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Il Grande fratello vip, il gioco, il racconto e le emozioni

Il grande fratello vip e la sfida nella televisione di oggi, fra il gioco, il racconto e l’elemento emozionale sempre più importante

di Hit
15 Novembre 2020 23:07

Lo abbiamo già scritto qui abbondantemente di quanto sia proficuo per Canale 5 il Grande fratello vip per la sua programmazione. Due serate a settimane con un prodotto che ti assicura una media di circa il 20% di share per oltre 5 mesi filati di programmazione sono oro colato, sopratutto per una rete che ha tremende difficoltà a programmare fiction che sappiano abbattere il medesimo muro di ascolti. Prodotti come le fiction che poi sappiamo bene quanto abbiano alti costi di produzione rispetto a quelli di un GF,  costi per altro spesso non  corroborati da altrettanti alti dati di audience. Detto questo va sottolineato come deve essere dannatamente difficile confezionare due prime (e seconde) serate alla settimana con oltre  tre ore di programma per lo storico reality show. Trovare argomenti, situazioni, dinamiche e temi in quella casa che sappiano reggere due prime serate lunghe a settimana non deve essere assolutamente facile, quindi “chapeau” come direbbe la grande Loretta Goggi e massimo rispetto per il team che confeziona il programma.

L’elemento gioco, che all’inizio era la parte più importante del programma (dieci concorrenti con il momento delle nomination e dell’eliminazione) è diventato via via sempre meno importante, anche se rimane ovviamente la parte cui il programma alla fine dei conti si veste. Altrettanto ovvio che, anche alla luce del cambio dello scenario mediatico in questi 20 anni con una importanza sempre più evidente del pubblico che può esprimere il proprio interesse e le proprie opinioni attraverso i social network,  sia importante dare evidenza nel corso del programma (e del quotidiano appuntamento col day time) delle dinamiche che vengono a crearsi all’interno della casa dalla porta rossa.

Se una volta -per dire-  il momento topico era la gara di ballo con annesso premio in vivande, tanto per fare un esempio delle primissime edizioni di questo format,  ora sono diventate sempre più importanti le interazioni dei concorrenti, prima registrate dalla telecamere posizionate nella casa e poi radiografate dal team di autori che le devono in qualche modo “tradurre” per il pubblico del lunedì e del venerdì sera. In tutto questo diventa oltre modo importante il coinvolgimento come conduttore (e non solo)  nelle ultime edizioni del Grande fratello di Alfonso Signorini, che essendo direttore di uno dei maggiori settimanali di gossip nostrani,  che proprio della vita dei Vip si occupa nel suo giornale, diventa elemento fondamentale non solo nella costruzione del cast (lui per forza ha rapporti con molti very important person) ma anche e forse ancora di più nel raccontarne (e tradurne) le gesta nelle mura della casa di Cinecittà al pubblico televisivo (ed  internettiano).

Con il tempo dunque e sopratutto nelle ultime edizioni con le celebrità in gara, l’elemento gioco, oltre che il cazzeggio fine a se stesso,  diventano sempre meno interessanti, mentre la parte emozionale ha maggior ragione di esistere,  sia nel racconto della vita vissuta nella casa giorno per giorno,  che nei confronti diretti durante i due prime time trasmessi da Canale 5. La parte emozionale dunque nelle dirette serali di Canale 5 deve essere in qualche modo sviluppata, arricchita, impreziosita e valorizzata, perchè è di questo elemento, sopratutto in una condizione di vita coatta come quella vissuta dai concorrenti del Gf vip 5, ha fondamentalmente bisogno questo programma.

La ricetta giusta per un programma ovviamente non esiste, o meglio, quel che è giusto per oggi potrebbe non essere più giusto per domani, anzi spesso proprio non lo è. Va detto però che se un programma esiste da 20 anni qualche motivo ci sarà, perchè quello che era quasi un esperimento sociale nell’ormai lontano anno 2000 proposto dalla giornalista patinata Daria Bignardi,  oggi è diventato un programma televisivo che deve vivere con le regole di oggi (con un occhio ai social e curiosamente la parola torna) ma con le basi ben piantate in quello che è alla fine della fiera l’essere umano, un coacervo di sentimenti, impastato da tante emozioni, tutto questo semplicemente per sopravvivere.

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