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Vittorio Sermonti contro Benigni: “Non rende un buon servizio a Dante”

Benigni leggerà giovedì sera in prima serata il V Canto dell’Inferno tratto dalla Divina Commedia, la sua immagine di comico e attore guascone è oramai da anni legata a questo sua amore per l’opera del Sommo Poeta, ma il suo “predecessore” più illustre nel ruolo di divulgatore dell’opera di Dante non apprezza il suo stile

27 Novembre 2007 11:00

Benigni leggerà giovedì sera in prima serata il V Canto dell’Inferno tratto dalla Divina Commedia, la sua immagine di comico e attore guascone è oramai da anni legata a questo sua amore per l’opera del Sommo Poeta, ma il suo “predecessore” più illustre nel ruolo di divulgatore dell’opera di Dante non apprezza il suo stile e lo bacchetta severamente.

Vittorio Sermonti, studioso di letteratura e scrittore, ha dedicato 20 anni della sua vita alla promozione della Divina Commedia, curando personalmente fra il 1987 e il 1992 un lungo ciclo di trasmissioni radiofoniche con la supervisione di due fra i più grandi filologi italiani, Cesare Segre e Gianfranco Contini, tutte dedicate alla Comedìa.

Le sue parole in merito sono certamente autorevoli e a pochi giorni dall’esordio di Dante nel prime time di Raiuno i complimenti riservati a Roberto Benigni sono ben pochi:

Per leggere Dante ci vuole uno scrittore e non un attore che per quanto intelligente e attrezzato professionalmente ha la tendenza a leggere un testo nel modo migliore possibile. Ma così facendo rischia di farsi sopraffare dalla sua bravura. Benigni è un esempio emozionante. L’ho visto in tv, mai dal vivo. Eravamo amici. Ora non ci sentiamo da molto tempo

Secondo Sermonti, al contrario dei tanti che l’hanno esaltato proprio per la sua scelta di dedicare un’intera tournee teatrale alla Divina Commedia facendone reinnamorare gli italiani, Benigni rischia di non rendere giustizia a Dante:

Il suo modo di attualizzare Dante è divertente ma non si possono dire spiritosaggini e cose un po’ ovvie per adescare il pubblico. Questo non è un buon servizio fatto al Poeta e nemmeno agli ascoltatori. Ho 78 anni e mi dispiace lasciare il campo a questo tipo di divulgazione allegra. Dante è duro e severo e ci vuole durezza e severità per capirlo. E’ un’operazione delicatissima, che non si può fare alla buona

La posizione di Sermonti è sicuramente sincera, ma può essere interpretata come eccessivamente rigida.
Qui su TvBlog non siamo certo dei grandi studiosi di letteratura o dei prestigiosi filologi, ma non crediamo di essere nell’errore quando diciamo che le “licenze” con cui Benigni infarcisce la sua lettura della Divina Commedia sono un mezzo eccezionalmente efficace di diffonderne e promuoverne la conoscenza. Forse si tratta di un prezzo che deve essere necessariamente pagato per raggiungere un grande pubblico.

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