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TvBlog intervista Platinette

Platinette è uno di quei personaggi che divide il pubblico. C’è chi ne apprezza schiettezza, ironia ed intelligenza, chi invece critica la sua eccessività, sia “esteriore” che caratteriale, e una certa dose di aggressività. Fino a poco tempo fa io mi rispecchiavo per buona parte nella prima categoria, pur rimanendo a volte titubante verso certi

9 Novembre 2006 06:25

Platinette Platinette è uno di quei personaggi che divide il pubblico. C’è chi ne apprezza schiettezza, ironia ed intelligenza, chi invece critica la sua eccessività, sia “esteriore” che caratteriale, e una certa dose di aggressività.
Fino a poco tempo fa io mi rispecchiavo per buona parte nella prima categoria, pur rimanendo a volte titubante verso certi tipi di provocazione. Ma ora posso dire con cognizione di causa, senza ruffianeria alcuna, di essere rimasta totalmente affascinata dalla persona (più che dal personaggio), che si è relazionata a me con una gentilezza e una disponibilità non facilmente reperibili nel cosiddetto mondo dello spettacolo.
Un ringraziamento quindi a Platinette e di seguito l’intervista (o meglio, la bella chiacchierata).

D: Si parla molto, in questo periodo, di “crisi della tv” per l’eccesso di trash quotidianamente trasmesso. C’è anche chi, come Claudio Lippi, si è addirittura rifiutato di andare in onda per protesta. Qual è la tua idea in proposito?

P: Si parla di tv trash spesso a sproposito, e a mio modo di vedere non è così “generalizzabile”. Con questo termine ormai accorpiamo degli stili che sono differenti dalla norma e come tali etichettati trash, però per me c’è una bella differenza tra una rissa immotivata a Buona Domenica e, per esempio, una Marini che lotta con le tigri. Entrambi potrebbero essere definiti trash come una sorta di rifiuto, un cascame di una tv fatta bene, se questo però significa elogiare per l’ennesima volta una tv che non c’è più allora no, non ci sto.
La tv è rappresentativa del periodo; non è una portatrice di rivoluzioni, ma semmai un registratore delle rivoluzioni del paese in cui va in onda, del clima, nel tessuto sociale, di molti fattori, per cui da una parte comunque comprendo quest’accusa. Anche a me piace la tv elegante quando non è noiosa.

Lippi invece ha fatto una scelta, secondo me, da uomo molto onesto con se stesso. Era ben conscio di quello che stava facendo a Buona Domenica, aveva sulla faccia un po’ di imbarazzo anche nelle settimane precedenti – almeno io, conoscendolo, glielo vedevo -, però alla fine credo abbia solo espresso un disagio che poteva appartenere a molti altri. Nel suo caso il disagio era quello di essere protagonista di un qualcosa che non voleva accadesse sotto quei termini, quindi ha fatto bene da una parte…dall’altra non è che prima facesse chissà quali programmi meravigliosi da dire “Oddio sono piombato nell’inferno più nero”.

D: Hai ragione. Lui però si è giustificato dicendo che da quest’anno è anche autore di Buona Domenica. Prima non lo era quindi doveva maggiormente sottostare alle regole imposte dall’alto.

P: Sì, ma infatti credo che di fondo lui abbia ragione, non soltanto ora per il discorso “trash o meno trash”, quanto perché Buona Domenica quest’anno ha palesemente deciso di dichiarare guerra al buon gusto. Io adoro lo scontro, anche perché c’ho campato, e mi piace proprio tanto la conversazione vivace, però deve essere motivata. Non vado a provocare, ma se provocato rispondo, mentre loro sembra lo facciano un po’ in maniera immotivata. Quando inviti Ripa di Meana, Sgarbi e Rocco, insomma – a parte che avevano detto che non volevano nessuno delle passate edizioni e poi adesso, pian piano, ci stanno ripassando tutti – in questa forma quasi godereccia di fare il trash, allora non ci sto neanche io.

D: Assolutamente d’accordo, anche perché quel tipo di tv è palesemente creata ad arte.

P: Certo. Sai che gli scontri possono capitare in un programma, anzi speri che capitino, ma non così.

D: Cambiamo argomento. Costanzo ha lasciato la gestione di Buona Domenica, dedicandosi ad una trasmissione pomeridiana, Buon pomeriggio, che però non sta avendo grande successo in termine di ascolti. Si parla di uno share medio del 13% circa, poco se contiamo che gode anche del traino di Uomini e Donne. Da “interna”, visto il tuo spazio gossip, che valutazione ti senti di dare al programma?

P: I dati sono un po’ ballonzolanti, era partito non bene, per diverso tempo poi ha guadagnato e anche superato Cucuzza, adesso gli ultimi ascolti non li conosco esattamente…

D: Si parlava, la settimana scorsa, di uno share oscillante tra l’11% e il 17% a seconda della fascia oraria.

P: Ok. Guarda, io non so a cosa attribuirlo, ho visto un forte calo anche del programma di Cucuzza, credo sia proprio usurata la forma del cosiddetto contenitore. Continuo a stimare molto Maurizio perché mi piace che un giornalista si applichi in quel modo all’intrattenimento, poi con che risultati questo lo deve decidere solamente il pubblico. Poi, sai, conosco la persona, non tanto il professionista, quindi riesco a fare una valutazione poco obiettiva.
Mi piace che ci siano degli argomenti prioritari e mi piacerebbe che il programma fosse un pochino più serio. Direi un paradosso: mi piacerebbe che io non ci fossi o che venissi utilizzato per fare dell’altro.

D: Trovo che il programma sia partito con argomenti molto più seri, almeno nelle prime puntate e quindi lì effettivamente un po’ “stonavi”, mentre adesso il tuo spazio si adatta di più al clima del momento…

P: Sì, ad un clima sul quale forse ci sarebbe un po’ da ridiscutere. A me piace la monografia, mi piacerebbe che una puntata, ad esempio, sull’anoressia, parlasse solo di anoressia dall’inizio alla fine, che uscissero più aspetti, che gli ospiti potessero parlare di più senza questo “senso del tempo” negli interventi. Non è così e quindi credo che chi organizza la scaletta dei programmi tenga conto di un presupposto interesse del pubblico, che dev’essere tenuto vicino al teleschermo forse in questo modo, facendo pochi minuti di qualsiasi cosa.

D: Probabilmente sbagliando.

P: Non so, il fatto che ci sia prima Maria, che poi ci sia lui, insomma…è un po’ curioso. (ride)

D: Beh, credo che questa possa essere una delle componenti dell’insuccesso della trasmissione. La gente è un po’ stufa di vederli sempre, non ti pare?

P: Può darsi, anche se mi piacciono entrambi. Poi sai, Uomini e Donne non lo guardo, non l’ho mai visto in vita mia, non so che cosa accada. So soltanto che ci sono i tronisti. Però se vedo una puntata di C’è posta per te dove ci sono delle storie interessanti, è difficile che mi stanchi, perché è una psicanalisi applicata alla televisione che mi interessa, come mi interessa la competizione di Amici. Anche lì non sono le persone che da sole fanno la differenza, ma ciò che fanno.

D: Visto che hai nominato Amici, anticipo una domanda che ti avrei fatto in un secondo momento: sarai anche per quest’edizione ospite del serale? Ci sono già notizie in merito?

P: Non lo so. La scorsa edizione non avevo chiesto nulla a nessuno, né a lui, né a lei, con la quale non avevo mai lavorato. E’ stata una scoperta fantastica, perché lavorare con Maria è come lavorare…non so, con una setta segreta. C’è un clima strano, molto diverso.

D: Sì? Come mai?

P: Sì, perché lei non interviene mai, però c’è sempre.

D: Questo credo sia proprio il suo punto di forza…

P: Certo! Io le ho chiesto: “L’anno prossimo cosa vuoi fare?” e lei mi ha risposto: “In che senso?” (ride). Dopo tutte le polemiche di quest’anno…

D: Molto del pepe del serale della scorsa edizione l’hai portato tu…fin troppo a volte.

P: Ma qualcuno magari vuole un sapore diverso. Amici, ti dico la verità, è l’unica cosa che desidererei ardentemente fare, perché ho una grandissima passione per la musica, che è anche il mio vero lavoro visto che sono alla radio da 30 anni e mi piace, inoltre, cantare. Lì c’è l’orchestra, quindi per me immagina…

D: Mi stai per caso dicendo che vorresti far parte degli allievi della scuola?

P: Nooo! (ride) Un’ipotesi che si era affacciata l’anno scorso era quella di cantare con le ragazze. Non è detto che quest’anno non si riesca a fare, anche solo per una volta.

D: Spero che tu ci dia qualche notizia in anteprima, quando saprai qualcosa di certo.

P: Perché no? Molto volentieri! Vi seguo sempre, ho il vostro blog tra i link. E’ interessante e poi molte notizie vengono date in anteprima rispetto ad altre fonti. (non potevo tagliare questa parte, ndr)

D: Ti ringrazio, mi fa piacere sentirtelo dire. Cerchiamo, per quanto possibile, di fare del nostro meglio e di fare le cose “col cuore”. Un’ultima domanda riguardo La pupa e il secchione, il reality di maggior successo di questa stagione. Trovi che questo trionfo sia giustificato? E’ un reality davvero meritevole o ha guadagnato più del dovuto per “l’effetto novità”?

P: Sì, sicuramente l’effetto novità conta, ma non solo. Ha guadagnato perché era la formula ad essere divertente, ma più che altro è diventato oggetto di discussione nazionale in quanto “fenomeno di costume”. Mi ha ricordato, anche se non c’entra niente coi contenuti, i tempi di Quelli della notte di Arbore, che non aveva ascolti milionari. Era un programma che funzionava, andava bene, ma non un trionfo; però se ne discuteva proprio perché che rompeva qualche regola dell’intrattenimento “standard” e come tale era sulla bocca di tutti, proprio come La pupa e il secchione quest’anno, non tanto per il “ci sono o ci fanno”, quanto per “non è possibile che le belle siano tutte così e gli uomini intelligenti tutti così cessi… “.

D: A proposito di “ci sono o ci fanno”, ora le pupe continuano a dire “no, ci facevo”…ma secondo me…

P: Ci sono, ci sono. Quando ho fatto la prima puntata del talk Il candidato sul digitale terrestre c’era Rosy. A parte che era molto più bella di quanto non fosse a La pupa, ma per il resto era francamente uguale. Ne ha dette un paio delle solite sue…

D: Ti ringrazio tantissimo per questa bellissima chiacchierata e per il tempo che mi hai dedicato.

P: E’ stato un piacere. Grazie a te e buon lavoro.