Home Rai 1 Diversi come due gocce d’acqua, ma uguale a tante altre storie: la recensione del film-tv

Diversi come due gocce d’acqua, ma uguale a tante altre storie: la recensione del film-tv

Una storia prevedibile, che dice al pubblico quello che già sa

8 Dicembre 2022 23:50

Una commedia sentimentale, dove più della commedia valgono i sentimenti: è questo Diversi come due gocce d’acqua, il film-tv che inaugura la sesta stagione del ciclo di film di Purché finisca bene. Fedele sempre alla sua mission di raccontare un’Italia contemporanea ma mai cupa, l’antologia di Raiuno (visibile anche su RaiPlay) anche questa volta regala al pubblico una storia dal lieto fine dove, però, gli elementi scontati sono troppi.

Diversi come due gocce d’acqua, recensione

Diversi come due gocce d acqua La storia segue un format di cui sia il cinema che il piccolo schermo hanno stra-abusato: lui, lei, un mare di differenze, l’avvicinamento, l’allontanamento, la dichiarazione finale, la formazione della coppia. Alessio Lapice e Chiara Celotto, qui alla prima prova da protagonisti assoluti dopo anni di personaggi secondari, svolgono un lavoro che altro non è che dare al pubblico ciò che il pubblico sa già che accadrà.

Così, il film-tv si sviluppa seguendo degli snodi alquanto prevedibili, senza particolari sforzi narrativi. Ma non ci si aspettata di più: fin dalle sue premesse, Diversi come due gocce d’acqua vuole giocare sulle differenze tra i due protagonisti, differenze superate dalle emozioni che li accomunano.

Il film-tv infatti, nel rispetto del senso dei racconti di Purché finisca bene, racconta una generazione potenzialmente capace di cambiare le carte in tavola, ma che a volte teme troppo il confronto con il passato. La paura di osare diventa così il fil rouge della trama, coinvolgendo anche gli altri co-protagonisti, fino alla risoluzione che, partendo dal proverbio latino “Amor odit inertes”, “l’amore odia gli inerti”, offre anche una morale conclusiva.

Più sentimento che commedia, dicevamo, per un film-tv che non sorprende, ma intrattiene un pubblico che non ha voglia di pensare troppo e che vuole più che una novità una conferma di ciò che già sa e che ha già visto sentirsi dire in altre occasioni.

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