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Fringe è in crisi (ma solo negli ascolti). Torna Leonard Nimoy?

-Attenzione: questo post contiene riferimenti alla terza stagione inedita di “Fringe”-E’ possibile che la qualità di una serie sia inversamente proporzionale al suo declino negli ascolti? Sembra una teoria da laboratorio del Dottor Bishop, eppure per “Fringe”, lo sci-fi che la Fox trasmette da tre anni, sembra così.La serie sta infatti subendo un brusco calo

pubblicato 17 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:05

-Attenzione: questo post contiene riferimenti alla terza stagione inedita di “Fringe”-

E’ possibile che la qualità di una serie sia inversamente proporzionale al suo declino negli ascolti? Sembra una teoria da laboratorio del Dottor Bishop, eppure per “Fringe”, lo sci-fi che la Fox trasmette da tre anni, sembra così.

La serie sta infatti subendo un brusco calo di ascolti, giustificabile solo con una scarsa volontà, da parte dei telespettatori, di seguire le vicende dei tre protagonisti che da quest’anno si dipanano su ben due universi paralleli. Dal punto di vista della qualità dello show, infatti, non troviamo per ora, nella terza stagione, alcuni difetti di narrazione.

“Un gioiellino”: è così che alcuni lettori di TvBlog hanno definito le nuove puntate trasmesse in America, e con altrettanto stupore hanno commentato i tristi dati d’ascolto che da settembre ad oggi fanno di “Fringe” una delle serie più a rischio per la cancellazione dalla prossima stagione televisiva.

Fringe 3
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Sebbene le rassicurazioni della Fox (che quest’estate aveva promesso che “non avrebbe preso in giro i telespettatori” con una chiusura improvvisa della serie) siano arrivate ancora prima della messa in onda della nuova stagione, non si può non guardare ai numeri che le nuove puntate stanno generando senza preoccupazione: gli ascolti sono sempre rimasti sotto i sei milioni di telespettatori, calando drasticamente sotto i cinque nelle ultime due settimane. Il rating nella fascia 18-49 anni, inoltre, non è dei migliori: solo l’1.9 di media finora.

Tutto questo, dicevamo, nonostante un inizio di stagione decisamente al di sopra di quelli delle due stagioni passate, che però deve pagare lo scotto di essere apprezzato appieno solo da chi la serie l’ha seguita almeno dall’anno scorso. Gli autori, Alex Kurtzman e Roberto Orci, hanno infatti sviluppato una prima parte di stagione che percorre due binari: le “puntate rosse” (come le hanno definite gli amici di Itasa) e le “puntate blu”.

Le prime sono ambientate nella realtà parallela che abbiamo visto nella scorsa stagione (dove Olivia è fidanzata, è molto più sfacciata di quella che conoscevamo noi, Walter è capo della Fringe Division ed è ancora vivo Charlie -Kirk Acevedo-), le seconde sono invece ambientate nella nostra realtà, dove si è infiltrata la Olivia della dimensione parallela (interpretata sempre da una brava Anna Torv), pronta a scatenare una guerra tra mondi nella quale saranno coinvolti Walter (John Noble) e Peter (Joshua Jackson).

E’ impossibile, o comunque difficile, seguire questa terza stagione senza essere a conoscenza degli eventi che sono successi precedentemente. “Fringe”, in questo modo, entra di diritto nella categoria sci-fi, diventando una delle serie del genere più affascinanti degli ultimi anni, ma allo stesso tempo resta indietro rispetto al ritorno della moda (giustificata dalla necessità per i network di avere una base di telespettatori più ampia possibile) di costruire telefilm con trame verticali, e quindi con i “casi di puntata”. Casi che in “Fringe 3” ci sono, ma ormai servono solo a portare elementi alla trama orizzontale.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti (perlomeno, sotto quelli degli americani; e degli italiani che non riescono ad aspettare che la serie arrivi “legalmente” in tv): una stagione appassionante che non appassiona abbastanza, almeno secondo le logiche dei network. Non servono a molto i numeri delle registrazioni Dvr della serie – che hanno portato ad un aumento del rating del 40% in alcuni casi-, neanche le lamentele dei fan che temono già qualche brutta decisione della Fox.

Non tira buona aria, insomma. Nonostante questo (o meglio, proprio per questo), la serie si prepara ad alcune puntate con guest star prestigiose. Vedremo, infatti, Christopher Lloyd (Doc in “Ritorno al futuro”, comparso l’anno scorso in “Chuck”) e, forse, il ritorno di Leonard Nimoy nei panni del Dr. Bell. L’attore qualche mese fa aveva annunciato il ritiro dalle scene, e la sua apparizione nella seconda stagione di “Fringe” sarebbe dovuta essere l’ultima.

Secondo la pagina Twitter della Fraser Valley Tradex, dove si stanno girando alcune scene, l’attore sarebbe pronto a tornare sul set. Non ci sono conferme, ma solo la notizia che vorrebbe Nimoy girare in zona. Quale sia la verità non la sappiamo, ma forse in questo momento ai fan di “Fringe” interessa altro.



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