Home Notizie Teo in the box, Teocoli a Blogo: “Torno in tv da protagonista. Ballando con le stelle trasmissione disonesta”

Teo in the box, Teocoli a Blogo: “Torno in tv da protagonista. Ballando con le stelle trasmissione disonesta”

“Non aver fatto televisione per anni mi dispiaceva. E così ho colto la prima occasione. Da protagonista, perché quando sei protagonista in teatro, non puoi andare in tv a fare parti minori”

pubblicato 28 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 07:55

Teo Teocoli da questa sera porterà il pubblico di Raitre in giro per l’Europa, anche se “volevano portarmi in Giappone, ma mi sono rifiutato, non avevo voglia di fare 48 ore di viaggio, mi sembravano un po’ troppe“, precisa ridendo. Catapultato in realtà diverse da scoprire e da esplorare, dentro una scatola che si aprirà, di volta in volta, in un luogo sconosciuto, l’attore e conduttore con telecamere al seguito si immergerà in contesti sociali singolari e poco conosciuti, incontrerà persone molto diverse da lui che lo guideranno e lo coinvolgeranno in situazioni che probabilmente non avrebbe mai immaginato di vivere.

Blogo ha intervistato lo showman 70enne, protagonista di Teo in the box (inizialmente si era pensato a Fabio Volo), l’adattamento italiano del format tedesco Host in the box (esportato anche in Spagna e Ungheria) prodotto da Endemol e che i lettori di TvBlog hanno potuto conoscere già qualche tempo fa.

L’appuntamento è per stasera, sabato 28 novembre 2015, alle 21.45 su Rai3 con la prima delle quattro puntate previste.

È il tuo ritorno in tv con un programma tutto tuo, dopo quasi 12 anni. Era trascorso troppo tempo, secondo te?

Penso di sì. Molte persone negli ultimi anni mi chiedevano perché non mi vedessero più in tv, cosa mi fosse successo. Non è stata una scelta, ma una conseguenza. Quando decisi di non fare più televisione non c’erano tante cose appetibili, almeno per il mio stile di lavoro. Era iniziata la nuova era. Un giorno in cui avevo uno spettacolo a Roma in un teatro all’aperto di Villa Borghese venne verso di me un signore piuttosto anziano, un po’ ingobbito, e mi disse: “Teocoli, io la sto aspettando da 30 anni a teatro”. Era il signor Pietro Garinei. Mi portò al Sistina di Roma. E ci rimasi un mese. Per un milanese è la prova del fuoco. Andò molto bene, da lì presi coraggio e voglia di lavorare dal vivo. Per più di 10 anni ho continuato così, girando l’Italia. Ho lavorato in qualsiasi posto, ho fatto la Festa della birra, quella della macedonia, della piadina. E in inverno i grandi teatri. Questo mi ha gratificato. Però, non aver fatto televisione e perdere un certo tipo di pubblico, specialmente quello giovane, mi dispiaceva. E così ho colto la prima occasione che mi è stata offerta. Da protagonista, perché questo è importante: quando sei protagonista in teatro, non puoi andare in tv o al cinema a fare parti minori. Teo in the box mi ha convinto e l’ho fatto. Poi, casualmente, è saltato fuori anche un film con Fausto Brizzi, che ho finito di girare in questi giorni (si riferisce a Forever Young, Ndr).

Veniamo a Teo in the box. Nella prima puntata uscirai dalla scatola e ti ritroverai a bordo della nave da crociere più grande del mondo, nel Mediterraneo. Cosa puoi anticiparci?

Abbiamo fatto una cosa abbastanza difficile; sì, è vero, viaggiando sapevo dove stessi andando, ma non il punto preciso in cui si sarebbe aperta la scatola. Che, nella prima puntata, si è aperta su una nave enorme di 360 metri, dove circolavano circa 6 mila persone tutte col bicchiere in mano. Ho instaurato amicizie, ho chiesto informazioni, mi sono ritrovato in un locale dove facevano karaoke, in uno in cui ballavano latino-americano; mi sono ritrovato in una vasca Jacuzzi stritolato tra due signore molto appesantite. E sono finito a fare lo sguattero in cucina, dove ho lavato i piatti. E la cosa strana è che chi lavorava non è che mi chiedesse chi fossi, ma mi passava semplicemente i piatti! (ride, Ndr)

Teo in the box è tratto dal format tedesco Host in the box. Lo hai visto?

No, non l’ho mai visto. Quando sento la parola ‘format’ un po’ mi paro, come si dice in spagnolo, mi fermo. Normalmente non è il genere che mi piace. Ora in tv fanno tutti format. Io ho lasciato la tv quando in tv si creava. Il mio lavoro era fare intrattenimento, lo show, il sabato sera, le ospitate dai grandi artisti come Celentano, Fiorello, Morandi, Salemme. O le trasmissioni di seconda serata come Mai dire gol, Vicini di casa, Emilio. Quella era la mia televisione. Quello era il mio lavoro… poi tutto è diventato una gara, le giurie, Ti lascio una canzone, Ti regalo questo, Ballando con le stelle…

Ecco, arriviamo a Ballando. Prima hai detto che “quando sei protagonista in teatro, non puoi andare in tv o al cinema a fare parti minori“. Però il concorrente di Ballando con le stelle, l’anno scorso, lo hai fatto. Come mai?

Da tempo mi chiedevano di ballare. Io sono un ballerino autodidatta, il ballare, con il cantare, è sempre stata una delle cose che mi è piaciuta di più fare. Solo che c’era una gara, che dovrebbe rispettare certe situazioni. Io a 70 anni non posso ballare con Andrew Howe che ne ha 27 ed è un atleta a livello internazionale. O con la medaglia d’oro di fioretto Aspromonte o con Candela, che ha ancora le gambe e il fiato da calciatore. E poi ci sono state cose molto scorrette, che ritengo doveroso dire: la signorina (Giusy, Ndr) Versace, purtroppo vittima di un incidente, veniva, proprio per questo fatto, votata sempre con i 10. Il grande Giorgio Albertazzi, che non ballava neanche – aveva una ballerina che volteggiava intorno e lui declamava delle cose – prendeva sempre 10. E allora ho detto ‘ma questa che cavolo di gara è?’. Le ragazze in gara non facevano altro che far saltellare in aria dei ballerini veri. E quindi mi sono detto: ‘questa è una gara farlocca, fasulla’. Senza nessun rispetto per la mia carriera e per la mia età, mi hanno messo un rock and roll, un quick step, tutti balli velocissimi. Mi dovevo allenare per tre ore al giorno e io, onestamente, non ce la facevo. Per fortuna, e sottolineo per fortuna, ho subito una contrattura, capitata ad hoc. E ben accettata. Me ne sono andato. Una trasmissione disonesta.

Si era parlato della tua presenza fissa, o in alternanza con altri colleghi, a Che fuori tempo che fa, il sabato da Fazio. Ma finora abbiamo visto solo Nino Frassica…

Hanno scelto Frassica.

Non ci sarai quindi?

No, per il momento no. Tutto dipende da Fabio Fazio. Negli anni scorsi eravamo compatibili l’uno con l’altro, io facevo il comico, le imitazioni, facevo tutto, oggi le cose sono un po’ cambiate. Lui è il conduttore, io sono uno dei personaggi che potrebbero partecipare alla sua trasmissione. Niente di più. Ha scelto Frassica. Va bene così.

Ah. Eppure eri stato l’inviato di Fazio all’Expo prima dell’estate…

Esatto. Le perfomance all’Expo – fatte con molta fatica, perché tutti lì mi chiedevano soltanto se ce l’avrebbero fatta in tempo – erano state molto gradite dal pubblico. Anche Sala (il commissario unico di Expo, Nrd) si era complimentato. Pensavo che dopo quella perfomance sarei stato interpellato, lo sono stato, ma poi hanno scelto diversamente. Ma questo fa parte del lavoro. Non mi dispiace e non faccio polemiche.

Qualche mese fa ti chiesi perché non fossi in gara a Tale e quale show e mi spiegasti che nella trasmissione di Conti gli imitatori di professione non sono ammessi. Però in questa stagione hanno gareggiato tuoi colleghi come Massimo Lopez e Max Giusti…

Bravo, hai capito tutto. Io andai come ospite imitando Maldini e Celentano. Fu un successo. Mi dissero che io sono un imitatore professionista e che loro cercano personaggi che non abbiano mai fatto imitazioni. Io dissi ‘io non sono solo un imitatore, io faccio un po’ di tutto, sono autodidatta, io ballo, canto, faccio il comico’. Accettai la cosa. Poi mi chiesero di fare il giudice. E io risposi: ‘Il giudice proprio no’. Perché non è spettacolo. A me piace stare in proscenio, non dietro ad un bancone a dire ‘tu sei bravo e tu no’. È una fesseria.

Ed è finita lì?

Devo dire la verità: ho visto la trasmissione e mi sarebbe piaciuto fare qualche puntata da giudice. Ma non mi hanno più chiamato. Siamo alle solite. Vado alla ricerca di altre possibilità. Tanto io so fare solo questo, l’artista.

Ok. Visto che la questione dell’imitatore di professione è superata, magari ti chiameranno per l’anno prossimo…

Ho visto che sono rimasti un po’ a secco. Hanno chiamato personaggi che non conosco, non sapevo chi fossero. Hanno esaurito i vips e si sono buttati su personaggi che fanno imitazioni. Che sono tutte di buonissimo livello. Però la cosa oramai è cotta. Ed è cotta. Basta, ciao.

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