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Il bavaglio alla RAI

Quel che si paventava potrebbe diventare realtà: la RAI potrebbe essere definitivamente imbavagliata per scelta politica. La settimana prossima, infatti, sarà decisiva per l’approvazione di un testo da parte della Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi che riguarda la RAI. Un testo che si intitola ” di Attoindirizzo sul pluralismo” e che porta la firma di

pubblicato 11 Febbraio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 08:49




Quel che si paventava potrebbe diventare realtà: la RAI potrebbe essere definitivamente imbavagliata per scelta politica. La settimana prossima, infatti, sarà decisiva per l’approvazione di un testo da parte della Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi che riguarda la RAI. Un testo che si intitola ” di Attoindirizzo sul pluralismo” e che porta la firma di Alessio Butti, Senatore del PdL.

La premessa di Butti sostiene, fra l’altro, che la RAI

relega in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani.

E così, il Senatore propone una serie di misure per arginare questo problema. Vediamole nel dettaglio. Secondo Butti, per esempio, vanno previsti format di approfondimento che prevedano la presenza in studio di due conduttori di diversa estrazione culturale. Una cosa che appare difficile anche solo da immaginare, e che potrebbe trasformare – in maniera definitiva – qualunque programma di approfondimento in un pollaio. Ma proseguiamo. I partiti politici dovranno essere rappresentati in studio in proporzione al loro consenso. Il che significa la morte delle idee alternative, per esempio.

Ma ce n’è anche per la satira.

L’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi va calibrato con uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali. Ciò è ancora più necessario per quei programmi, apparentemente di satira o di varietà, che diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica.

Cioè, se c’è un’imitazione di Gasparri, poi dev’esserci anche un’imitazione di D’Alema come contraddittorio? E se la prima la fa un comico di sinistra, la seconda la deve fare un comico di destra?

E ancora, a proposito dei temi trattati:

È opportuno che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda.

Il che significa che se un programma parla di un tema qualsiasi il lunedì, non se ne può più parlare fino al martedì successivo, in qualsiasi programma di approfondimento RAI.
E ancora:

Il conduttore è sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie sollevando la Rai da responsabilità civili e/o penali

Questa, per dire, sa di stoccata a Iacona, Gabanelli e alle poche realtà di inchiesta rimaste in Italia.

Ora, indipendentemente dalle idee politiche di ognuno, dovrebbe essere chiaro a tutti che un simile testo, sebbene non vincolante, nasconda dei rischi enormi per la libertà d’espressione e per il servizio pubblico televisivo. Come andrà a finire? Se il testo verrà effettivamente sottoposto a votazione, PdL e Lega dispongono, naturalmente, di una maggioranza di due voti.

Occorre aspettare, ma intanto ci si può preoccupare. E parecchio, anche.

Rai 1