Home Notizie Fuori dal coro diventa il palco delle ambiguità. Giordano gioca con le “facce” come faceva Fede

Fuori dal coro diventa il palco delle ambiguità. Giordano gioca con le “facce” come faceva Fede

Fuori dal coro gioca con le facce e i cartonati. Putin sorridente e istituzionale, Biden goffo e ‘bollito’, Zelensky serioso e agguerrito

20 Aprile 2022 15:58

Dillo con una foto, se non vuoi farlo con le parole. A Fuori dal coro viene rispolverata una vecchia tecnica adottata per anni dal Tg4 di Emilio Fede, che omaggiava Romano Prodi con la messa in onda delle sue peggiori immagini in circolazione. Espressioni goffe, decisamente particolari, che riuscivano a ‘descrivere’ l’oppositore senza la necessità di aprire bocca.

Prodi stavolta non c’è, tuttavia il medesimo meccanismo sembra essere stato adottato per Joe Biden. E il dettaglio risalta ancora di più all’occhio se dall’altra parte, al contrario, lo stesso trattamento non viene riservato a Vladimir Putin.

In che mani siamo?”, si domanda Mario Giordano. “Di là Putin, con i suoi errori, le sue parole forti, la minaccia del nucleare. Di qua Biden, che parla a sproposito di genocidio, che alza i toni”. Di quest’ultimo, pochi istanti prima, era stata lanciata l’ultima gaffe, col presidente Usa ritrovatosi a stringere la mano ad una persona che in realtà non c’era. Ecco allora che l’allusione ad un Biden ‘bollito’, o comunque poco lucido, appare evidente.

Ci sono poi i cartonati, vero e proprio must del programma. E pure qui si nota qualche differenza tra Putin e Volodymyr Zelensky. Se il primo spicca per volto sorridente, abiti eleganti e lineamenti risalenti almeno ad una quindicina d’anni fa, il leader dell’Ucraina invece mostra un broncio minaccioso e l’abbigliamento ‘da battaglia’, unico outfit – va detto – esibito da Zelensky negli ultimi cinquanta giorni.

Il messaggio che arriva a casa è pertanto quello di un Fuori dal coro perennemente ambiguo. Solidale con l’Ucraina ma non troppo, contro Putin ma anche contro gli americani e Zelensky, responsabile di una mancata resa che toglierebbe dai guai anche l’Italia, dalla questione del gas in giù.

Draghi manda armi in Ucraina però chiede di cessare il fuoco” urla Giordano, che a sorpresa prende le parti di Papa Francesco e auspica la pace. “Ha fatto portare la croce ad una ragazza ucraina e ad una ragazza russa. La tv ucraina addirittura ha oscurato queste scene. C’è qualcuno che pensa alla pace in questa situazione?”.

Fuori dal coro, a differenza di Cartabianca e Di Martedì, agisce per tesi. Giordano non fa un puro talk, bensì orienta le opinioni in una determinata direzione. Un chiaro limite, perlomeno in questa fase, che ha portato ad un indebolimento del programma sul fronte del ritmo, oltre che ad una contraddizione evidenziata addirittura da Giorgia Meloni: “Putin ha invaso l’Ucraina. Non possiamo sostenere la legittima difesa quando un ladro ti entra dentro casa e non quando un esercito invade la tua nazione. Io sostengo la legittima difesa sia quando un ladro mi entra dentro casa che quando un esercito invade una nazione”.

Già perché Giordano, contemporaneamente al racconto del conflitto russo-ucraino, continua guidare la lotta ai ‘ladri di case’. Paradossi del martedì sera.