MasterChef Italia 2024, il volto bello dei talent
Iniziata la 14esima edizione di MasterChef Italia: le sorprese non mancano così come le conferme, dalla ‘santa Trinità’ dei giudici al racconto che punta al meglio, e non al peggio, dei concorrenti
MasterChef Italia inizia sempre dai Live Cooking: lungi dall’essere una mera introduzione alla gara ‘vera e propria’, i Live Cooking sono da anni il ‘manifesto’ dell’edizione. E questa quattordicesima annata del format Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy nasce all’insegna della comunità, del rispetto (che ormai da tempo è una delle principali chiavi del programma, abbandonate le urla di Cracco e i piatti volanti di Bastianich), del piacere di mettersi alla prova in una competizione ch non rinuncia alle rivalità ma che non ne fa il fulcro del racconto.
“L’importante non è vincere MasterChef, l’importante è essere una persona migliore” dice Reza, uno dei personaggi più rappresentativi della prima puntata dei Live Cooking: una storia che meriterebbe uno spin-off e un atteggiamento verso la cucina e verso la vita stessa che bene incarna lo spirito di questo programma. Uno spirito che spicca in un contesto in cui sembra che talent e reality debbano tirare fuori il peggio dalle persone per fare ascolti: MasterChef è ormai da tempo – e soprattutto grazie a questa ‘trinità’ di giudici – un’oasi di bellezza, un programma che rimette in pace con l’umanità, che dà la sensazione che non tutto sia perduto, che il bello sia tangibile, e non solo nei piatti che i concorrenti, sempre più preparati, presentano al giudizio.
Basta la prima scena della prima puntata di questa edizione: per la prima volta vediamo tutti gli aspiranti chef convocati per i Live Cooking al cospetto dei tre giudici. La ‘scusa’ è quella di illustrare al pubblico – non solo ai concorrenti per registrarne le reazioni – le novità introdotte, ma il risultato è quello di avere il senso di questo programma. Qui ritroviamo quel richiamo alla ‘comunità’ che si percepisce sì nella condivisione delle regole della corretta ‘convivenza’, ma anche quell’atmosfera che accomuna chi sta per vivere qualcosa di straordinario. Certo, tutti i concorrenti hanno gli occhi che brillano per l’emozione, per la tensione, per l’incredulità, ma i più belli da vedere sono quelli di chef Cannavacciuolo, che guarda tutti loro – dai 19 ai 70 anni – con la tenerezza con cui si guarderebbero dei cuccioli e la ‘gratitudine’ di chi accoglie qualcuno che è pronto a mettersi alla prova per dar vita a una passione comune. Davvero una meraviglia che riconcilia col concetto di ‘giudice’ (e ogni riferimento a talent danzerecci è assolutamente voluto).
“Tenacia e sensibilità”
Sembrano essere queste le ‘parole d’ordine’ di questa edizione – come quelle dette da Cannavacciuolo a Reza – anche se il claim recita “tutto può succedere”. Anche che un format in sé vicino alla perfezione migliori. Abbiamo sempre detto che apportare modifiche a quel che funziona non solo è rischioso, ma spesso è controproducente. Eppure questa volta le novità inserite nella fase del Live Cooking riescono a dare qualcosa in più senza appesantire: l’All-in rivela molto del concorrente ancor prima che inizi a cucinare – che sia consapevolezza dei tempi o arroganza da presunzione, mentre il Blind Test, che permette ai giudici di valutare al buio i loro iniziali “no”, compensa la componente ‘emotional’ che pure è necessaria nel racconto nei casting. La presenza, poi, del giudice ‘aggiunto’ nella sala della preparazione rende anche i 40′ iniziali parte del live cooking e non solo più un momento di ‘colore’ che introduce i personaggi. E va detto che chef Chiara Pavan è davvero un bell’acquisto: giovane, diretta, preparata, un ‘laser’ che funziona in tv. Il risultato è un sapore molto più equilibrato, “rotondo al palato” per dirla col lessico degli chef, senza nessun retrogusto amaro.
Chapeau (come sempre) al montaggio di MasterChef Italia
Se c’è una cosa su cui MasterChef è sempre stato maestro è il montaggio. Qualche anno ha mostrato la corda – diciamoci la verità – in quelle che sono state le edizioni più indigeste della sua storia. Ma in questi Live Cooking, forse ancor più degli altri anni, l’alternanza di casi umani e storie forti regalano una continua altalena di emozioni che non annoia. La colonna sonora esalta i sapori, mentre la presenza di assaggi di home visit dà un tocco di classe in più. Le presentazioni a ‘tema’ per ingredienti o per carattere rendono il tutto particolarmente raffinato: e qui c’è tutta l’attenzione degli autori. Tirati fuori i fazzoletti per Nonna Iolla e per Reza, si prova immediata repulsione per chi appare troppo sicuro di sé; eppure si riesce ancora a stupire di fronte a un’insalata di mare “chic” che ribalta le previsioni. Merito della scrittura e del montaggio, senza dubbio, che non lascia pause nei 70′ di puntata. E pur non ‘accettando’ i 20 minuti in più rispetto ai 50′ delle origini che ormai il format ha acquistato, diciamo che si fanno vedere (ma sono comunque troppi…).
Toccherà poi vedere cosa succederà quando la MasterClass si metterà ai fornelli, alzerà le Mystery Box, andrà in esterna, dimostrerà di avere i nervi saldi e di conoscere la tecnica. Per adesso MasterChef Italia 2024 si conferma una boccata d’aria nel panorama dei talent e dei reality italiani.