Cine Sony, La Mario a Blogo: “Renderemo nuovo il cinema classico. Quelle brave ragazze? All’inizio il pubblico mi insultava per i tatuaggi”
In occasione del lancio di Cine Sony, canale dedicato al cinema sul 55 del digitale terrestre, Blogo ha intervistato La Mario, conduttrice di Cine Classic
Da domani, giovedì 7 settembre 2017, sul canale 55 del digitale terrestre si accende Cine Sony, nuovo canale di Sony Pictures Network Television (che sul digitale ha già debuttato nei mesi scorsi con Pop) interamente dedicato al mondo del cinema. Un debutto che vedrà la prima visione, alle 19:00, di “Captain Philips”, film con protagonista Tom Hanks nei panno di un comandante di una nave presa in ostaggio da dei pirati.
Cine Sony proporrà una vasta gamma di pellicole, spaziando dalle più recenti a quelle del passato, per un pubblico di appassionati e di curiosi. Tra i film previsti nelle prime settimane, la prima tv di “Draft Day”, con Kevin Costner, ma anche pellicole come “Big Fish”, “Quando l’amore brucia l’anima”, “Spider-Man 3” e “Jerry Maguire”.
Previste anche alcune produzioni originali: oltre a Cine Sony News, in onda ogni giorno alle 20:55, il canale proporrà La fabbrica dei sogni, dedicato al cinema italiano, con Antonio Bracco e Federico Gironi, lo speciale Donne da Oscar condotto da Margerita Buy e Cine Classic, approfondimento che dal lunedì al sabato alle 13:00 introdurrà un classico del cinema di Hollywood condotto da La Mario (al secolo Mariolina Simone).
Blogo ha intervistato proprio La Mario, che in questi giorni sta chiudendo la sua esperienza del mattino su Raiuno con Quelle brave ragazze, alla vigilia della partenza del nuovo programma, il cui primo ciclo sarà composto da 28 puntate, in replica anche nel corso della giornata oltre all’appuntamento quotidiano.
Che programma sarà Cine Classic?
“Sarà un programma che porterà di nuovo il cinema Classico, con la C maiuscola, nelle case di coloro che sono degli appassionati di cinema ed in quelle di coloro che ancora non sanno di essere appassionati di cinema”.
Che taglio darete al programma, quindi?
“Abbiamo subito avuto le idee molto chiare sulla struttura del format. Ci sarà un ‘pre-film’ ed un ‘dopo-film’. Nel ‘pre-film’ racconteremo tutte le curiosità più -passami il termine- nazional-popolari, perchè parleremo delle curiosità dell’attore protagonista, del backstage o delle liti tra i divi del film, tutto ciò insomma che può invogliare il pubblico a vedere il film. Alla fine, invece, ci sarà un approfondimento più cinematografico ma attraverso un linguaggio che rimarrà molto pop. Il modo di raccontare i film non sarà da ‘critico’”.
Non saranno delle “lezioni di cinema”?
“No, assolutamente, anche perchè io sono allergica a questo modo di raccontare il cinema. Sarà un modo molto diretto, veloce e colorato”.
Quanto durerà ogni puntata?
“Considerato che sia prima che dopo il film ci saranno clip ed interviste inedite, dovrebbe durare 12 minuti il ‘pre’ e 12 minuti il ‘dopo’”.
E ci sarà uno studio, degli ospiti?
“Sono in studio e sono da sola. Abbiamo ricreato una location molto particolare, a tratti noir, molto intima, per cui si crea un rapporto diretto tra me e chi sta a casa”.
In tv di programmi dedicati al cinema sono pochi, spesso sono accademici e vanno in onda ad un’ora tarda, mentre il tuo sarà trasmesso (oltre alle repliche) alle 13:00…
“Sì, questa sarà una delle innovazioni: portare il cinema all’ora di pranzo. Per me è un modo diverso per entrare in contatto con il cinema”.
Secondo te questa carenza di programmi di questo tipo è dovuto al fatto che spesso diventano delle lezioni o al fatto che il cinema sulla tv generalista non fa più grandi ascolti?
“Io sono del parere che se una cosa la sai fare, in tv funziona. Non è vero che il cinema in tv non funziona, ma gli esperimenti fatti finora hanno portato sul piccolo schermo dei professori o presunti tali che allontanano il pubblico e non lo avvicinano. Tutto sta nella modalità di racconto: il cinema piace. Anche un film di Humphrey Bogart degli anni Cinquanta può piacere ad un 18enne così come ad un 50enne. Ma se lo racconti, come dicevi tu, in maniera accademica, il pubblico cambia e va su Netflix a vedersi una serie”.
Il cinema negli ultimi anni in tv ha ottenuto sempre più spazio nella tv tematica, come Iris, Rai Movie e Paramount Channel. In questo contesto si inserisce Cine Sony: in cosa il canale, tramite il tuo programma, cercherà di differenziarsi?
“Beh, innanzitutto, nella scelta della conduzione. Io arrivo dalla radio, ho un’immagine che non passa inosservata -sono tatuata dalla testa ai piedi-… Mettere un personaggio così di rottura a parlare di cinema elegante, che è sempre stato trattato con un alone di mistero e con uno stile reverenziale, già questo rompe gli schemi ed incuriosisce. In più aggiungi che il mio linguaggio è quello della radio, quindi più veloce, più diretto, senza giri di parole… Tutto questo, secondo me, serve a svecchiare e riavvicinare il pubblico”.
Pubblico che, come accennavi, scappa sempre di più sulle piattaforme digitali…
“Nel racconto di alcuni film, che hanno temi molto importanti, abbiamo usato un linguaggio molto moderno. Parleremo di film che trattano temi come la pedofilia, la droga, ma che sono degli anni Cinquanta e della metà degli anni Sessanta”.
Tu provieni dalla radio, oltre ad una cultura musicale, sei un’esperta di cinema, ma sei conosciuta soprattutto per la prima…
“Ho studiato Cinema ed ho lavorato per nove anni per Coming Soon Television. Diciamo che all’alba dei miei 43 anni si parla di me più per la radio, me nel passato c’è stata tanta tv dedicata al cinema. Coming Soon mi ha molto segnata, sono andata in giro per i Festival, ho intervistato chiunque, tant’è che adesso mi porto dietro questa deformazione professionale per cui se vado al cinema devo vedermi almeno due film di seguito, sennò non ci vado proprio!”
Quindi hai accettato di condurre Cine Classic anche in virtù di questo tuo desiderio di tornare a parlare di cinema?
“Sì. Ora sto conducendo ‘Quelle brave ragazze’ ma la mia speranza è che Andrea Fabiano, direttore di Raiuno, mi faccia condurre un programma di cinema, magari diverso da quello di Marzullo (ride, ndr)… Ad ognuno la sua fetta di pubblico!”.
Sicuramente condurre un programma di cinema su un canale tematico chiede molta audacia…
“Io ci vedo molta audacia ed incoscienza (ride, ndr). Secondo me però vale la pena di provarci. Ovviamente ci sono dei colleghi che stanno lavorando su altri format, e so che l’impronta che Cine Sony vuole dare al canale è universale. Poi, il fatto che sia un canale gratuito e non a pagamento è un valore aggiunto”.
Hai altri progetti su Cine Sony?
“So che dopo aver visto le prime puntate la rete ha detto di voler fare una seconda edizione e non più solo sui classici…”
Hai una lista di film di cui ti piacerebbe parlare?
“Tra i classici di cui parleremo ‘Il mago di Oz’, che trovo un film molto moderno, ho adorato molto e quando posso lo propongo anche ai miei alunni in Accademia. Poi mi piacerebbe fare un ciclo di film più contemporanei, da ‘City of God’ a ‘Trainspotting’ passando per i film di Ozpetek, sarebbe bello raccontarli in modo diverso, un po’ come stiamo già facendo con i classici. Non raccontare solo la semplice trama, ma raccontare in modo molto leggero il senso del film, senza parole pesanti”.
Come vedi lo stato del cinema italiano di oggi?
“Conducendo da parecchi anni le Giornate del Cinema di Riccione ed avendo a che fare con numerose anteprime, devo dire che ho notato un miglioramento assoluto. Ad esempio Edoardo De Angelis è uno di quei registi su cui bisogna puntare, così come Edoardo Leo. I registi bravi, ci sono, anche i produttori bravi, a volte mancano le distribuzioni, che però ora cominciano ad esserci”.
Invece cosa ne pensi del ruolo delle piattaforme che stanno entrando in questo mondo, in particolare di Netflix, che al Festival di Cannes è stato criticato per la sua partecipazione con il film “Okja”?
“Io sono per il libero mercato e per la concorrenza. Chi ne ha paura non può fare questo mestiere. E parlo anche per la tv e per la radio. Per me tutto quello che crea concorrenza di qualità va bene”.
Domani parte Cine Classic, mentre venerdì si chiude Quelle brave ragazze. Che bilancio fai di questa esperienza?
“E’ stata un’esperienza molto strana. Nelle prime due settimane di diretta ho dovuto ‘combattere’ contro il pubblico di Raiuno perchè su Facebook mi insultava perchè sono tatuata. Facendo ogni mattina le dirette Facebook, per due settimane ho dovuto litigare con alcuni telespettatori… Poi, guardando la trasmissione, quelli che mi odiavano tanto ora sono quelli che mi scrivono perchè sono contenti di quello che raccontiamo. Devo ringraziare Andrea Fabiano che ha avuto il coraggio di rompere certe regole. Alle dieci del mattino, quando il pubblico medio è quello del 70enne, mandare in onda LaMario significa provare a cambiare le cose”.
E la produzione ti ha aiutata?
“Loro mi sono stati molto vicini, abbiamo anche fatto una puntata dedicata ai tatuaggi. Ma ho apprezzato molto il fatto che non mi abbiano tolto la diretta su Facebook, si sono fidati di me e mi hanno dato spazio in trasmissione. Sono grata agli autori: non è facile fidarsi di una persona che non conosci. Io avevo già lavorato su Raiuno, ma in programmi dedicati alla musica ed ad orari differenti. Mi hanno circondata di attenzioni, sono stati attenti che non ci fossero commenti troppo pesanti. Ma da un punto di vista antropologico, quando ho visto chi erano le persone che mi insultavano, dipendenti pubblici di importanti strutture, è venuto fuori il quadro di un’Italia che mi ha lasciato perplessa”.
Il format è quello dei programmi americani di daytime, proposto nei mesi scorsi anche da The Real: la critica italiana però sembra scettica di fronte a questo genere televisivo, ovvero di un gruppo di donne che parla di tutto tranne che di cronaca…
“Sono andata a New York per un mese e le persone non si accorgevano dei miei tatuaggi. Sono molto più abituati al diverso, in Italia è più complesso. Anche perchè noi abbiamo questo fantastico gusto nel dissentire e di dire subito ‘no’. Io trovo che siamo brave, siamo quattro donne completamente diverse che vanno a braccio, non è facile”.
A questo punto si potrebbe pensare di proporlo in un’altra fascia oraria…
“Ci abbiamo pensato tutte e quattro, anche il capo progetto, di andare in onda il pomeriggio. Ma per ora gli spazi sono tutti occupati”.
Pensi che il programma possa tornare l’anno prossimo?
“L’idea è già stata avanzata da Fabiano, il programma è andato bene. Siamo partiti con ascolti bassi, ma è normale quando prendi il posto della cronaca. Ora gli ascolti sono buoni ed ad Andrea piacerebbe rinnovare il format. Per quanto mi riguarda qualcosa si sta muovendo. Per ora incrocio le dita”.