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Carte di credito Rai: Augusto Minzolini condannato in appello

Quando era direttore del Tg1 Minzolini avrebbe usato in modo improprio la carta di credito aziendale

pubblicato 28 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 22:44

I giudici di secondo grado di Roma ribaltano la sentenza di primo grado: l’utilizzo della carta di credito aziendale da parte dell’ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, fu improprio. Per questo motivo il giornalista oggi senatore della Repubblica Italiana per Forza Italia è stato condannato dalla terza sezione della Corte d’Appello di Roma a due anni e sei mesi di reclusione per peculato continuato.

A febbraio del 2013 l’assoluzione perché il fatto non costituisce il reato, ieri la svolta. I giudici hanno anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per l’intera durata della pena.

Minzolini ha accolto con comprensibile rabbia la sentenza. Su Twitter ha scritto:

Sono allibito e attonito. Assolto da Corte dei Conti, in primo grado e da giudice del lavoro, condannato a 2,6 anni in appello. Dov’è la certezza del diritto?

E pochi minuti fa ha rincarato la dose con un tweet molto allusivo:

Cosa c’è tra la prima sentenza di assoluzione e quella di condanna in secondo grado? Le critiche al governo Monti, Letta e Renzi, polemica con Napolitano e giudici.

Ricorderete che la vicenda giudiziaria era partita da un esposto presentato dall’Italia dei Valori nel quale si denunciava la gestione della carta di credito fatta da Minzolini quando era alla guida del telegiornale della rete ammiraglia Rai.

Tra le contestazioni rivolte al giornalista l’aver sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione nella misura di circa 65 mila euro (la somma poi fu restituita dal diretto interessato alla Rai). Nel procedimento la tv pubblica si è costituita parte civile.

Gli avvocati di Minzolini, Franco Coppi e Fabrizio Siggia, hanno annunciato che dopo la lettura delle motivazioni della sentenza “valuteremo il ricorso in Cassazione”.