Home Serie Tv Silo, Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Common presentano la serie Apple Tv+

Silo, Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Common presentano la serie Apple Tv+

La serie in 10 episodi da un’ora è su Apple Tv+ dal 5 maggio

5 Maggio 2023 06:00

Silo è la nuova serie tv distopica, ambientata in un mondo post apocalittico, di Apple Tv+. Prodotta da AMC Studios e basata sulla trilogia di Hugh Howey, la serie debutta venerdì 5 maggio con il prologo composto dai primi 2 episodi per poi proseguire ogni settimana fino al 30 giugno.

Abbiamo avuto modo di intervistare l’autore dei romanzo Hugh Howey e il creatore della serie Graham Yost, oltre che il cast principale della serie Rebecca Ferguson che interpreta Juliette, Harriet Walter che è Martha, Chinaza Uche interprete di Paul Billings, Avi Nash che è Lukas Kyle, Common che interpreta Sims e Tim Robbins che è Bernard Holland. Procedendo a passi felpati per evitare ogni forma di spoiler, ciascuno di loro ci ha raccontato alcuni aspetti cruciali del loro ruolo e in generale del mondo di Silo.

Silo, la filosofia alla base della serie

Nel mondo costruito da Silo circa 10000 sopravvissuti a una misteriosa devastazione del pianeta, vive all’interno di un silo suddiviso in vari livelli sviluppati intorno a una scala centrale. In basso c’è la manutenzione, gli operai che fanno muovere il generatore che controlla il silo, in alto le menti, i giudici che supervisionano all’organizzazione della società. Nessuno ha più ricordi di quello che c’è fuori, nessuno sa chi ha costruito il silo, ognuno conosce solo questo modo dentro cui vive e quello che gli viene mostrato. Disobbedire alle leggi del silo vuol dire andare incontro alla morte, essere espulsi dal silo e finire nel mondo esterno.

Alla base c’è il mito della caverna di Platone” ha spiegato Howeyla costruzione di un mondo che è riflesso di quello che ci viene detto, mostrato. La prima volta che andai a Cuba avevo un’aspettativa che era collegata a quello che ci veniva raccontato. Ho trovato una realtà completamente diversa“.

Silo è una serie di fantascienza, un mystery drama in cui entrambe le parti sono fondamentali nella sua realizzazione. Il mistero è la domanda che percorre tutta la serie. Il drama è il motore che muove ogni interazione. Al centro è cruciale l’idea di una società basata sul controllo “alcune cose che misi nei romanzi sono diventate realtà, come la raccolta dei dati, il vedere il mondo attraverso uno schermo” ha detto Howey. Graham Yost ha sottolineato come la trilogia si prestasse quasi naturalmente a una trasformazione seriale e che i vari ritardi nella produzione gli hanno fortunatamente permesso di lavorarci. L’unione dei diversi generi non è artificiale ma “una costruzione naturale della serie, si formano le storie e hai bisogno dei diversi aspetti. Il silo ha bisogno di uno sceriffo, di un sistema di leggi, c’è una cospirazione che rimanda al mondo dei film anni ’70“.

Tim Robbins, che interpreta Bernard, ambiguo capo della divisione tecnologica “che si vede come il capo di tutto il Silo perché senza la tecnologia non si muoverebbe nulla“, è rimasto particolarmente affascinato dal mondo della serie. “Il mondo è guidato da persone che non vediamo, che vivono dietro le quinte e muovono le trame di quelli che sono i loro rappresentanti fisici verso gli altri. Viviamo in un’era in cui dobbiamo capire quale futuro vogliamo creare. Le persone devono decidere cosa accettare, quanto vogliamo farci controllare e in alternativa imparare a ribellarci. Dobbiamo trovare il modo per non farci dividere ma capire quello che ci unisce“.

Obbedire o ribellarsi?

Una chiave di lettura cruciale di Silo è la costruzione dicotomica tra il personaggio di Juliette, interpretato da Rebecca Ferguson, e quello di Paul Billings (Chinaza Uche). Da un lato lo spirito critico e la costante voglia di far domande, dall’altra chi segue le regole o almeno cerca di farlo. “Adoro la loro dinamica” ha detto Ferguson “come crescono grazie al confronto, agli scambi continui, come Juliette continui a fare le domande giuste per cercare la verità, minando le certezze di Billings. Nel mondo c’è bisogno di entrambi perché i Billings sono funzionali a supportare l’esistenza delle Juliette“.

Un pensiero condiviso anche da Chinaza Uche: “Dobbiamo avere più Nichols nel mondo ma anche una giusta quantità di Billings che guidano i Nichols nel fare le domande giuste, nel modo corretto di comportarsi, fungono da guida“. “Io sono canadese” ha raccontato Yost “e come dice mia moglie, seguo sempre le regole, di notte se non passa nessuno e il semaforo è rosso, mi fermo sempre. Potremmo dire che sono un Billings anche se idealmente vorrei essere una Juliette. Abbiamo bisogno di chi va in cerca della verità”. Anche perché, come sottolinea Common viviamo anche noi in una sorta di Silo in cui ci vengono date delle informazioni cui credere e che dobbiamo sfidare.

Silo serie Apple

L’affascinante complessità dei personaggi di Silo

L’universo di Silo è popolato da tanti personaggi che hanno tutti il loro spazio e sono funzionali al racconto e allo sviluppo della trama complessiva. Martha Walker, interpretata da Harriet Walter si è creata un suo microcosmo in cui rifugiarsi, all’interno dello spazio ristretto in cui è confinata.

Mostrando tutta la sua esperienza e gli anni di lavoro alle spalle, Tim Robbins ricorda come il compito di un attore non sia quello di giudicare il proprio personaggi ma di trovarne il cuore “dare umanità alla figura creata sulla carta e che devo far vivere“. I personaggi si muovono realmente in questo Silo che è stato ricostruito nei suoi spazi fino all’ultimo dettaglio. “Un mondo da cui obiettivamente non vorresti andar via” spiega Rebecca Ferguson “perché è l’unico che conosci, è giusto farsi domande ma sarebbe terrificante immaginare di lanciarsi volontariamente verso l’ignoto“. Quello che muove Juliette è principalmente “la rabbia che si cela sotto la paura dell’ignoto. Una sorta di furia che la spinge ad andare avanti“.

Silo

Tutti i personaggi cambiano e si evolvono sulla base di quello che scoprono e delle paure che affrontano “Paul pensa di essere in un modo e che quel modo sia giusto” spiega Uche “ma nel rapporto con Juliette, andando avanti nella storia sarà costretto a farsi domande che non si sarebbe mai voluto fare. Quelle domande che fanno crollare l’immagine che ti sei costruito“.