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Mazzocchi contro Caressa (e contro i giornali)

Marco Mazzocchi si scaglia contro Caressa e contro tutti i giornalista che hanno criticato RaiSport per questi Europei di calcio.

19 Giugno 2012 19:34

Gli Europei sulla Rai non sono piaciuti, almeno alla critica. Tralasciando il giudizio di questa testata, compreso il mio personale che mi ha fatto guadagnare persino gli insulti di un illustre commentatore di RaiSport, anche l’istituzione della critica televisiva Aldo Grasso ha utilizzato termini molto pesanti per giudicare il servizio pubblico in questo frangente (“peggior performance dal 1954”). Spesso non sono (e non siamo) in accordo con Grasso, ma questo per dire che se non siamo gli unici visionari a ritenere imbarazzante il servizio reso da RaiSport in questi Europei una qualche ragione di fondatezza della critica deve pur esserci.

Ad ingarbugliare la questione ci ha pensato un giornalista concorrente, Fabio Caressa, che in un’intervista di fuoco ha messo in evidenza la scarsa professionalità dei telecronisti Rai e fatto notare la mancanza di una “scuola nuova” nella tv di Stato. L’uscita non rispetta il codice non scritto secondo il quale sarebbe opportuno non criticare “il lavoro dei colleghi”, ma vivaddio. Caressa ha detto cose sacrosante e dall’alto della sua esperienza nel settore ha tutto il diritto di dirle. Questo ovviamente senza voler santificare uno dei telecronisti di punta di Sky: le sue telecronache, sempre più urlanti e condotte con un atteggiamento saccente che irrita molti telespettatori, possono (e devono) essere criticate.

L’intervista di Caressa ha irritato Marco Mazzocchi, team leader della spedizione di RaiSport in Ucraina e Polonia, che ha deciso di reagire:

Caressa dice una cosa giusta: che i nostri sono meno allenati dei loro, ma non ha alcun elemento per dire che non c’è una scuola o qualcuno che non sap­pia insegnare. Di sicuro loro fan­no centinaia di telecronache, ma io che le seguo posso dire che non tutte sono ottime. Per­ché invece nessuno parla delle cose positive, per esempio che c’è una copertura totale della na­zionale, cosa mai accaduta pri­ma? Siamo bravi anche perché sappiamo sopportare le critiche, e ci vedono 15 milioni di persone, non un milione

Foto | © TM News

Il fatto che le partite della più importante manifestazione calcistica continentale (ed in particolare quelle della Nazionale Italiana) facciano ascolti record su un canale gratuito giustifica le telecronache approssimative e le gaffes (dal ritorno dei sovietici e agli imbarazzanti fuori onda di Collovati)? Noi non crediamo che basti così poco.

Mazzocchi non si è fermato qui e si è anche sfogato nella trasmissione radiofonica di Radio2 SuperMax condotta da Max Giusti. Lì il team leader, solitamente impegnato a coordinare i post partita della Rai chiedendo illuminanti pareri ad esperti conoscitori di calcio come gli attori Pasotti e Pannofino, si è superato. Lo sfogo lo trovate nel video (caricato da Digital-Sat su YouTube), ma il passaggio più sconcertante è il caso di sottolinearlo. Mazzocchi è arrabbiato perché un elemento della sua intervista di replica a Caressa è stato omesso e lui ci tiene a farlo conoscere a tutti:

Avevo anche aggiunto un altro elemento casualmente nell’intervista non c’è, che è abbastanza singolare che tutto ciò che fa la Rai solitamente o spesso viene criticato, tutto quello che fa Sky non viene criticato. Probabilmente il fatto che Sky paghi pagine di pubblicità su tutti i giornali può essere una forma di… X Factor è stato per tre anni su Rai 2 e critici televisivi molto ascoltati dicevano che ‘nun se pò guardà’; improvvisamente è passato a Sky ed è diventato un gran programma. C’è qualcosa che stride?

Insomma, è tutto un “complotto”, Sky paga la pubblicità e i giornalisti sono prezzolati e comunque “non si critica un collega”. Il dorato mondo della tv pubblica, con il posto sempre garantito da veri “intoccabili”, produce questo tipo di mentalità.

Rai 1