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#WIDG – Il digest del quinto giorno

Ecco la produzione dei 27 blog e forum che animano la piattaforma WIDG – La tv che vorrei.

pubblicato 2 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 22:53


Anche oggi Widg – La Tv che vorrei ha regalato ai lettori di questa inusuale piattaforma condivisa fra ben 27 blog e forum una produzione davvero significativa, sul tema della tv di qualità, che culminerà domenica 4 marzo con la giornata di sospensione della pubblicazione dei dati Auditel, ripresa anche da alcune agenzie, fra cui l’Ansa (nell’immagine).

Su TvBlog abbiamo proposto la classifica del gradimento delle fiction italiane basandoci su Facebook, e ospitato un intervento di Paolo Bonolis, nell’ambito della rubrica Io & l’Auditel.

I colleghi di TvGlobo, invece, hanno proposto un’intervista a Marco Travaglio, che abbiamo ripreso anche noi. Il giornalista non ha risparmiato dure critiche all’Auditel e alla televisione in generale:

«Mentre il pubblico è sempre stato molto diverso e prima veniva più o meno soddisfatto da varie offerte (c’erano canali giovanili, per anziani, laici o cattolici), adesso invece è tutto uguale. Basti pensare che grandi inventori di TV come Freccero o Boncompagni sono stati messi ai margini mentre le reti dominanti sono dirette da personaggi la cui competenza in materia televisiva sfugge. O sono giornalisti riciclati o politici trombati o oscuri funzionari di cui non si è mai visto un curriculum». [continua]

Mondoreality ha intervistato Fabio Pastrello (uno degli autori del Grande Fratello 12). Interessante la sua posizione sui reality e sul futuro della televisione:

«Il reality è il genere più criticato e, nonostante quello che si dice, uno dei più visti. Il reality è stato la rivoluzione della tv degli ultimi 20 anni. Oggi la rivoluzione non sta più nel genere ma nell’evoluzione dei media. Facebook, Twitter, YouTube, lo streaming, hanno già rivoluzionato la fruizione televisiva… I giovani non guardano più solo la tv, ma fruiscono i contenuti su una multipiattaforma di media. E allora cosa si deve fare? Creare programmi multipiattaforma, per esempio differenziando i contenuti dello stesso format a seconda del media di fruizione, in modo che uno rimandi all’altro come una sorta di scatola cinese…. Ma questo è un discorso complesso, sul quale produttori ed editori ragionano da tempo, e oggi si sta correndo velocemente ai ripari». [continua]

Su LaNostraTv, Andrea Materia (autore di Social King) parla proprio del futuro della tv (ma anche del presente di quella italiana), con un interessante sguardo sul web:

in Italia siamo sempre tre-quattro anni indietro rispetto ala realtà americana. Ora negli USA, rispetto agli importanti investimenti … C’è Hulu, che è una joint-venture formata da FOX, NBC e da ABCDisney, oppure Netflix, “il gigante” del home-video che ha costretto alla bancarotta Blockbuster… E ancora Yahoo, AOL… Questi soggetti solo negli ultimi 12 mesi hanno iniziato ad investire milioni di dollari per la produzione di contenuti originali. Google ne ha messi circa 150 per la creazione di 96 canali originali su Youtube. Quindi se solo da 12-18 mesi assistiamo a un’autentica costruzione di un mercato dei web-contenuti professionali a Hollywood e dintorni, per tenere il passo, noi abbiamo bisogno di iniziare a tastare le acque con progetti pilota ed iniziative per poi riuscire ad arrivare, nel giro di due-tre anni, ad avere un ecosistema che funzioni [continua]

CineTivu ha proposto un’intervista a Lorenzo Campagnari, attualmente autore di Quelli che…. Il quale ha parlato dei trucchi per “aggirare” l’Auditel. Roba che non ha niente a che vedere con la qualità:

Pur non essendo Pippo Baudo, non posso non considerare l’assurdità dei meccanismi generati dall’Auditel. E’ un indagine statistica che immagino seria e rigorosa ma tutti sappiamo che esistono molti trucchi per aggirarla: scorporare i programmi, beccare i neri delle altre reti, andare in onda fino all’alba o scegliere il giorno giusto perché la controprogrammazione è azzerata. Tutti stratagemmi che hanno poco a che fare con la qualità del prodotto.[continua]

Antonio Genna ha intervistato Alessandro Grieco, direttore di Comedy Central:

«Auditel è senza’altro uno strumento obsoleto e incapace di quantificare il consumo del pubblico oggi. La televisione degli anni 1980 e 90 è cresciuta e si è modellata parallelamente a questo sistema di rilevazione, nel bene e nel male, ma oggi l’intero sistema è profondamente mutato. Il consumo dei prodotti TV è più complesso e stratificato. Auditel non ha saputo adeguarsi al cambiamento, soprattutto tecnologico, che i media oggi offrono». [continua]

Chimachimera è dello stesso avviso e lo spiega con una bella metafora:

«Forse non ce ne rendiamo ben conto, ma utilizzare l’auditel, nel 2012, è come scrivere ancora con la penna d’oca». [continua]

CaroTelevip ha parlato della cannibalizzazione fra Piazzapulita e Servizio Pubblico (in onda lo stesso giorno, il giovedì, alla stessa ora, in prima serata, e ieri addirittura sullo stesso tema, il No Tav):

Cari Michele Santoro e Corrado Formigli, ieri sera più di ogni altro giovedì è emerso in tutta la sua evidenza che continuare a sovrapporre la messa in onda di Piazzapulita e Servizio Pubblico è un vero e proprio spreco di lavoro per voi e un togliere ai telespettatori la possibilità di vedere entrambe le vostre trasmissioni. Non potete non rendervi conto che fare due trasmissioni identiche come quelle di ieri sera sul tema della Tav in Val di Susa, è semplicemente assurdo. La copertina iniziale quasi identica con le immagini degli scontri tra No Tav e forze dell’ordine. Lo stesso omaggio musicale a Lucio Dalla con le stesse parole di Futura (a Piazzapulita sulle immagini di chiusura della copertina e a Servizio Pubblico ad inizio trasmissione). Alessandro Sortino e Sandro Ruotolo in collegamento con i manifestanti No Tav in Val di Susa. [continua]

PubblicoDelirio propone l’uso di Twitter come misurazione dell'”indice di gradimento” dei personaggi televisivi (e, perché no, anche degli show) sul web, avendo creato anche l’Osservatorio Social Vip:

Stesso discorso ovviamente vale per gli account Twitter dei programmi televisivi. Quando sarà diventata prassi comune, sarà possibile tracciare periodicamente grafici di comparazione come quello sopra, segnalando così le trasmissioni più popolari. Lo studio del sentiment delle menzioni, ma soprattutto il loro contenuto, dovrebbe fungere già ora da panel privilegiato – perchè spontaneo e senza filtri – per valutare con costanza gradimento dei telespettatori e qualità dei programmi. E chissà, forse anche per selezionare quei suggerimenti che permetteranno poco alla volta di migliorare i programmi.
Allora si che potremo dire: eccola, è questa la TV che vorrei!
[continua]

Oggi è toccato a Reality&Show fare un blobbone dei commenti più interessanti e divertenti lasciati dai lettori di WIDG (anche su Facebook e su Twitter):

Stefano Chiarazzo: “Twitter come indice di gradimento dei personaggi e programmi televisivi”.
Luigi Gaudiano: “A proposito di qualità in tv, a #forum una contendente si lamenta perchè ‘non si vuol far ficcare le dita nel sedere'”.

[continua]

E ancora, una riflessione di LaNostraTv sulla musica in televisione.

Un contributo di UnDueTre dove si tenta una disamina di The Show Must Go Off, senza tanti giri di parole:

«Annunciato come uno degli eventi televisivi dell’anno, rapportato alle aspettative della rete che ha deciso di ospitarlo, il nuovo programma di Serena Dandini ‘The show must go off‘, in onda il sabato sera su La7, rischia di essere inserito nel libro nero dei flop della stagione». [continua]

E poi, sempre UnDueTre, propone una riflessione surreale dal titolo #WIDG – La preghiera di Zia Assunta: “Napolitano nostro, liberaci dalla politica, dalle smutandate e da… Maria De Filippi”.

Su Maria De Filippi interviene anche TvGlobo, che la definisce “l’intoccabile”.

Televisionando propone, oltre all’annunciazione del blocco degli ascolti per un giorno, Una tv senza Auditel è possibile, anche un nuovo capitolo sulle rilevazioni degli ascolti all’estero. Questa volta tocca alla Spagna.

Tutto da leggere il contributo di Isa&Chia, che oggi propone la Isa Version sul tema “La tv che vorrei”. Che dovrebbe far riflettere tutti coloro che si affannano a dire “No, il nostro programma non è trash”.

«La Tv che vorrei, si fa presto a dirlo! Allora partiamo da un punto base: i like trash. Si,il trash mi piace, mi rilassa ed è proprio una cura per il mio cervello provato da tante ore di studio,lavoro e responsabilità varie. Lo so che farebbe tanto radical chic dire che vorrei una tv tutta Fazio e Saviano ma la verità è che a me le liti tra Tina Cipollari e Rosy del pubblico di Uomini e donne fanno morire dal ridere e che proprio mi rilassa piazzarmi davanti all’Isola dei famosi per vedere se dopo Antonella Elia qualcun altro tirerà i capelli ad Aida Yespica. Il trash non è il male, i reality non sono il male. Ciò che è sbagliato è il modo di impostare il tutto». [continua]

Infine, CineTivu spiega ancora, nel dettaglio, qualche caratteristica di blogger e analisti dell’analisi qualitativa (ne parleremo più approfonditamente).

Partecipano a WIDG anche: Chic o ChocChissenefregaDigital SatGossiplandiaInsideTvLaBuonaTivuMag SeriesMatteoBlogTelefilmCultTeleRaccontoTuttofamediaTvBlog.GirlpowerTvZoomVicoDelleNewsWebl0g