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I Sansoni a TvBlog: “Niccolò Presta è stato il primo a credere in noi. Quando ci hanno chiamato da Striscia abbiamo subito pensato ai fake trailer”

Arrivati a Striscia la Notizia lo scorso settembre, I Sansoni ripercorrono con TvBlog il loro percorso professionale fino ad oggi.

28 Novembre 2022 16:03

Tutto parte e rimane in Sicilia per loro: I Sansoni, infatti, nascono artisticamente nel 2015 a Palermo e lì rimangono anche ora che sono approdati a Striscia la Notizia. Un percorso professionale che parte da un concorso in cui si iscrivono in maniera casuale, ma che segnerà una svolta per la loro carriera, che stava già per arrivare al capitolo fine se non fosse arrivata la notizia della vittoria del concorso Getting Stars. Il tutto si racchiude in una vicenda professionale ancor in divenire, che però TvBlog ha deciso di ripercorrere con loro, per rivivere passo a passo il cammino che oggi li ha condotti a Striscia.

Come nascono artisticamente I Sansoni?

Tutto parte da sei video che abbiamo fatto su Youtube che si chiamavano Spy Life -Vado a vivere da soli: era una sitcom in cui eravamo due fratelli che erano andati appunto a “vivere da soli”. 

Tutto cambia con Getting Stars.

Abbiamo iscritto a questo concorso un video che avevamo realizzato doppiando un breve documentario della BBC sugli animali. Noi solo casualmente alcuni mesi dopo, aprendo quella che erano la nostra pagina, ci siamo ritrovati tanti messaggi perché avevamo vinto il concorso.

Dietro a questo concorso c’era Niccolò Presta. Lo conoscevate già?

No, non lo conoscevamo. Niccolò ci disse subito che aveva altre idee e progetti per noi. Il merito di Niccolò per quello che noi stiamo facendo oggi è incredibile perché ha creduto in noi: ha volte per credere in te hai bisogno che per primo altri credano in te.

Qual è il rapporto che invece vi lega a Ficarra e Picone?

Per noi Ficarra e Picone sono due leggende che camminano. Li abbiamo conosciuti agli inizi: loro però non ci hanno mai fatto sentire a disagio, noi abbiamo imparato dall’umiltà di queste due leggende.

L’essere arrivati in quella che per anni è stata casa loro, ovvero Striscia la Notizia, vi responsabilizza ulteriormente?

La responsabilità che sentiamo nell’arrivare a Striscia la Notizia, a prescindere da Ficarra e Picone, è una responsabilità che ci ha dato innanzitutto il nostro pubblico nel dimostrare che abbiamo meritato quel posto. Loro più volte nelle interviste che hanno rilasciato non hanno citato solo noi come possibili loro eredi, ma anche I Soldi Spicci e Roberto Lipari. Probabilmente la loro eredità, come quella di Franco e Ciccio, in Sicilia è così grande che si disperde in tanti rivoli.

Come siete arrivati a Striscia?

Noi avevamo già individuato che tra tutti i progetti che avevamo sviluppato quello dei fake trailer fosse quello più televisivo. Quando ci ha chiamato per Striscia lo storico autore Lorenzo Beccati, abbiamo immediatamente fatto capire che poteva arrivare a Striscia un prodotto già finito. 

Continuate a stare in Sicilia o vi siete dovuti trasferire?

No, continuiamo a vivere a Palermo perché qui abbiamo il centro di produzione di tutto quello che abbiamo realizzato fino ad oggi: con la nostra troupe ci basta montare una luce e poi andiamo spediti. Per noi è un plus lavorare a qui: finché possiamo, non lasciamo Palermo.

Antonio Ricci lo avete già incontrato di persona?

Sì, alcuni giorni fa. Ci eravamo già sentiti telefonicamente, sentendo fin da subito una perfetta sintonia. Il colloquio con lui sono stati 40 minuti di storia: con lui abbiamo trovato un punto comune nelle perplessità dei genitori di fronte alle scelte lavorative che avevamo compiuto come figli.

Roberto Lipari intervistato alcuni giorni fa per TvBlog ha detto: “L’unico modo per crearsi il pubblico è andare tu dal pubblico e non il contrario”. Condividete?

Secondo noi, quello che c’è in comune fra tutte le vare piattaforme e i canali attraverso cui esprimersi è il contenuto, la storia che ognuno decide di raccontare. Ovviamente ogni piattaforma richiede un proprio linguaggio, però bisogna sempre scindere il contenuto dal linguaggio con il quale lo si esprime.