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Rai Sport, Bragagna: “L’ipotesi del taglio di un canale è un campanello d’allarme”

Il giornalista lancia un velato ‘appello’ contro il dimezzamento di Rai Sport durante la telecronaca della Cerimonia di Chiusura di Rio 2016.

pubblicato 22 Agosto 2016 aggiornato 19 Gennaio 2024 16:54

Franco Bragagna coglie l’occasione della telecronaca della Cerimonia di Chiusura di Rio 2016 per spezzare una lancia a sostegno di Rai Sport, che potrebbe veder chiuso una delle sue dure reti digitali terrestri (al momento visibili ai canali 57 e 58). Commentando le 28 medaglie dell’Italia, risultato superiori alle previsioni fatte alla vigilia anche da osservatori titolati come Sport Illustrated, il giornalista ha avviato una (blanda) riflessione sullo stato degli sport minori nel nostro Paese:

“Non ci prendono tantissimo nei pronostici perché l’Italia ha un’attenzione decisamente superiore alle Olimpiadi rispetto ai Mondiali delle varie discipline, contrariamente a quanto accade negli altri Paesi. Sarà anche per la cultura sportiva italiana, quella del “tanto calcio e poco degli altri per tre anni”, quando finalmente arrivano gli altri sport”.

Una cultura sportiva ‘calcio-centrica’, quindi, consolidata da costumi comunicativi che poco lasciano agli ‘altri sport’ nelle reti generaliste, ad esempio; da qui la centralità delle Olimpiadi come momento essenziale per la promozione delle varie discipline.

“Ecco che i giochi olimpici sono un momento forte per fare promozione a tutti i livelli, che dovrebbe coinvolgere ancor di più il Comitato Olimpico Nazionale. Se poi ci aggiungiamo la ventilata ipotesi della riduzione di un canale sportivo della stazione che ha trasmesso queste Olimpiadi, [anche questo è un] altro piccolo campanello d’allarme per lo sport a cinque cerchi italiano e per la sua promozione”

chiosa Bragagna, che fa, quindi, una sorta di ‘appello’ per il mantenimento delle due reti Rai Sport, intese come strumento essenziale per diffusione di una cultura sportiva meno orientata al solo ‘pallone’. Già da qualche tempo, infatti, si parla della chiusura di una delle due reti.

Il riferimento alla chiusura di un canale Rai Sport non è passato inosservato durante la diretta della cerimonia di chiusura, servita anche a fare un bilancio della missione italiana e un confronto con altre Nazioni, come la Gran Bretagna classificatasi seconda anche sull’abbrivio di Londra 2012, che ha comportato un forte investimento del Comitato Olimpico Britannico per le varie Federazioni e che ora continua a raccogliere i frutti di quanto fatto per la scorsa edizione dei Giochi. Da qui la riflessione sullo stato dell’arte in Italia: certo che la perifrasi per non citare la Rai è da applausi.

Ora si aspetta Tokyo 2020, anzi già il 7 settembre si torna a Rio per le Paralimpiadi: anche questo potrà essere un banco di prova per la cultura sportiva italiana, per la Rai e per il Comitato Olimpico italiano.

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