuori contesto.

Riassumendo, molti potrebbero pensare alla parola “trash”, sbagliando e anche non poco.

The Voice Senior è sopra le righe ma è uno show che, di scadente o di bassa lega, non ha proprio nulla.

Se l’obiettivo era l’“evasione nella consapevolezza”, l’intento è stato raggiunto.

The Voice Senior: la presentazione

La prima edizione italiana di The Voice Senior avrà inizio questa sera, venerdì 27 novembre 2020, su Rai 1.

La versione Over 60 del talent show in onda su Rai 2 dal 2013, che arriva in Italia dopo essere già andata in onda nei Paesi Bassi, Russia, Germania, Belgio, Spagna, Thailandia, Messico, Lituania, Polonia e nei paesi arabi, sarà condotta da Antonella Clerici, in questa stagione televisiva, già al timone del programma del mezzogiorno di Rai 1, È sempre mezzogiorno.

I coach di questa prima edizione di The Voice Senior saranno Loredana Berté, Gigi D’Alessio, Al Bano e sua figlia Jasmine (che rappresenteranno il team Carrisi) e il rapper Clementino. Al Bano ricoprì il ruolo di coach nella quinta edizione di The Voice of Italy, andata in onda nel 2018, al termine della quale il suo team vinse grazie alla vittoria finale della cantante Maryam Tancredi.

Il meccanismo di The Voice Senior sarà più snello rispetto a The Voice of Italy.

Le prime tre puntate saranno dedicate alle iconiche Blind Auditions, le audizioni al buio durante le quali i coach, come già sappiamo, ascolteranno i concorrenti in gara senza vederli e premeranno il tradizionale pulsante se convinti dall’esibizione. Se i coach che si volteranno saranno più di uno sarà il concorrente a decidere a quale team affidarsi.

Al termine di questa fase, i concorrenti che accederanno ai quattro team saranno, in totale, 24, 6 per ogni coach.

Dopo le Blind Auditions, sarà il turno del Knock Out, durante il quale i talenti di ogni squadra si sfideranno tra loro con un cavallo di battaglia: solo 2 concorrenti per team potranno accedere alla finale del 20 dicembre.

Altri particolari riguardanti questa prima edizione di The Voice Senior, li trovate nel post dedicato alla conferenza stampa di presentazione del programma.

Questa sera, ovviamente, andrà in onda la prima puntata delle Blind Auditions.

Dopo la messa in onda, sarà disponibile la recensione.