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Porta a Porta, Vespa e il kalashnikov nello speciale in stile Voyager sui ‘misteri di Parigi’

Bruno Vespa rinuncia al plastico di Parigi per imbracciare un AK47 e raccontare le 56 ore di terrore in Francia.

pubblicato 10 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 20:01

Bruno Vespa imbraccia un kalashnikov e va in diretta: no, non è l’inizio di un romanzo di ‘fantapolitica’, ma una scena vista ieri sera allo Speciale Tg1 – Porta a Porta trasmesso in prime time su Rai 1 sugli attentati di Parigi.

In mancanza di un plastico dell’XI arrondissement dove è avvenuto l’attacco a Charlie Hebdo mercoledì 7 gennaio o della tipografia di Dammartin-en-Goële dove si sono barricati – e dove sono stati uccisi – i fratelli Chérif et Said Kouachi o ancora del supermercato kosher di Porte de Vincennes dove il terzo terrorista Amedy Coulibaly ha ucciso quattro ostaggi prima di essere a propria volta ucciso dalle forze speciali, Bruno Vespa ha preferito optare per il vero fil rouge di questa tre giorni di terrore: il kalashnikov.

Si tratta di un finto Ak47: una riproduzione molto fedele, dice Vespa, ripreso subito da La Russa:

“Non si punta mai un fucile addosso a un altro. Mai. Neanche se è scarico. Neppure se è finto”.

Vabbè, non commento. Ma è inutile dire che la scena è diventata rapidamente un cult per i social, simbolo di un modo di fare informazione che mai come in questo inizio 2015 ha mostrato la sua inadeguatezza.

Porta a Porta, infatti, non da dato il meglio di sé nella copertura dei fatti di Parigi.

Mercoledì sera, a poche ore dall’attentato a Charlie Hebdo con i suoi 12 morti e la sua gravissima azione contro la libertà di espressione, Bruno Vespa non ha voluto rinunciare a nulla di quanto già preparato proponendo una puntata ‘patchwork’ disorientante e decisamente poco incisiva.

Tra un Gigi D’Alessio che ricorda Pino Daniele e l’ennesimo sterile battibecco tra Carfagna e Serracchiani, spunta ogni tanto in diretta Antonio Di Bella da Parigi per ‘seguire’ gli sviluppi della caccia agli attentatori. Il Porta a Porta di mercoledì ha mostrato i limiti di un modello di talk che, a mio avviso, è destinato a soccombere di fronte alle all news. E mi riferisco al lavoro di Sky Tg24 più che a quello di Rai News diretto da Monica Maggioni, spesso troppo ‘editoriale’ e poco ‘news’.

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Lo speciale di ieri, invece, mi è parsa una puntata di Voyager su ‘I Misteri di Parigi’, per riprendere il titolo del ‘padre’ di tutti i feuilleton che hanno aperto la strada alla narrativa a puntate.

Vespa ha aperto la puntata come il miglior Giacobbo, mettendo sul piatto tutti i misteri da sciogliere:

“Cercheremo di capire, per quanto possibile, i misteri che stanno dietro questa angosciosa storia durata 56 ore. Per esempio, non sappiamo ancora quanti siano gli ostaggi, come sono stati presi, come sono state uccise le quattro persone dal terrorista appena entrato nel supermercato, con quali criteri, che cosa si sono detti, se è stata aperta una trattativa, il ruolo della donna e non è nemmeno sicurissimo se questa donna sia scappata…”.

Il giornalista si avvale poi della collaborazione del generale Luciano Piacentini, che ha comandato le forze speciali dell’esercito, per fare un commento “minuto per minuto” dei due raid delle Forze Speciali francesi alla tipografia e al supermercato.

Porta a Porta, Bruno Vespa col Kalashnikov

Raid che hanno concluso tre giorni di operazioni non condotte in maniera del tutto impeccabile, come dimostra anche uno dei video più esilaranti su un corpo di polizia mai circolato in rete (se non fosse per la drammaticità del contesto) e che vi proponiamo in basso tratto dalla diretta tv no-stop di France 2 di ieri pomeriggio, ripresa dal Tg1.

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Risultato dello speciale Porta a Porta? Un “Tutto l’assalto minuto per minuto” condotto su immagini viste e riviste (niente di inedito) che serve solo a confermare la sensazione di una caccia all’uomo non proprio chirurgica.

Una puntata senza risposte. Proprio come Voyager.

Porta a Porta, Bruno Vespa col Kalashnikov

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