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Giovani a rischio, Luisella Costamagna su CI Crime+Investigation porta i ragazzi in carcere

Un giorno in prigione per fai capire ai giovani da riformatorio cosa vuol dire vivere in galera: arriva in Italia Beyond Scared Straight.

pubblicato 29 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 10:12

 

Luisella Costamagna riparte da CI Crime+Investigation, il nuovo canale satellitare dedicato alle investigazioni che raccoglie serie tv e produzioni per lo più USA legate alla cronaca nera, dove dal prossimo 30 gennaio condurrà Giovani a rischio, docureality in 12 puntate, che racconta le esperienze vissute da alcuni teenagers costretti a passare una giornata in carcere per capire le conseguenze di azioni criminali.

Un metodo ‘educativo’ che pare abbia suscitato sì polemiche, ma anche avuto riscontri positivi ed è utilizzato come programma extra scolastico in diverse aree degli Stati Uniti ed è diventato un programma tv, Beyond Scared Straight, di cui sono state realizzate già quattro stagioni. Noi vedremo le prime due. Si parte dal Maryland Correctional Institution a Jessup dove vengono spediti 17enni e 13enni con precedenti per furto e spaccio, o anche semplicemente affascinati dalla vita criminale, e si prosegue nella seconda puntata con Lieber Correctional Facility in South Carolina dove i ragazzi vengono chiusi in isolamento. Insomma tutti piccoli criminali che assaggiano così il proprio futuro: e la paura è reale.

“Lo scopo è portare i ragazzi in carcere un giorno per salvarli tutta la vita. L’utilità riabilitativa di questi programmi è stata dimostrata. E anche se il quadro americano è diverso dal nostro, i giovani a rischio hanno dinamiche simili. Inoltre è anche un viaggio nella realtà carceraria americana: ne esce un affresco un po’ diverso dagli Stati Uniti di Hannah Montana”

dice la Costamagna al Corriere della Sera, che ‘accompagnerà’ i documentari in studio, lanciandoli e commentandoli (e il pensiero corre subito al modello di “Razza Umana” con Marrazzo su Rai 2). L’idea per il prossimo futuro è quella di realizzare la versione italiana della serie:

“Stiamo pensando di produrre anche una versione italiana del documentario, che diventerebbe un prodotto da esportare. Io, superato lo choc di veder praticata ad esempio l’interruzione del sonno su un ragazzino, ho subito iniziato a preparare dei testi di accompagnamento sulle condizioni dei giovani e delle carceri in Italia”.

Considerato che il genere ‘prison’ è piuttosto florido negli USA – con serie tv dedicate alle donne incinte in prigione, alle mamme in prigione, ai neonati in prigione, ai diari delle carcerate, alle prigioni più dure d’America e via dicendo – la carriera della Costamagna su CI Crime+Investigation può durare a lungo. Del resto per il suo ritorno in tv la giornalista è tornata alle origini, che la videro prima alla corte di Santoro e poi a quella di Costanzo a occuparsi di cronaca, prima di spostarsi sulla politica.

“Ora il talk politico è “inflazionatissimo. Ho deciso di smarcarmi. Al momento sembra che chiunque possa intervistare un politico”

ha detto al Corriere della Sera la giornalista, rimasta nel recente immaginario tv per l’intervista/duello con Mara Carfagna a Robinson, suo ultimo lavoro per Mamma Rai chiuso prematuramente, così come sono ormai chiusi i rapporti con Viale Mazzini:

“I rapporti con la Rai non ci sono. “Robinson” è un programma che io rivendico. E poi, alla faccia del flop, gli ascolti che faceva su Rai3 erano più alti di quelli che a volte fanno oggi Rai2 e Rai3 messe insieme. Si potevano prevedere degli aggiustamenti ma è andata così. In ogni caso questa nuova avventura non è certo un ripiego. Come dice quella frase: mi vendicai di loro facendo progressi”.

Il progresso passa per Sky:

“In questo nuovo canale vedo un tasso di creatività di gran lunga superiore, motivo per cui mai come adesso se qualcuno ha corde diverse dalle solite da suonare è meglio provarci: io sento che già mi arriva più ossigeno al cervello”.

Occhio, che arriva qualche esperto di CSI a fare analisi…