Vigilanza Rai: Villari non si dimette, la soluzione Zavoli resta al palo. Ora a rischio l’elezione del Presidente Rai
Rischio paralisi per la Commissione di Vigilanza Rai. Riccardo Villari, Presidente eletto con un colpo di mano dalla maggioranza che non voleva accettare la candidatura di Orlando dell’Idv, non ha nessuna intenzione di dimettersi dalla carica. Questo nonostante nei giorni scorsi avesse più volte dichiarato che “di fronte ad una soluzione condivisa fra Pd e
Rischio paralisi per la Commissione di Vigilanza Rai. Riccardo Villari, Presidente eletto con un colpo di mano dalla maggioranza che non voleva accettare la candidatura di Orlando dell’Idv, non ha nessuna intenzione di dimettersi dalla carica. Questo nonostante nei giorni scorsi avesse più volte dichiarato che “di fronte ad una soluzione condivisa fra Pd e Pdl” avrebbe lasciato spazio.
La soluzione condivisa, partorita dopo una lunga trattativa condotta da Gianni Letta, ora ci sarebbe con Sergio Zavoli pronto a subentrare nella carica, ma l’insubordinazione di Villari blocca tutto. Curiosamente, mentre i vertici del Partito Democratico criticano ferocemente il loro senatore e si preparano ad espellerlo dal gruppo già in queste ore, i membri del Pdl sostengono che il Presidente “democraticamente eletto” stia mostrando grande coraggio nel resistere alle pressioni.
Il gioco politico rende così evidente la duplice spaccatura interna sia al Pd che al Pdl con Villari ad assumersi l’onere di apparire come il “cattivo di turno” e che rischia ora di bloccare i lavori della Commissione di Vigilanza, compresa l’elezione del Presidente della Rai che dovrebbe succedere a Claudio Petruccioli. Per protesta contro Villari, infatti sia i membri del Pd e probabilmente quelli dell’Udc non parteciperanno alle prossime riunioni convocate dall’ormai transfugo senatore eletto in Campania.
Per eleggere il Presidente della Rai la commissione ha bisogno di raggiungere una maggioranza qualificata del 75%, impresa impossibile finchè i membri ribelli non si presenteranno per le votazioni.
Questo incredibile pasticcio non sembra voler trovare una conclusione mentre si attendono “nuove” da Palazzo Chigi che ora dovrà essere investito del problema di riportare nei ranghi i numerosi ammutinati. La situazione è sempre più ingarbugliata e rende uno spettacolo onestamente avvilente della politica italiana, fra bigliettini proibiti e personalismi difficili da mandar giù senza provare un pizzico di ribrezzo.