Home Rai 1 Gli anchorman della tv alla vigilia delle elezioni: fair play o rissa di sempre?

Gli anchorman della tv alla vigilia delle elezioni: fair play o rissa di sempre?

A circa due mesi dal voto, i guru dei programmi di approfondimento scoprono le carte. Come dimenticare la competizione infuocata delle ultime elezioni, tra grida furibonde e scontri di fuoco? Dall’abbandono dello studio di Lucia Annunziata da parte di Silvio Berlusconi allo scontro su una puntata di Matrix a cui si rifiutarono di partecipare prima

11 Febbraio 2008 11:19

veltroni berlusconi A circa due mesi dal voto, i guru dei programmi di approfondimento scoprono le carte. Come dimenticare la competizione infuocata delle ultime elezioni, tra grida furibonde e scontri di fuoco? Dall’abbandono dello studio di Lucia Annunziata da parte di Silvio Berlusconi allo scontro su una puntata di Matrix a cui si rifiutarono di partecipare prima Rutelli e Fassino, poi Fini e Casini, la campagna elettorale in tv è sempre stata associata a un ring. In vista del prossimo verdetto, si dovrebbe cambiare regia.

Lo stesso presidente della Rai, Claudio Petruccioli, mette già le mani avanti:

“Durante la campagna elettorale la tv pubblica dovrà emanare un clima di serenità, di tranquillità, di rispetto nei confronti di tutti. Non nascondo che i motivi di maggiore preoccupazione vengono dai talk show serali, in occasione dei quali gli ospiti, spesso, non offrono il meglio, e il conduttori non sempre resistono alla tentazione demiurgica”.

Sul numero del Sorrisi e Canzoni Tv che trovate in edicola, promettono fair play (con qualche eccezione) i giornalisti più in vista delle nostre televisioni:

Bruno Vespa: “Questa volta mi aspetto un confronto molto diverso rispetto ad allora, meno esasperato. Innanzitutto il nuovo leader della sinistra, Walter Veltroni, ha uno stile più morbido e meno intransigente di quello che aveva adottato Romano Prodi. E lo stesso Berlusconi, poi, non ha interesse ad alzare i toni dello scontro. Si aspetta di andare al governo e sa che un clima di armonia renderebbe più facile il suo lavoro dopo le elezioni”.

Enrico Mentana: “Elezioni come quelle di due anni fa non le auguro a nessuno. Ma penso che i politici abbiano imparato la lezione e saranno più misurati. Le elezioni sono un film di cui conosciamo solo i due protagonisti. Ma le parti di contorno non sono ancora assegnate, e possono essere decisive. Se Bertinotti correrà da solo, per esempio, il tradizionale duello televisivo dovrà essere sostituito da una nuova formula”.

Maurizio Belpietro: “La par condicio (ovvero la legge n.28 del 2000 che anche questa volta regolerà il lavoro degli addetti dell’informazione ndr), è una stupidaggine, indegna di un Paese normale. E lo abbiamo visto durante gli ultimi duelli televisivi, soporiferi e addirittura imbarazzanti, con i giornalisti costretti a pesare col bilancino domande e tempi di risposta. Io vorrei che questa volta ai leader fossero poste domande vere, ficcanti, e che che ci fosse più contradditorio”.

Giovanni Floris: “Saranno elezioni più complicate delle precedenti, perché ci sono più candidati alla guida del Paese. Comunque a Ballarò seguiremo la ricetta di sempre: partire dai problemi per chiedere ai politici come risolverli. E mi piacerebbe dar voce anche alle parti sociali”.

Michele Santoro: “Non faccio previsioni, è troppo presto, e non ho ancora una ricetta su come raccontare le elezioni. Certo che mi piacerebbe discutere anche della par condicio”.

Una par condicio richiamata spesso, visto il rigido regolamento tutelato soprattutto dalle Tribune curate dalla redazione di Rai Parlamento. Il direttore, Giuliana Del Bufalo, spiega:

“Una volta presentate le liste elettorali, la Commissione parlamentare di Vigilanza stabilisce il calendario per le conferenze del loro portavoce. E ovviamente tutti vogliono apparire su Raiuno, che è il canale di maggiore ascolto”.

C’è, però, chi preferisce dare meno spazio ai politici e più agli elettori, come nel caso di Controcorrente, il programma di approfondimento diretto da Corrado Formigli su Sky con un unico obiettivo: seguire le elezioni dal basso. Posto che la scena resta sempre ai candidati.

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