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Maratona Mentana, il miglior format politico in tv (e il ‘comunista’ Enrico Lucci occupa lo studio)

Enrico Mentana riporta la politica in tv con la sua lunga diretta sull’Assemblea PD (che cancella anche il Tg e piega la pubblicità).

pubblicato 19 Febbraio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 13:10

Prendi una bella domenica di metà febbraio, allestisci il circo mediatico di stampo politico nel cuore di Roma, piazza le telecamere nella sala dell’Assemblea PD, fai uno streaming in alta qualità e dai a Enrico Mentana il palinsesto: ne vien fuori il miglior programma politico – e la cosa più squisitamente politica, nel pieno senso della parola – che la tv italiana abbia visto negli ultimi 15 anni (e più).

Tra ironia e storia politica, tra un esercizio di stile sulla bramosia pubblicitaria di Cairo e una stilettata agli ospiti, tra i siparietti complici con i suoi inviati e le sintesi dei contributi di chi prende la parola al Parco dei Principi, Enrico Mentana – col supporto di Marco Damilano e di Alessandra Sardoni – racconta la politica di oggi come nessun talk show contemporaneo è in grado di fare. La parola dei protagonisti dell’Assemblea – con i suoi sottotesti, le sue citazioni, i non detti, gli impliciti, le antipatie personali, la retorica del ‘bene comune’ – viene riportata integralmente, sciolta dalle dinamiche dei tempi tv; la parola sic et simpliciter diventa, anche grazie al contrappunto di Mentana, lo strumento per un’analisi asciutta delle dinamiche politiche e di comunicazione dei leader di sinistra di oggi e di ieri (e in alcuni casi dell’altro ieri).

Un perfetto format politico tv che però è, nel contempo, totalmente anti-televisivo per tempi e modalità: senza paletti, se non quelli della pubblicità – piegata col picture in picture al racconto in diretta -, la Maratona Mentana occupa l’intero palinsesto, negando anche lo spazio al Tg. Quest’ultimo appare alle 14.15, con un’edizione flash affidata a Luca Speciale, che serve a Mentana per fare una brevissima pausa. Tutto viene spazzato dall’attualità politica, che torna protagonista come mai prima d’ora.

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Non è la prima #MaratonaMentana, è vero. Che la “Maratona Mentana” sia ormai un format a parte è noto. Ma questa lunga diretta sulle discussioni interne di un partito è molto diversa, per natura di racconto e implicazioni politiche, da una ‘qualsiasi’ maratona elettorale, sia essa Amministrativa, Politica o Presidenziale (italiana o USA). Questa è un’altra cosa. Come ricordava la Sardoni a Tv Talk qualche tempo fa, la MaratonaMentana non solo ha dato nuova dignità all’inviato politico, ma con questa formula no-stop, senza tagli e senza telecronaca, senza crawl con breaking news dal contenuto masticato e digerito e servito alla distratta lettura dei telespettatori di passaggio, ha ridato dignità alla dialettica politica, al racconto della politica stessa, alla discussione di partito, al netto dei pastoni e degli slogan pro-elettorali. Non c’è il fast food dell’informazione: proprio colui che ha rinnovato il linguaggio telegiornalistico italiano 20 anni fa, velocizzandolo e scardinando la liturgia flemmatica del Tg Rai, ora abbraccia il racconto slow (caro a pochi, ma buoni) per ridare spessore a una politica ormai ridotta a un battibecco tra uno speciale su Sanremo e una ricetta stellata.

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Il tutto senza mai perdere la leggerezza (forzando una citazione guevariana) e raccogliendo spontaneamente, in diretta, le varie anime della ‘sinistra’ tv. E così, là dove il centro-sinistra si spezza di fronte ai personalismi, la MaratonaMentana diventa il luogo delle ‘larghe intese’ abbracciando gli immancabili amici di Gazebo (ormai aficionados in virtù della condivisione di Marco Damilano) e accogliendo anche la pacifica invasione di Enrico Lucci, già Iena oggi inviato di Nemo su Rai 2, vestito da soldato dell’Armata Rossa con tanto di colbacco e baffone staliniano.

L’incontro fortuito con Celata fuori dalla sede dell’Assemblea nel ‘pre-partita’ si è trasformato in un’ospitata in diretta, che ha offerto forse una delle migliori analisi sulla situazione del PD, fuori dai bizantinismi del commentatore non schierato. Tolti colbacco e baffoni su richiesta di Mentana – pronto a dibattere con il collega di cui riconosce l’intelligenza politica ma non a continuare una gag all’infinito – Lucci sintetizza le prime ore di assemblea con un laconico, quanto sincero, commento (che potete ascoltare nel video in alto). Forse il migliore tra quelli sentiti finora. E la giornata è ancora lunga.