Home Interviste Pilar Fogliati: “In Cuori, sarò Delia Brunello, un cardiologo donna che riuscirà a ritagliarsi il suo rispetto” (Video)

Pilar Fogliati: “In Cuori, sarò Delia Brunello, un cardiologo donna che riuscirà a ritagliarsi il suo rispetto” (Video)

Le dichiarazioni a TvBlog di Pilar Fogliati, protagonista di Cuori, la nuova serie di Rai 1 in onda a partire da questa sera.

17 Ottobre 2021 08:30

A partire da stasera, avrà inizio Cuori, la nuova serie di Rai 1, con Daniele Pecci, Pilar Fogliati e Matteo Martari e con la regia a cura di Riccardo Donna.

A margine della conferenza stampa di presentazione, TvBlog ha intervistato Pilar Fogliati che interpreta il ruolo di Delia Brunello, la prima cardiologa in Italia, con il dono dell'”orecchio assoluto”, chiamata ad imporsi nel mondo della medicina e, al contempo, abbattere i pregiudizi dell’epoca, riguardanti le donne.

Pilar Fogliati: le dichiarazioni

Cosa ci puoi dire di Delia Brunello?

Delia Brunello è un cardiologo di enorme talento e, già nel ’67, essere un cardiologo donna era abbastanza una novità. Delia verrà assunta all’ospedale Le Molinette dove sta nascendo un’équipe medica che vuole fare i primi trapianti di cuori. Raccontiamo, in maniera molto raffinata, le difficoltà che Delia avrà semplicemente per farsi ascoltare o partecipare al tavolo delle diagnosi. Questa cosa fotografa un’epoca in cui, per una donna, non era scontato ricoprire ruoli così importanti e di valore. Delia, con molta intelligenza, a suon di diagnosi corrette, riuscirà a ritagliarsi il suo rispetto. È triste pensare che avesse dovuto fare tutto questo sforzo però non è nemmeno una grande novità visto che, ancora oggi, questa domanda viene ancora fatta e, quindi, non è ancora una cosa superata. Quando non se ne parlerà più vorrà dire che sarà diventata semplicemente una ricostruzione storica. Oggi, la situazione è migliorata però, sicuramente, c’è ancora qualcosa da fare.

Immagino che ci sia stata una preparazione molto lunga… Com’è stata questa preparazione?

Innanzitutto, faccio i complimenti per la ricostruzione scientifica, dagli strumenti medici ai costumi, devo dire che sembra veramente di immergersi negli anni ’60 che sono un’epoca di cui siamo tutti nostalgici, specialmente io che non l’ho mai vissuta! Mi sento di potermi permettere di essere nostalgica, è stato bello poterla conoscere perché uno ha sempre un’idea vaga di quella generazione. Quando la studi o quando cerchi di avvicinartici, invece, capisci tante cose, dalla musica alla cucina, alle idee che venivano dall’estero… È stato proprio interessante ricostruirlo, la risposta di quello che succedeva è sempre nella storia. C’era una voglia di tecnologia incredibile, si voleva andare sulla luna, sembra il sogno di un bambino e invece era il sogno dell’umanità di quel periodo. C’era una bella voglia di novità.

Hai condiviso il set con Daniele Pecci e Matteo Martari. Com’è stato lavorare con loro?

È stato bellissimo. Tutti dicono così in questi casi ma è stato veramente bellissimo perché sono due attori straordinari che guardo con grandissima stima e rispetto e da cui c’è da imparare. È stata la prima volta che lavoravo con Daniele Pecci, ero già sua fan, e rivederlo qui a fare mio marito è stato bellissimo. Ed è una persona strepitosa, fa molto ridere, so che non sembra ma è una persona che fa molto ridere! Con Matteo Martari, invece, avevamo già lavorato insieme ad Un passo dal cielo, quindi ho avuto la fortuna di trovare sul set un attore straordinario e una persona con cui lavoro bene e con cui ci conosciamo. Sono stati 6 mesi di riprese, tutte in zona rossa, a Torino, col freddo, non facili, ma in realtà, facili allo stesso tempo, grazie al gruppo e grazie a Riccardo Donna, un capo, un leader, una di quelle persone che ha scelto il lavoro giusto perché un regista deve essere un leader innato e quando sei un leader innato dai ordini in modo perfetto.

Tu hai un lato comico di cui si è parlato spesso in passato. In futuro ti piacerebbe un ruolo che faccia emergere maggiormente questo tuo lato comico?

Devo dire di sì! Io mi guardo allo specchio e vedo una faccia terribilmente drammatica però, poi, dentro di me, io non mi sento così, sento che dentro di me c’è uno zoo di scimmiette! Quindi, assolutamente sì, la commedia mi piace tantissimo e, in realtà, qualcosa si sta muovendo dal quel punto di vista… I ruoli drammatici hanno sempre quel peso in più però quelli comici sono nel mio cuore.