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Rai, Minzolini: rigettato il ricorso per il reintegro al Tg1, ma dovrà essere risarcito

Minzolini vuole tornare al Tg1, ma il Tribunale del Lavoro rigetta il suo ricorso contro la Rai: di un ritorno al Tg1 (per ora) non se ne parla.

pubblicato 26 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 20:58

UPDATE 26 SETTEMBRE – Tra i dettagli che devono essere messi in evidenza c’è anche quello relativo al risarcimento. Come hanno spiegato i due legali dell’ex direttore del Tg1, la Rai dovrà risarcire la somma di 65.547 euro al giornalista, più interessi legali; si tratta della cifra spesa da Minzolini con la carta di credito aziendale.

Rai, Minzolini ‘respinto’ dal Tribunale del Lavoro: rigettato il ricorso per il reintegro al Tg1

Nuovo atto nella vertenza Minzolini-Rai-Tg1: lo scorso febbraio il Tribunale del Lavoro di Roma stabilì che il giornalista fosse reintegrato in Rai dopo l’assoluzione per il reato di peculato (ricordate la questione sull’uso carte di credito aziendali, no?), ma l’Azienda specificò che Minzolini non sarebbe tornato alla direzione del Tg1, da cui fu sospeso, ma avrebbe ricoperto il ruolo di corrispondente da New York (come si legge nel post in basso). Minzolini non si arrese e presentò ricorso contro la Rai, chiedendo il reintegro alla direzione del Tg1.

Arriva oggi un aggiornamento su quel ricorso: il Tribunale del Lavoro di Roma lo ha rigettato. Stando a quanto dichiarato dai legali dell’ex direttore del Tg1 a Repubblica, il perché del respingimento sarebbe da ricercare nell’attuale incarico di Senatore del PDL ricoperto da Minzolini.

“Il suo ruolo di parlamentare non gli consentirebbe di assumere l’incarico di direttore del Tg1, perché l’appartenenza a un partito non sarebbe garanzia di neutralità”

spiegano gli avvocati Federico Tedeschini e Nicola Petracca, che annunciano battaglia verso una posizione che giudicano

“contestabile, ai sensi dell’articolo 11, comma 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che precisa che le uniche restrizioni in questo caso riguardano esclusivamente i membri delle forze armate o delle amministrazioni dello Stato, fattispecie a nostro giudizio non applicabili alla Rai”.

Minzolini, quindi, presenterà un nuovo ricorso e nel frattempo chiama in causa, come precedente, il caso Santoro:

“Dire che non posso tornare al Tg1 perché nel frattempo sono stato eletto nelle liste del Pdl dimostra ancora una volta che in questo Paese si applicano due pesi e due misure: il tribunale decise che Santoro doveva tornare al suo posto, malgrado in quel momento fosse parlamentare europeo dell’Ulivo-Ds. Si tratta dunque di una decisione paradossale, motivo per cui i miei avvocati impugneranno l’ordinanza”.

La Rai, dal canto suo, si ‘rallegra’ della decisione presa dal Tribunale del Lavoro e affida il commento a una nota ufficiale, formale ma eloquente:

“Il Tribunale del Lavoro di Roma ha rigettato il ricorso del Sen. Augusto Minzolini volto alla reintegra nella posizione di direttore del Tg1. Nel riservarsi ulteriori approfondimenti, appena esaminata la relativa motivazione, l’Azienda esprime soddisfazione per una sentenza che attesta inequivocabilmente la correttezza del proprio operato nella complessa ed articolata vicenda che ha riguardato l’ex direttore del Tg1”.

E non finisce mica qui…

Rai, Minzolini reintegrato. Ma non al Tg1

di Massimo Galanto, 27 febbraio 2013

Augusto Minzolini potrà essere reintegrato dalla Rai. A spiegarlo in una lettera inviata agli avvocati del giornalista, Federico Tedeschini e Nicola Petracca, sono stati i legali di Viale Mazzini.
Il neo senatore della Repubblica Italiana – era candidato al Senato in Liguria con il Pdl – non potrà sedere sulla poltrona di direttore del Tg1, ma potrà tornare ad essere corrispondente da New York, l’incarico immediatamente precedente all’attuale ruolo di capo dei corrispondenti esteri.
Gli avvocati dell’ex ‘direttorissimo’ chiedevano il suo reintegro al Tg1 dopo l’assoluzione dall’accusa di peculato. Da Viale Mazzini, invece, fanno sapere di essere pronti ad assumere “le conseguenti determinazioni”, ma evidenziano che a gennaio 2012 Minzolini era stato trasferito alla sede di New York e a maggio 2012 si era “accordato per accettare la direzione corrispondenti esteri”. Per questo motivo, secondo l’azienda, l’incarico nel quale il giornalista potrebbe essere reintegrato è quello immediatamente precedente all’attuale.

Ecco la reazione del diretto interessato, che contesta la tesi sostenuta dalla Rai:

Io ho subito una decisione dell’azienda, non ho accettato nulla (il riferimento è all’attuale ruolo di capo dei corrispondenti esteri, Ndr).

L’avvocato Petracca aggiunge:

Nell’ambito dell’opposizione al trasferimento di Minzolini da noi presentata lo scorso anno abbiamo raggiunto una sorta di accordo che prevedeva solo la rinuncia al ricorso d’urgenza a fronte del fatto che Minzolini non veniva inviato a New York, ma alla direzione corrispondenti esteri. L’accordo era di natura processuale, non sostanziale. Davanti al giudice, quando abbiamo deciso di abbandonare la causa, lo abbiamo fatto riservandoci ogni diritto o azione. Non c’è nessun accordo e nessuna accettazione che possa impedire a Minzolini di tornare nel ruolo originario.

L’altro legale, Tedeschini, chiama in ballo direttamente Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi:

Minzolini in questo momento è vittima di un inadempimento della Rai. Presidente e dg, se non adempiono, dovranno risarcire Minzolini ed anche il cda dovrà rispondere del danno. Per questo abbiamo anche scritto alla procura della Corte dei Conti.

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