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Sogno e son desto, 18 gennaio 2014: meno perfezione, più emozione (tutte le canzoni)

Particolarmente ricca di ospiti la seconda puntata dello show di Massimo Ranieri, che scivola con più ritmo e con qualche errore in più. Ma l’imperfezione spesso aiuta.

pubblicato 18 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:27

 

Mi ripeto: chapeau al maestro Ranieri. E sintetizzerei questa seconda puntata di Sogno e son desto con ‘poesia‘.

La poesia viene da un paio di duetti che hanno davvero fermato il tempo: da una parte le interpretazioni sporche ma vere del repertorio di Patty Pravo che, seppure ‘irriconoscibile’ per quella maschera d’eterno che ha ormai sul volto, non ha avuto paura di cantare/stonare/sbagliare per ritrovarsi sul palco con un amico, come se 50 anni non fossero passati.

E poi l’interpretazione che Ranieri fa de La Cura di Battiato, che entra in scena sorridente e quasi baldanzoso. Un’immagine ‘inedita’. Anche in questo caso stonature e sporcature non fanno che restituire la genuinità di un incontro a dir poco straniante per contesto, situazione, cornice e background artistico dei due protagonisti.

Un effetto straniante che si ripete con la lezione di arte contemporanea di Michelangelo Pistoletto: tentativo interessante, anche riuscito, almeno fino alla chiosa di Ranieri che lì secondo me si è fatto prendere la mano e dopo la spiegazione ha salutato l’artista con “Io comunque non ci capisco nulla lo stesso”.

Intense, nei toni brillanti, le coppie Ranieri/Timi e Ranieri/Bollani, ma forse il vero brivido è scorso con l’uscita, per me inattesa, di Mauro Pagani e del suo violino.

La bellezza di questa seconda puntata è stata, quindi, non solo nella ricchezza dei duetti, che ha dato un ritmo più vivace a tutto il racconto (a mio avviso costruito costruito meglio della prima puntata), ma anche nell’errore: Ranieri è inciampato in qualche testo, anche suo, ha platealmente sbagliato l’attacco di “Centro di gravità permanente”, chiedendo poi scusa all’autore, e non è stato il solo, visto che anche i suoi ‘compagni di bisbocce’ stasera lo hanno talvolta ‘traviato’. La sensazione, quindi, è stata quella di una minor dose di precisione maniacale che magari avrà ferito mortalmente il precisissimo Ranieri, ma ha ‘bucato’ il teleschermo più di quanto non abbia fatto la perfezione della scorsa settimana.

Ridotte le standing ovation (grazie!) si è addirittura provveduto a chiudere l’audio della sala, quasi a non voler sporcare la ricezione da casa: beh, forse questo è troppo, visto che più di una volta ho provato l’antipatico effetto ‘acquario’ tipico del playback anni ’80. Ma era tutto rigorosamente dal vivo. E gli errori sono la migliore dimostrazione dell’impegno e del rispetto di tutti gli ospiti per la musica e per il proprio ospite.

Insomma, minor precisione maggior emozione. Meno tempo per provare? Forse. Più stanchezza? Beh, quello no. Né da parte di Massimo ‘Duracell’ Ranieri né del pubblico, oserei dire neanche a casa: non ho vissuto il temuto effetto ‘replica della puntata precedente’ e mi sono stupita della chiusura anticipata. Ebbene sì, io che la settimana scorsa mi sono ‘lamentata’ della lunghezza e dell’evitabile terzo atto, stasera mi ero preparata a seguire una decina di brani per il ‘miniconcerto’ finale, che la scorsa volta ha funto da ‘fuoco d’artificio’ prima dei saluti. E invece no: alle 00.03 si chiude per passare la linea a Petrolio, di Duilio Giammaria, senza soluzione di continuità.

Ecco, questo non mi è piaciuto: è come una sveglia che suona all’improvviso mentre uno si gode gli ultimi sprazzi di un sogno. Non si può passare da Kurt Weill e Bertolt Brecht, aspettando una “Reginella” o “Marechiaro” e ritrovarsi invece il faccione di Giammaria. Capisco il traino, ma un minimo di paratesto serve nella confezione di un prodotto.

Per il resto non posso che rinnovare i complimenti al maestro. Appuntamento a sabato prossimo per la terza e ultima puntata.

Sogno e son desto, foto 18 gennaio 2014

Sogno e son desto, 18 gennaio 2014, live su TvBlog

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00.03 “Fino ad ora abbiamo sognato, ma rimanete desti, perché dopo di noi c’è un bel programma, Petrolio” dice Ranieri. Chissà perché ma ho la sensazione che avrebbe preferito allungare piuttosto che perdere qualche minuto. Esce dicendo “Bello”. Ma se la settimana scorsa aveva chiuso la puntata alle 00.10, questa volta addirittura alle 00.04 con nel mezzo anche il Tg1 Notte. Ok mi lamento sempre, ma questa scelta non l’ho capita, anzi mi disturba: come direbbe Brunetta, non si interrompe così un sogno. Non si fa svegliare la gente di soprassalto… Comunque Duilio Giammaria ha già iniziato a parlare, mentre la De Filippi ha appena iniziato un’altra storia.

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23.59 Un brano del Misantropo di Molière, giusto per prendere fiato, prima de La ballata di Mackie Messer. Ma scorrono già i titoli di coda?

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23.54 Eccoci al concertone, praticamente. Si continua con “Mi troverai”.

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23.51 Eccoci di nuovo qui, con l’orchestra e Ranieri. Che ricanta Se bruciasse la città, la canzone più cantata in queste due puntate. Questa è la quarta. Finirò per odiarla. E standing ovation.

23.43 E dopo Pistoletto, Meraviglioso, di Domenico Modugno. Si apre così la terza parte, quella che la settimana scorsa portò Ranieri a tirar fuori l’artiglieria pesante del suo repertorio. Prima di continuare pubblicità e Tg1 Notte.

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23.40 La nuova opera di Pistoletto? “Il Terzo Paradiso” una sorta di simbolo, lavorato su quello dell’infinito, che l’artista si piazza a mo’ di terzo occhio sulla fronte. IL cerchio al centro è finito, non infinito, il nostro Paradiso Terrestre, quello umano, che dobbiamo costruire. Oh, immagino commenti sul legame tra ‘Je so’ pazzo’ e l’intervento di Pistoletto. “Io continuo a nn capire niente” chiosa Ranieri. Eh no, Massimo, così l’hai ucciso!

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23.38 Ranieri si veste da popolo e chiede, interroga l’arte. Porta il pubblico per mano. Una lezione anche per Geppi Cucciari?

23.36 Portare Pistoletto nel prime time di Rai 1 con tanto di opera spiegata dall’autore. Roba che a Fazio sta venendo uno sturbo. Venere e stracci, l’accordo costruito da Pistoletto per unire la grazia e il disastro… (e ripassa il reminder per il canone. Qui si fa cultura, quindi pagate. Apparso ora e su Battiato: vorrà dire qualcosa?)

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23.34 E c’è anche la celeberrima strofa “Nun ci scassate ‘o ca**” su Rai 1! Pubblico in visibilio. E io a casa che esulto come se avesse segnato la Nazionale …

23.30 Dopo aver lodato il coraggio che spesso hanno i figli, ma non i padri, di fare ‘stron*ate” si canta Je so’ pazzo, in una versione jazz molto ritmata e teatrale, sceneggiata. Bella. Una pièce di teatro, praticamente. Si arrampica pure sul piano.

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23.24 Stasera a fare da fil rouge c’è Carosone: ora è il turno di “Pigliate ‘na pastiglia”. E balla. Lui di pastiglie non ne ha bisogno. E stasera tutti a dire, con una sola presa di fiato, “Alle palline e glicerofosfato bromotelevisionato dittiti’, bicarbonato borotalco e seme ‘e lino, cataplasma e semolino ‘na custata ‘a fiorentina mortadella, dduie panine cu’ ‘nu miezo litro ‘e vino nu caffe’ con caffeina grammi zero zero tre”…

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23.23 Ma prima di passare in rassegna tutto il cantautorato italiano il duo va via (Eh, ma Guccini mai?)

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23.20 “Onda su onda” per Paolo Conte. E ormai il trio è pronto per una tournée.

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23.19 Si omaggia Sergio Endrigo con “Teresa”.

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23.16 Si continua con De Andrè, “Il pescatore”. E grande Bollani.

23.16 E Ranieri fa fare gli addominali sul pianoforte anche alla Mannoia.

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23.14 Si continua con “E penso a te”.
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23.12 Ok, Ranieri fa un po’ confusione col testo, ma la Mannoia che sbaglia il tempo…

23.10 “Stefani’, aggi’ pacienza, vien’accà”. E parte un viaggio nella musica dei cantautori italiani. Una versione al femminile di “L’anno che verrà” di Dalla introduce Fiorella Mannoia, che duetta con Ranieri con l’accompagnamento di Bollani. Marò!

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23.09 E nonostante il corpo di ballo alle loro spalle, la scena e la danza più bella la fanno Bollani e Ranieri.

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23.06 Accordi maggiori e minori, questi ultimi i preferiti dai cantanti, quelli ‘sofferti’. Ma si canta Carosone, con ‘O Mafiuso (e sono certa che qui non si alzeranno polemiche o interrogazioni parlamentari sulla cattiva immagine, stereotipata, di Napoli…)

23.04 “Le note di rispettano, dove ce n’è una non c’è un’altra” gli diceva sempre il suo maestro di musica che aggiungeva s”e gli esseri umani fossero come note, il mondo sarebbe una grande sinfonia”. Ed entra Stefano Bollani. Perfetto il passaggio, non c’è che dire. Scatta la lezione di musica, come solo Bollani sa fare, e di rispetto culturale, di integrazione razziale.

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22.58 Ma torni dalla pubblicità e così, senza preavviso, ti canta “Perdere l’amore”. Ci si può regolare l’orologio di Greenwich sulla sua interpretazione, sempre identica, ma sempre intensa (ma comme fa’?). Standing ovation d’ufficio.

22.58 E intanto su Twitter si scopre che Luca e Paolo erano stati invitati ma non sono potuti andare.

 

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22.53 No, ma se gli date due punte e un tutù fa anche il Lago dei Cigni, eh. Ecco, sono questi pezzi, su un brano struggente come “I’ te vurria vasa’” che mi fanno chiudere gli occhi. Pubblicità.

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22.49 E vai con la tradizione. Dopo i ‘Mille baci’ di Catullo ecco “I’ te vurria vasa’”. Struggimento. E canta quasi ballando il valzer col pubblico. In visibilio.

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22.47 Ed è Ranieri a sbagliare il testo … Ma quando finiscono, Timi corre via e andando via canticchiando aggiunge “Me lo ricorderò per tutta la vita”… che carino.

22.45 Filippo Timi racconta di quando nella versione di Romeo e Giulietta in umbro cantava in playback “Se bruciasse la città”. “Cantare è un po’ come fare l’amore. Dai, cantiamola insieme” dice Timi.

Intanto scopriamo che la mamma di Timi adora Ranieri.

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22.42 E per scherzarci su, Ranieri e Timi si esibiscono in un classico sketch dell’avanspettacolo, i Balbuzienti.

22.41 Per arginare gli applausi, la regia praticamente chiude l’audio in sala. Ma è ancora peggio vederli applaudire e non sentirli. Un modo per evitare le standing?

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22.40 E’ un perfetto testimonial per spronare i ragazzi: racconta della sua balbuzie e del suo fare l’attore balbettando. Una balbuzie che scompare sul palco, ma che vive con lui. Una specie di sprone per chi crede di non farcela. “Quando faccio l’amore parlo e ancora di più quando faccio l’amore in napoletano parlo tantissimo”: ecco, popolazione femminile campana, è partita la caccia.

22.37 Cambio abito e voce over di Filippo Timi. Santo, santo, santo! “Guardate che bell’ uaglione!”.

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22.28 Ma si cambia ancora registro. Microfono, primo piano, giacca scura e canta “Ti penso”. E voglio solo dire che quest’uomo domani e dopodomani è in teatro, eh. Non a riposarsi. Occhi un po’ lucidi, standing ovation e pubblicità.

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22.26 Ed arieccolo che balla per la gioia delle fans…

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22.21 Un po’ di ‘avanspettacolo’, per stemperare con “O’ russo e ‘a rossa” di Renato Carosone.

22.20 Quel che mi piace di queste ospitate, oltre alla densità artistica, sono anche le entrate e le uscite: sempre durante un pezzo e sempre al termine di un brano. Senza inutile enfasi.

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22.16 E Battiato risponde con Era de’ maggio, che ha anche inciso. Mamma mia, Ranieri sembra nato per cantare questo pezzo… Insieme? Pura poesia, ci sia concesso.

 22.15 Ranieri confessa di voler cantare siculo e prima che parta il duetto su Vitti ‘na crozza, Battiato gli promette di scrivere una canzone per lui. Vai, affare fatto.

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22.11 E si mortifica, Ranieri, per quell’attacco e chiede scusa. Un grande! Come si rovina la poesia e la grandezza? Scegliendo di far passare proprio ora il reminder per il pagamento del canone…

22.08 Massimo Ranieri sbaglia l’attacco di “Centro di gravità permanente”… la vecchia bretone l’ha tratto in inganno.

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22.06 E Battiato entra in scena perfino con un saltello e col sorriso sulle labbra. Il duetto è su Bandiera bianca. Ecco non credevo che l’avrei mai vista una cosa del genere. Su Rai 1 il sabato sera. Col pubblico in piedi a scandire con gli applausi. Oddio, mi sembra un cortocircuito spazio-temporale.

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22.01 Racconta della sua infanzia nel bar di Santa Lucia (bar che esiste ancora) e della sua prima ammiratrice, quasi una bambinetta di nome Maria. Due adolescenti. Lei le lasciava 100 lire di mancia e lui si lasciava accarezzare i capelli. Storiella perfetta per intenerire le ragazze di allora, nonne di oggi. Prima di cantare “La cura” di Battiato. Un passaggio mozzafiato.

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21.57 Poesia di Sandro Penna per ricordare l’emozione della sua prima volta a Milano. E per cantare “Questo amore splendido”. E per ballare.

21.57 Concluso il primo break: Ranieri si è cambiato d’abito, io non sono riuscita neanche a mettere su la macchinetta del caffè. Si

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21.47 E’ già pronto il cambio scena per un verso di Alda Merini che introduce a un nuovo pezzo. E a una nuova giacca per cantare Guaglione in una versione un tantino modernizzata e molto suggestiva. Ed entra in scena Mauro Pagani al violino. Brivido!

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21.44 Eccola la standing, prima di E dimmi che non vuoi morire. Io ribadisco il piacere di sentirli cantare live: ha un senso. Ogni stonatura anche. Mille punti stasera, con tutte le sporcature e anche i testi ‘sbagliati’ di Ranieri. E la Pravo si allontana, in silenzio, così come è venuta.

21.42 Tutto il repertorio della Pravo stasera. Si continua con Pensiero stupendo. E Nicoletta sottolinea come Ranieri sia l’unico uomo a cimentarsi con i suoi pezzi.

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21.39 Si divertono come due ragazzini. Ma solo quando canta Ranieri lo studio si illumina. E ora Tutt’al più. E ammetto di non averla mai sentita prima.

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21.36 Versione spagnola e melodrammatica (er scherzo) de La Bambola. E Ranieri si inchina anche davanti a Nicoletta dopo averlo fatto con la Bosè. E si continua con Oggi qui, domani là.

21.35 Aneddoti della vita londinese di Patty Pravo, che racconta di essersi fatta la sua prima minigonna con un sacchetto del Piper Market. E secondo Patty in fondo la moda non è tanto cambiata: anche oggi ci sono i pantaloni a vita bassa e le parrucche. Come le extension di ammettere di avere stasera.

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21.32 Si continua con Pazza Idea: hanno qualche diversa idea anche sul testo, ma poco importa.

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21.30 E dopo tanti anni cantano finalmente insieme. Duetto su “Se perdo te”.

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21.28 Canta live la Pravo. E non importano le stonature, il cerone, le rughe, i lifting.

21.15 Aneddoti di vita: 1966, aveva 15 anni e doveva partecipare a Scala Reale. Ma voleva andare al Piper e per adeguarsi allo stile andò a far spese a Porta Portese. Tutto per introdurre Patty Pravo, il suo idolo dell’epoca. Quella sera non c’era Nicoletta.

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21.21 E con un chiodo canta e balla “Aumm’ Aumm'” dell’amica Teresa De Sio.

21.18 E con l’aiuto dei suo appendiabiti si trasforma per un pezzo di 100 anni di Raffaele Viviani che racconta il dopo terremoto di Avezzano del 1918. Perfetto per oggi.

21.18 “Massimo sei grande!” gridano dal pubblico. “63!” risponde Ranieri che non dimentica mai di ricordare la sua età.

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21.16 E stasera inizia da terra, praticamente, facendo già cantare il pubblico.

21.14 No, macché si ricomincia da Erba di casa mia? Ma l’ha fatta anche la scorsa settimana… Massimooooo!

21.13 Si ricomincia e l’entusiasmo è alle stelle. per fortuna niente standing ovation iniziale. E anche stasera si comincia con una barzelletta: questa volta un milanese va a Milano (e intanto su Rai 3 canta la Vanoni da Fazio).

21.11 Si comincia sempre con un omaggio al grande musical americano.

21.09 Ci siamo. Tutto pronto per la seconda puntata di Sogno e son desto.

Sogno e son desto, 18 gennaio 2014: anticipazioni e ospiti seconda puntata

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Secondo appuntamento con il one-man show di Massimo Ranieri, tornato a dominare il palco dopo sette anni di assenza dal piccolo schermo ma passati in tournée con i suoi tanti spettacoli. Tra questo proprio Sogno e son desto, rimaneggiato per la tv, che seguiremo live anche questa sera, sabato 18 gennaio, su TvBlog.

Dopo il successo della prima puntata, che ha visto la partecipazione di De Gregori e Bocelli, ad accompagnare Ranieri in questo secondo appuntamento ci saranno Patty Pravo e Franco Battiato, con i quali duetterà in un omaggio incrociato di repertori.

Hanno risposto all’appello del ‘cantattore’ napoletano anche il jazzista Stefano Bollani – sulla carta perfetto per un omaggio magari alla tradizione del varietà partenopeo – e Fiorella Mannoia. Lo raggiungeranno sul palco anche l’attore Filippo Timi e il maestro Michelangelo Pistoletto, tra i principali esponenti dell’arte contemporanea in Italia.

Parterre vario, quindi, per uno show che si muove tra la tradizione del cabaret dei primi del Novecento e la poesia classica e contemporanea, tra il teatro e ovviamente la musica, in tutte le sue ‘forme’.

Appuntamento alle 21.10, quindi, con la diretta della seconda puntata di Sogno e son desto su TvBlog.