Home Zelig Vanessa Incontrada: “Le donne di Zelig mi facevano la guerra”

Vanessa Incontrada: “Le donne di Zelig mi facevano la guerra”

Vanessa Incontrada su Vanity Fair racconta i retroscena del suo addio a Zelig

pubblicato 12 Luglio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:04

Vanessa Incontrada l’abbiamo rivista, di recente, ai Wind Music Awards 2011 con Teo Mammucari, ben sapendo che la conduttrice aveva messo da parte per un po’ la tv. Ma se l’11 giugno 2010 pareva che la separazione da Zelig fosse stata consensuale e non traumatica, ora la conduttrice vuota il sacco.

E, a Vanity Fair, racconta una realtà molto diversa. Che comincia così:

Si era rotto qualcosa con le persone con cui lavoravo. L’ambiente è sempre stato maschile – ci lavorano cento uomini e forse una quindicina di donne – e maschilista. Ma la cosa più triste è che proprio delle donne ho un brutto ricordo. A parte tre o quattro di loro, tra cui la sarta e la mia vocal coach, non hanno mostrato alcuna solidarietà nei miei confronti quando sono diventata mamma. Già durante la gravidanza, mentre tutti mi attaccavano per il peso, non una che mi abbia detto: mi spiace. E poi, quando è nato Isal, le cose sono persino peggiorate. Non c’era la minima comprensione se dicevo che la domenica non potevo andare alle prove, o se arrivavo alle 5 e non alle 4 perché il bambino aveva 38 di febbre. Neanche fossi andata con le amiche a prendere l’aperitivo. Il tempo per mandarmi un messaggio con scritto ‘Convocazione alle due’ ce l’avevano sempre, ma quello per scrivermi ‘Come sta il bimbo?’ in due anni non l’hanno mai trovato.

Insomma, la Incontrada, dopo aver criticato le Veline – ed essere finita nel mirino di Studio Aperto – continua a esporsi in prima persona, rivelando meccanismi di un dietro le quinte televisivo che appare molto più spietato di quanto si possa immaginare. A cominciare dall’umiliazione di essere criticate perché si è “grasse”.

Ma la Incontrada è una che non sta zitta. Anzi. Sempre a Vanity Fair ha ribadito che

A farmi soffrire di più era stata l’insensibilità delle colleghe di lavoro. Quella storia l’ho tirata fuori per sostenere le donne normali e rivendicare il loro diritto di vivere serenamente la gravidanza. Non immaginavo quello che sarebbe successo. Mi hanno scritto in migliaia. Per questo ho deciso di scrivere un libro sull’argomento: uscirà a fine anno.

Ma quali saranno le conseguenze professionali, per il suo coraggio ad esporsi? Non resta che aspettare per saperlo.

Vanessa IncontradaZelig