Home Porta a porta Quirinale 2015, Speciale Porta a Porta: la lite Alfano – Salvini (e il tracollo dei talk politici)

Quirinale 2015, Speciale Porta a Porta: la lite Alfano – Salvini (e il tracollo dei talk politici)

Il battibecco tra Alfano e Salvini azzera in un attimo tutta l’aura di ‘speranza’ per una politica diversa che l’elezione di Mattarella ha portato con sé. Colpa di un modo di far politica, ma anche di un modo di fare politica in tv.

pubblicato 31 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:09

S: Capisco che hai fatto una figura di palta, ma…
A: Fai ridere i polli! Il tuo naso si sta allungando fino a Palermo… dici che non ti interessa cosa faccio ed è da cinque minuti che parli di me. Ti si allunga il naso, come Pinocchio..
S: e questo è il Ministro dell’Interno
A: E questo è il segretario della Lega….

… e questo uno stralcio del primo pregno e intenso dibattito politico tra il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, in collegamento, e il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, presente in studio nel corso dello Speciale Porta a Porta di prima serata nel giorno dell’elezione di Sergio Mattarella Presidente della Repubblica. Un Presidente da tutti lodato per la sua morigeratezza e la sua riservatezza, l’equilibrio e la probità. Perfetto per il contesto, insomma.

Tra un ‘trono’ vacante e un plastico riciclato del Quirinale (tirato fuori anche per le Presidenziali di due anni fa), Bruno Vespa guida la sua compagnia di giro sui binari del commento all’elezione di Mattarella, avvenuta oggi – venerdì 31 gennaio – alla quarta votazione. Compagnia di giro che vede ormai presenze (quasi) fisse per i segmenti dedicati alla politica Matteo Salvini (con o senza felpa toponomastica), Giovanni Toti, Sallusti, con Alfano spesso in collegamento, ma questa volta seduto sullo ‘scranno bianco’ della terza Camera della politica italiana. O almeno di quel che resta.

Lo sterile, e direi anche infantile, battibecco cui si sono impegnati Salvini e Alfano (che di certo non si sopportano) esprime, a mio avviso, esattamente il livello della discussione politica in tv nella forma di talk. Fatta qualche rara eccezione, i toni son questi: e se finiscono per avere la meglio anche nel ‘salotto’ più istituzionale della politica televisiva davvero si ha la sensazione di essere a un punto di non ritorno per il genere. Se poi si considera la scelta grafica a mo’ di intervista doppia de Le Iene, l’effetto ‘parodia’ è inevitabile: sembra di assistere a una gag, non a un dibattito politico.

Porta-a-porta_Alfano-Salvini

 

La formula talk, ormai, si esaurisce in minuetti di non detto, in proclami da comunicato stampa, di ‘mistificazioni’ propagandistiche, di uso inetto dell’arte retorica. Roba da farsi il fegato marcio soprattutto a confronto di quanto visto nelle tante maratone tv andate in onda in questi giorni di votazioni.

Dall’eroico Mentana agli staffettisti di Sky Tg24, dai quirinalisti Rai agli inviati ai Palazzi, tutti – chi più chi meno, chi meglio chi peggio – hanno cercato di raccontare i fatti e soprattutto le dinamiche di questo stava avvenendo nell’Aula di Montecitorio e nelle ‘stanze’ dei partiti. Un racconto appassionato e frenetico, volto allo svelamento di meccanismi che spesso restano ignoti agli elettori e che nessuno streaming potrebbe mai rivelare nella sua complessità e nei suoi alambicchi. E come ormai saprete, a mio avviso in questo ‘gioco’ Mentana non ha eguali: quantità e qualità riconosciuta da colleghi e politici.

 

Poi si arriva in diretta su Rai 1 in prima serata tra poltrone e plastici tutto torna ad essere fumoso e ipocrita, spregiudicatamente mistificatorio e amaramente irritante. E quegli stessi politici che con Mentana hanno dato vita a simpatici siparietti (in alto vediamo lo scambio Mentana-Alfano), a duetti/duelli leali, che si sono lasciati andare a disamine meno controllate, che hanno lanciato messaggi ad alleati e rivali, si trincerano con Vespa nella dichiarazione da campagna elettorale. Fine del racconto, dell’analisi, dell’interesse: la compagnia di giro recita il canovaccio che la commedia dell’arte prevede. Ma questa non fa ridere nessuno.

Se i politici ci mettono indiscutibilmente del ‘loro’, non si può negare che sia anche ‘colpa’ della formula del talk, che mostra ormai tutti i suoi limiti. In questo caso il racconto del nuovo Presidente della Repubblica passa anche attraverso un servizio di un’inviata andata a vedere dove lavora Mattarella, dietro a quali porte si cela la sua scrivania, quale sia il suo posto nella sala in cui si tengono le sedute della Corte Costituzionale, attraversando i corridoi che calpesta tutti i giorni, intervistando il commesso del palazzo e la vicina di casa. Mi ha ricordato il servizio de L’Arena sulla casa di Tulliani di domenica scorsa. Come se non bastasse, altri inviati si sono preoccupati di intervistare il barbiere, la giornalaia, gli amici di infanzia…

Speciale Porta a Porta - Mattarella Presidente: le foto

A questo punto, nelle menti dei telespettatori, non può che risuonare il profondo ammonimento del grande Maestro Estiqaatsi. Giorni di buone dirette tv gettate al vento. E poi uno si domanda ancora perché i talk show sono in crisi. In fondo quella poltrona rossa, imponente ma vuota, sembra simboleggiare proprio l’assenza della buona politica e del buon racconto della politica in tv.

Speciale Porta a Porta - Mattarella Presidente: le foto

Speciale Porta a Porta – Mattarella Presidente: le foto

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