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Tullio Solenghi contro la tv di oggi

Tullio Solenghi è tornato allo scoperto… con un’intervista al vetriolo rilasciata a Vanity Fair. I meccanismi della tv di nuova generazione, a un veterano del varietà come lui, non vanno proprio giù e si è imposto di fustigarne i vizi, tirando in ballo nomi di colleghi e titoli di trasmissioni. In fondo, per gli artisti

26 Ottobre 2006 21:16

tullio solenghi massimo lopez Tullio Solenghi è tornato allo scoperto… con un’intervista al vetriolo rilasciata a Vanity Fair.
I meccanismi della tv di nuova generazione, a un veterano del varietà come lui, non vanno proprio giù e si è imposto di fustigarne i vizi, tirando in ballo nomi di colleghi e titoli di trasmissioni.
In fondo, per gli artisti incompresi della tv come il personaggio in questione, che continua a dedicarsi alacremente al teatro, non ci sono interessi di parte o opinioni politically correct da difendere (attualmente, lo vede impegnato la tournée con La Bisbetica domata di Shakespeare).
L’attore, diventato popolare grazie all’irripetibile avventura comica del Trio, ha delle idee ben precise sul degrado catodico dei nostri tempi rispetto alla stagione che ne ha consacrato il successo:

“Nell’era dei reality l’attore in tv è inutile. Quando mi fanno una proposta, penso sempre se – da spettatore – vedrei quello che mi offrono. Purtroppo rispondo sempre di no. Oggi, tranne Fiorello, Fazio e Bisio, non c’è niente”.

A tal proposito, Solenghi critica la conduzione di Domenica In, che nella stagione 1998-1999 lo vide al timone, affidata a Lorena Bianchetti, di cui gli fa morir da ridere il passaggio dalle virtù teologali ai modi da vamp. Dall’altra parte, in compenso, denuncia lo schifo della tv generalista che tutti guardano, con Stefano Bettarini che si fa palpare il fondoschiena da un gruppo di signore, il che fino a vent’anni, a suo dire, non sarebbe successo neanche sull’ultima tv locale.
Ce n’è anche per Simona Ventura, con cui collaborò in veste di ospite fisso nella stagione 2001-2002 di Quelli che il calcio: la conduttrice avrebbe troppo strapotere e vuole mettere bocca su tutto. Per questo Solenghi ne stigmatizza le pretese autorali, non condividendo le sue ambizioni extra-televisive che la vedono proiettata sulla direzione di rete.
Perfino Santoro non convince il nostro Tullio, a causa dell’eccessivo giornalismo-spettacolo. Ha dichiarato, piuttosto, di preferirgli l’imitatore Max Tortora, uno dei pochi talenti comici che si sente di salvare nel panorama artistico contemporaneo.
Come non citare, a questo punto, i suoi meravigliosi partner, Massimo Lopez e Anna Marchesini, che hanno deliziato i migliori spettacoli della fase ’80-’90 con le loro esilaranti gag.
Dopo l’avventura del Trio, Solenghi ha continuato a lavorare con Lopez e a tal proposito riesuma il capitolo Max e Tux, sitcom tanto contestata ai tempi della messa in onda:

“Ci massacrarono. Nella carriera di ogni artista un flop prima o poi capita, ma un’inclemenza così non l’avevo mai vista. Ci presero di mira perchè non avevamo appoggi politici, si disse che noi avevamo cacciato Biagi”.

In compenso, quando gli domandano come mai il Trio si sia sciolto, ricorda che è soprattutto per la volontà espressa da Lopez di tentare una carriera da solista, nonostante il vero motivo consistesse nel fatto che non si divertivano più.
Comunque, dice di essere orgoglioso di aver smesso al top, visto che al suo mito, Alberto Sordi, avrebbe impedito di fare gli ultimi quattro film, mentre Paolo Villaggio, secondo lui, dovrebbe aver smesso da tempo.
Insomma, Solenghi rimane uno dei personaggi più brillanti e geniali del repertorio artistico italiano e non è pretenzioso dire che molti italiani rimpiangano ancora la versione dei Promessi sposi coniata da lui e i suoi soci…
Con la speranza di rivederlo presto in uno show, che farebbe senza la mannaia degli ascolti e con testi e collaboratori suoi, vi deliziamo con un’amarcord che sa di cult!

[Il sito ufficiale di Tullio Solenghi]