Decameron: il giorno dopo
E’ finalmente arrivato l’esordio/ritorno di Daniele Luttazzi con il suo Decameron su La7. La prima puntata è ormai “storia”, l’evento si è consumato insieme a tutta la sua spasmodica e frustrante attesa durata 6 anni dopo l’Editto Bulgaro di Berlusconi.Prima di tutto chiedo a voi lettori un giudizio sulla trasmissione, mi auguro il più sincero
E’ finalmente arrivato l’esordio/ritorno di Daniele Luttazzi con il suo Decameron su La7. La prima puntata è ormai “storia”, l’evento si è consumato insieme a tutta la sua spasmodica e frustrante attesa durata 6 anni dopo l’Editto Bulgaro di Berlusconi.
Prima di tutto chiedo a voi lettori un giudizio sulla trasmissione, mi auguro il più sincero e meno “ideologico” possibile, attraverso il nostro sondaggio. Solo dopo il continua vi offrirò la mia primissima impressione “a caldo“, mi auguro utile come spunto per una discussione costruttiva.
Premetto di essere, senza alcun tipo di remora, un fan sfegatato di Luttazzi da sempre, da molto prima del Satyricon su Raidue e della sua identificazione, peraltro superficiale e spesso biecamente strumentalizzata da “certa” stampa e dai soliti “intellettuali” buoni per tutte le stagioni, con un determinato schieramento politico.
Ritenevo e ritengo la sua esclusione dai palinsesti una delle vergogne del nostro paese, una volgare (questa sì), gretta e prevaricante censura di regime. “Regime” senza riferimento diretto alla parte politica che potrebbe essere più facilmente associata alla parola, mi riferisco ad un clima generale, una sorta di dazione ambientale, che pervade tutto l’arco parlamentare praticamente senza eccezioni, più efficacemente definibile come il regime della “Casta“, facendo riferimento al termine usato da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
Veniamo a noi, il Decameron.
Televisivamente parlando il programma è “brutto“. Sarà uno stile, una scelta di Luttazzi, ma appare povero nei mezzi e nella realizzazione. A mio giudizio, anche qualora si trattasse di una scelta stilistica, è eccessivamente marcata.
Si ha una fastidiosa sensazione di improvvisazione, qualcosa di “grezzo” nei tagli e nei tempi. Luttazzi non sembra a suo agio nello studio senza pubblico, con applausi e risate finte, lui che è abituato a monologhi in teatro e che anche su Raidue con Satyricon aveva un nutrito pubblico in carne ed ossa che assisteva alla registrazione.
Gli “intermezzi“, gli sketch (in gran parte non interpretati da lui) sono geniali, surreali, a volte criptici, a volte fin troppo espliciti. Si sente la mancanza dello spazio delle “Interviste” che in Barracuda e Satyricon, format differenti me ne rendo conto, erano la colonna portante della scaletta e fornivano una valvola di sfogo più che gradevole.
C’è anche da aggiungere che i suoi spettatori più affezionati, quelli che in questi anni l’hanno seguito in teatro, non avranno colto un gran numero di battute che non fossero loro già note in quanto incluse nel repertorio dell’ultimo quinquennio. Questo genere di persone, me compreso, possono percepire un certo senso di esclusione: ci si rende conto che il Decameron è una riproposizione del “meglio” degli ultimi anni destinato ad un pubblico, quello televisivo, che quelle battute su quei temi non ha avuto e non avrebbe avuto modo di ascoltarle.
Sui contenuti, che dire, sono “forti” con un linguaggio privo di qualsiasi filtro rispetto ai lavori teatrali e ai suoi libri, un’altra grossa differenza rispetto alle passate esperienze su Raidue ed Italia 1.
Sarà l’orario, sarà la nuova collocazione su una rete che potremmo definire border line come La7, ma quel che è certo è che domani le polemiche non si faranno attendere: il pubblico italiano non era e non è “abituato” a questo genere di linguaggio su questo genere di argomenti.
Decameron è fedele al suo sottotitolo, si parla di “Politica, sesso, religione e Morte“, ed è molto probabile che una cosa del genere, così “estrema”, in Italia non si sia mai vista su una rete generalista.
Per quanto mi riguarda si tratta di una novità più che positiva, dubito che siano tutti d’accordo con me.
La netta impressione è che quella di Luttazzi sia “un’esplosione” dopo i 6 anni di esilio, una sorta di esperimento libertario spinto oltre “il limite” allo scopo di redefinire il limite stesso molto più in là rispetto a dove è stato posto fino ad ora. E pensare che abbiamo visto solo la prima puntata.
Personalmente sono convinto che se il suo “esperimento” non verrà troncato, come il 16% di voi ritengono possa accadere secondo questo sondaggio, avremo la possibilità di vedere cose migliori, più elaborate e più raffinate.