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Lucio Presta, l’intervista a Hoara Borselli, Amadeus, i soldi, Giovanna Civitillo. E la Rai?

Lucio Presta e la sua verità su Amadeus: una storia di soldi, contratti, produzioni televisive e regolamenti di Sanremo. E la Rai?

29 Aprile 2024 14:14

Dell’intervista rilasciata domenica da Lucio Presta a Il Giornale per fornire la sua versione dei fatti in merito alla rottura del rapporto professionale con Amadeus (la notizia fu anticipata da TvBlog il 23 dicembre scorso) si possono analizzare molti aspetti. Prima di entrare nel merito, un’osservazione: non può essere casuale la scelta del manager di concedere l’intervista a Hoara Borselli. Trattasi di uno dei nomi circolati qualche giorno fa in un retroscena pubblicato dal Corriere della Sera nel quale si dava conto delle presunte pressioni politiche subite (e respinte) da Amadeus in Rai negli ultimi tempi.

Insomma: se affidi a Hoara Borselli la tua verità oggettivamente finisci per alimentare la lettura ‘politica’ dell’addio di Amadeus dalla Rai (che entrambe le parti, Rai e Amadeus, nei giorni scorsi hanno smentito).

Per Lucio Presta Amadeus è rancoroso e ingrato

Esiste una malattia conclamata che si chiama ‘Sindrome rancorosa del beneficiato’ (…) La gratitudine è il sentimento della viglia (…) se tu fai del bene a qualcuno avrai tanti incavolati ed un ingrato”. Un grande classico: il manager scaricato dal talent lo accusa di ingratitudine. Lucio Presta si concentra sull’Amadeus del periodo post 2020, ricostruendo la collaborazione pluriennale per il Festival di Sanremo.

Il primo Festival di Sanremo fatto insieme è risultato un capolavoro di complicità. Amadeus non sapeva neanche da dove si potesse iniziare a formulare un regolamento e ciò che ne consegue, quali fossero i diritti e i doveri del Direttore Artistico del Festival. Potrei chiamare a testimoniare Claudio Fasulo (allora Capostruttura Rai) che ha vissuto con me quei giorni. Con Amadeus e la sua famiglia ho trascorso alcuni giorni a La Coruna, in Spagna, per scrivere interamente il regolamento che poi lui ha portato in Rai come opera sua.

Presta prosegue spiegando di aver costruito insieme al suo assistito la squadra per la kermesse di Rai1. Co-conduttrici incluse:

La scelta delle donne che lo avrebbero affiancato è nata durante le ripetute cene che Maria, la mia cuoca, preparava per lui tutte le sere a casa mia. Molte delle donne che avete visto sul palco dell’Ariston, Amadeus neanche le conosceva (Rula Jebreal ad esempio) (…)  Io le incontravo da solo su mandato di Ama, solo in seguito organizzavo una cena o un pranzo, regolarmente offerto e curato dal sottoscritto, per presentargliele. Alcune le ha incontrate per la prima volta direttamente durante i servizi fotografici di Saremo.

Una domanda e una riflessione: quello fin qui descritto rientra nelle normali attività di un manager televisivo di livello o, come sostiene l’agente di – tra gli altri – Bonolis, Benigni, Clerici, Perego, trattasi di extra? In ogni caso, questi fatti raccontano molto della situazione attuale dalle parti della tv pubblica, dove evidentemente i procuratori terzi continuano ad avere ampi margini di manovra anche nelle scelte editoriali.

Ma veniamo alla ciccia dell’intervista, che entra nel vivo quando si inizia a parlare di soldi – un altro grande classico dei divorzi professionali.

Amadeus e i soldi, secondo Lucio Presta

Prima di arrivare al quinto Festival, quello di quest’anno, a Settembre, io e Amadeus facemmo la terza edizione di Arena Suzuki ’60-2000, prodotta dalla società Arcobaleno tre (…) Terminato il programma Arena Suzuki iniziammo i lavori per il quinto Festival e quindi le prime riunioni Rai per definire la campagna Promo, la scenografia e i claim. Iniziai a scrivere il regolamento di “Area Sanremo” e lo ratificai con il Comune. Naturalmente tutto lavoro fatto gratis che non era di mia competenza (…) Incontrai Amadeus durante la presentazione del calendario dei Carabinieri, ci sentimmo per gestire le varie richieste degli artisti che volevano essere ospiti al Festival e a quel punto mi accorsi che qualcosa non andava: Ama diceva sempre no e declinava ogni proposta. Chiesi di avere un incontro con lui e la risposta fu che aveva molto da fare e che a dicembre sicuramente ci saremmo visti per chiarire alcune cose. Non poco sorpreso ripercorsi il passato in cerca di eventuali errori da parte mia. Per quanto mi sia sforzato non ho trovato fatti e circostanze che abbiano in alcun modo giustificato questo atteggiamento. (…) Amadeus chiese un appuntamento a me e a mio figlio in qualità di produttore di Arena Suzuki. Era Giugno 2023. Durante questo incontro Ama fece una richiesta: che gli venisse pagato dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100 per cento dei diritti della titolarità del format. Richiesta non raccoglibile. Direzione che era già pagata dalla Rai che aveva stretto un accordo con Arcobaleno Tre, titolare del format. Io ricordo ad Amadeus che non solo non può vantare quei titoli, ma che la Commissione di Vigilanza Rai ha vietato la possibilità che gli artisti possano prendere del denaro dai produttori di programmi che loro conducono (…(…) In qualità di manager abbandonai la riunione. Amadeus rimase con mio figlio che cedette alle sue insistenze fino a riconoscergli una quota in qualità di Direttore artistico del programma e per aver collaborato all’ideazione del programma. Ribadisco: cosa non vera perché se così fosse stato sarebbe stato obbligato a dare il format alla Rai come da suo contratto con l’azienda (…) Mio figlio gli riconobbe 90mila euro, oltre quelli versati negli anni precedenti ed anch’essi non dovuti. Denaro che Ama ha fatturato regolarmente con la dicitura “direzione artistica”, contravvenendo così alla circolare della Vigilanza Rai. Inoltre l’acquisto del programma avvenne negli anni, da parte della Rai, come acquisto diritti di ripresa, quindi il format, di fatto è di Arcobaleno Tre.

Una ricostruzione che – nel caso in cui fosse confermata con prove e documenti (Presta afferma di esserne in possesso) – dovrebbe – come minimo – stimolare l’attenzione della Rai. La tv pubblica potrebbe essere interessata – eufemismo – anche da quanto svelato da Presta rispetto al caso John Travolta scoppiato a Sanremo 2024.

Nel mese di ottobre il manager di Travolta (Oscar Generale) mi scrisse se eravamo interessati alla presenza dell’artista ad una cifra molto bassa perché lo sponsor delle scarpe era disposto a pagare la differenza del suo cachet. Ho informato Amadeus sconsigliandogli di fare l’operazione. Amadeus si è detto subito d’accordo a non avere Travolta al Festival. A novembre, un mese dopo, il manager di Travolta ha rilanciato l’offerta. Io non ho risposto ma ho condiviso con Alessio De Stefani, mio collaboratore e autore del Festival che si erano offerti di nuovo. Sono certo che una volta arrivati a Sanremo il manager abbia contattato De Stefani riproponendo il tutto. Sta di fatto che al Festival, quanto dal manager proposto si è poi avverato e le uniche persone che sapevano della proposta erano Amadeus e De Stefani“.

La versione di Presta si discosta molto dalle affermazioni di Amadeus (e dei dirigenti Rai) che alle accuse di pubblicità occulta delle scarpe ha risposto negando qualsiasi tipo di accordo commerciale, parlando anzi di “stron*ata per fare polemica”.

Per la cronaca, in tema di soldi Lucio Presta rivela pure che dopo la richiesta di Ama di interrompere subito il rapporto professionale con lui, a dicembre 2023, “in quella circostanza mi ha confermato che avrebbe onorato il pagamento delle mie spettanze fino a fine contratto (Agosto 2024) salvo che a gennaio mi ha comunicato, attraverso il cognato (suo commercialista), che intendeva pagare solo fino a dicembre. Per questo è stata data disposizione all’ufficio legale di tutelare i miei interessi“.

Il ruolo di Giovanna Civitillo

Nella lunga intervista, Presta ipotizza che i comportamenti di Amadeus non siano del tutto farina del suo sacco (“sinceramente credo sia stato spinto a farlo“), ma non indica presunti responsabili indiretti. In un passaggio però – raccontando l’appunto fattogli da Amadeus  – tira in ballo Giovanna Civitillo, la moglie del conduttore:

Secondo lui, io avrei organizzato con il direttore del day-time Rai Angelo Mellone, la presenza di un corner all’interno del teatro Ariston, per gli inviati dei vari programmi Rai. A tal proposito mi inviò un messaggio vocale duro che riporto testualmente: “Nessun programma di day-time sarebbe mai dovuto entrare all’Ariston, tranne la Vita in Diretta. Nessun inviato di nessun programma sarebbe potuto entrare all’Ariston fatta eccezione della signora Giovanna Civitillo. Tutti gli altri inviati degli altri programmi devono stare fuori dall’Ariston” (…) Il direttore artistico del Festival ha un potere decisionale immenso sul Festival come da contratto, ma nessun diritto sui programmi della Rai che trattano il Festival. Inoltre quella richiesta era stata fatta dal direttore Mellone alla vicedirettrice Lentini ed io non ne ero assolutamente a conoscenza.