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Costantino Della Gherardesca a Blogo: “Ballando con le Stelle? Io voglio vincere! Ecco perché vado ospite da Barbara D’Urso…”

L’intervista di TvBlog a Costantino Della Gherardesca, attualmente in tv con Resta a casa e vinci e The Royals.

pubblicato 9 Luglio 2020 aggiornato 3 Febbraio 2021 13:25

Costantino Della Gherardesca è attualmente in tv con due programmi: The Royals – Vizi e virtù a corte, in onda su Sky Uno ogni giovedì, in prima serata, e Resta a casa e vinci, in onda su Rai 2, da lunedì a venerdì, alle ore 14.

Il conduttore è reduce dal successo dell’ultima edizione di Pechino Express e ha anche pubblicato un libro dal titolo La Religione del Lusso.

TvBlog ha intervistato Costantino Della Gherardesca con cui abbiamo parlato anche di Barbara D’Urso, Paola Perego e molto altro.

Parlando del tuo libro “La Religione del Lusso”, manuale di resistenza per affrontare questo periodo, a quale tipo di lusso ti riferisci? Perché, di questi tempi, è un titolo che può essere anche equivocato…

Due cose fondamentali: la prima è che il lusso a cui mi riferisco non è quello degli yacht giganteschi, delle bottiglie di champagne… E’ un lusso che ha a che fare con l’istruzione e l’educazione ossia avere la capacità, tramite l’informazione, in un’economia dell’informazione, di poter decodificare quello che ci circonda e, quindi, di trovare il bello, trovare l’arte, anche dove gli altri non la vedono. Questa è una considerazione fondamentale. L’altra considerazione fondamentale da fare è che io mi auguro che questi tempi cambino, non dobbiamo essere pessimisti. Speriamo che un giorno possano ricominciare a girare i soldi…

Nel libro, proponi soluzioni rivoluzionarie ispirate alla vita di Barbara D’Urso, Madre Teresa Di Calcutta, Nancy Reagan… Ti piacerebbe ricavare un format televisivo da questo libro?

In The Royals, su Sky Uno, c’è una mia rubrica, all’interno del programma, in cui parlo di questi personaggi del secolo scorso, un secolo in cui c’era molto più dispendio e molto più glamour. Personaggi come Jackie Kennedy, Karl Lagerfeld, Nancy Reagan, Farah Diba… Alcuni di questi personaggi, li tratto anche nel libro.

Nel tuo libro c’è un capitolo riguardante Barbara D’Urso, già noto, con il quale l’hai difesa pubblicamente da giornalisti, addetti ai lavori, haters… Dov’è nata l’esigenza, tra virgolette, di questo elogio pubblico?

E’ nata perché, innanzitutto, mi ha divertito tantissimo tutto il “Prati-Gate” che, se uno riesce a dargli una seconda lettura, è stato veramente uno dei momenti più spiritosi della televisione italiana degli ultimi anni. Mi sono veramente fatto delle grasse risate. Dopodiché, penso che lei sia un po’ un capro espiatorio e che venga criticata da persone del mondo della televisione che, obiettivamente, non è che facciano tanto di meglio e che, anzi, facciano molti più danni quando si occupano di informazione perché, bene o male, il programma della D’Urso è un programma di intrattenimento mentre i programmi cosiddetti di informazione fanno in realtà intrattenimento, uno show sotto mentite spoglie di informazione, facendo così fanno disinformazione e avendo un impatto molto più negativo da un punto di vista pedagogico, rispetto a Barbara D’Urso.

Ecco, parlando proprio di questi giornalisti, di cui i nomi sono intuibili, nel libro come mai hai scelto di non nominarli esplicitamente?

No, per carità, sono vendicativi! Non sono delle brave persone, come Fabrizio Frizzi…

C’è stato un po’ di timore?

Beh, sì certo…

Come mai, in molti, si stupiscono nel vederti ospite a Live – Non è la D’Urso?

Ma perché, secondo me, molte persone mi hanno visto fare programmi, diciamo, un po’ più di nicchia, un po’ più ricercati, un po’ più con un lato pedagogico, e quindi pensano che io sia uno snob che si vuole rinchiudere nella sua nicchia e invece no, mi piace fare il salto nel vuoto e andare dalla D’Urso perché mi diverte personalmente, mi fa ridere. Ripeto, io gli do una seconda lettura: in una puntata, mi ricordo ero lì negli studi, Nina Moric era stata accusata di aver morso un cane! Cioè un essere umano che morde un cane allora tu capisci che questo è come un film di John Waters o un film di Almodovar! Mi diverte molto, semplicemente, la risposta è banale.

Sempre in questo libro, tu riabiliti, tra virgolette, anche alcuni programmi condotti da Paola Perego…

No, non è una riabilitazione. Lì è una cosa, diciamo, dove racconto vari incidenti successi nella carriera di Paola Perego che è una persona che è sempre stata carina e simpatica con me tra l’altro… Racconto tutti questi eventi mistici, tra la vita e la morte, che son successi in 3-4 occasioni, in programmi in cui presentava Paola Perego… Però non facciamo spoiler, facciamo comprare il libro alle persone…

Secondo te, però, anche Paola Perego è stata criticata più di quanto effettivamente avesse meritato?

Certo, ma sì! Ma su quella cosa delle donne dell’est, c’era stata un’interrogazione parlamentare! Su dai, si occupassero d’altro in parlamento che la nazione ha le pezze al c*lo!

Quindi, in questo libro, tu poni la cultura come chiave per decodificare il bello da quello che apparentemente non lo è. Restando in tema di tv, la cultura può salvare proprio tutto oppure ci sono cose che non sono proprio salvabili?

L’istruzione può alimentare e far crescere la televisione anche economicamente. Viviamo nell’era dell’informazione e, per fare un programma televisivo, devi essere molto istruito e informato. Se fosse sempre così, ci sarebbero meno problemi, meno discorsi su tagli di budget e più inserzionisti pubblicitari.

Sei in onda anche con The Royals: secondo te perché la vita dei reali non perde mai il proprio fascino?

Perché fanno una vita completamente diversa dalla nostra, irraggiungibile, piena di formalità, di dettagli triviali, curiosi e, sotto un certo punto di vista, folli, in quanto non inerenti alle problematiche che dobbiamo affrontare noi, tutti i giorni. Sono delle macchine da show, sono delle recite, sono delle enormi pantomime e, quindi, siccome sono degli spettacoli, la gente si diverte a seguirli.

Sei in onda anche con Resta a casa e vinci. Per chi, ancora, non l’ha visto, quali sono le differenze con Apri e Vinci?

Non c’è più una sola famiglia alla volta ma ci saranno due famiglie che competono l’una contro l’altra, famiglie o squadre. C’è la squadra delle danzatrici di Burlesque, che sono molto espansive, contro la squadra degli orsi, che sono solitari e stanno a casa… Ci sono le webstar contro gli artigiani, quindi l’immateriale contro il materiale… Ci sono sempre due categorie dissonanti che competono tra loro per ottenere il montepremi che è la domanda del porcellino perché abbiamo una mascotte che è un porcellino… I 2500 euro del montepremi andranno in beneficenza.

In questo anno molto denso di impegni, farai anche Ballando con le Stelle. Cosa ti spaventa di più di questa esperienza?

Ovviamente, mi spaventa di più la mia mancanza di prestanza fisica…

Solo quello? E i giudizi della giuria?

La fatica fisica mi spaventa, tanto in televisione, oramai, contrariamente ad altri concorrenti, sono abituato a rendermi ridicolo davanti alle telecamere, sono stato deriso più volte, quindi quello non mi fa né caldo né freddo… La cosa di cui ho paura è proprio il faticare e poi ho una gamba che non è proprio in gran forma perché anni fa sono finito sotto una frana di rocce e un paio di anni dopo, sempre sulla stessa gamba, sono caduto in una piscina vuota in Australia e si è di nuovo rotta… Ho una gamba un po’, diciamo, zoppicantina però Milly mi ha già messo in contatto con un ortopedico e quindi farò del mio meglio. Non solo farò del mio meglio, io voglio vincere, io voglio battere gli altri!

Viste le premesse, come ha fatto Milly Carlucci a convincerti?

Sai, mi ha convinto perché mi ha detto che avrei trovato di nuovo una grandissima forma fisica, che sarei dimagrito per via degli allenamenti, che sarei stato sempre di buon umore, quindi mi avrebbe fatto bene da un punto di vista psicologico, che mi avrebbe lasciato fare tutti i folli balletti che voglio fare, quindi mi avrebbe dato libertà di espressione, ma soprattutto mi ha convinto dicendomi che avrebbe rivoluzionato diciamo la mia fitness e siccome questo è un po’ un cruccio della mia vita, non essere proprio in forma, avere il fiatone e tutto il resto, mi sono detto “Ma facciamo questo programma! Magari mi diverto pure e mi metto in forma!”.

Leggendo qualche intervista, ho notato che parlare di ascolti non ti piace molto. Il successo dell’ultima edizione di Pechino Express, comunque, può essere definito una sorta di rivincita personale?

Sì, ero molto contento, ha fatto degli ottimi ascolti. Detto questo, è andato in onda durante il periodo del COVID, delle tragedie nazionali, e, quindi, mi pareva brutto stappare bottiglie di champagne e dire “Evviva, siamo andati benissimo!”, in quel momento storico lì.

Hai twittato anche su Temptation Island, in occasione della prima puntata. Vista la tua passione per i programmi televisivi trash, ti piacerebbe, magari, condurlo?

No, no, Bisciglia è perfetto, non mi permetterei mai, io voglio vedere Bisciglia a Temptation Island. E’ cresciuto, è sempre più bravo, lo adoro… No, no, no deve stare lui lì, essere protetto e, anzi, mi auguro che un giorno faccia anche Sanremo!

Però esiste anche la versione Vip…

Io preferisco l’edizione “nip” e non vorrei rovinare qualcosa di così perfetto, intromettendomi.

Visto che hai condotto tante cose di diverso genere, qual è un tuo desiderio professionale, un qualcosa che ancora non hai fatto e che vorresti fare?

Recitare? No, no, no, non so recitare assolutamente. Casomai, potrei fare la sceneggiatura, potrei scrivere la sceneggiatura per un film, ho scritto un libro non so se l’abbiamo già detto! Scrivere, lo posso fare benissimo, chi lo sa, magari fare anche il regista, recitare non sono in grado.

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