Home Tv Talk Tv Talk, Michela Murgia risponde a Blogo. E lancia la bomba: “4 conduttori italiani come Weinstein”

Tv Talk, Michela Murgia risponde a Blogo. E lancia la bomba: “4 conduttori italiani come Weinstein”

La conduttrice di Rai3 ha difeso Asia Argento in quanto vittima: “La p0rnografia sta nella molestia, non nella denuncia”

pubblicato 21 Ottobre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 04:50

Michela Murgia ha letteralmente monopolizzato la seconda puntata di stagione di Tv Talk. La critica letteraria e conduttrice ha risposto alla domanda di TvBlog – è stata scelta quella di Federica – che recitava così:

“Un sacco di scrittori si stanno dando alla tv. Ma cosa cerca uno scrittore dalla tv… fama?”.

La sua risposta è stata all’insegna dell’autoironia:

“Baricco, grazie a Dio, ha fatto grandi momenti di televisione e alcuni li rimpiango con forza. Ho iniziato ad apprezzare la lirica grazie a un divulgatore di pensiero come lui. Ciascuno fa tv col suo profilo intellettuale, anche Saviano la fa da tempo. La domanda è… cosa cerca la tv dagli scrittori. Avete tanti conduttori, cosa volete da noi?”.

Decisamente più dura la posizione della Murgia rispetto al caso Asia Argento, che ha imperversato in tutta la settimana tv con la sua esclusiva a Cartabianca. La conduttrice si è scagliata contro i detrattori dell’attrice per la sua uscita mediatica:

“Legittimare anche solo l’idea che si possa discutere della verità di una confessione di stupro e di una violenza subita è un atto di schieramento a favore dello stupratore e del molestatore. Quando una vittima parla non va discussa la verità di quello che sta dicendo, specialmente in un caso come questo. Il problema è che in Italia siamo molto abituati a investigare sulle ragioni della molestata e mai su quelle del molestatore. Si dice a tutte ‘ti puoi sottrarre’, mentre si dovrebbe dire ‘lo fanno tutti, potrebbero smettere’.

Credo sia importante dare un nome alle cose che succedono nell’ambito delle molestie. Argento ha fatto benissimo a descrivere con quella precisione. La verità è che siamo circondati da uomini che le fanno queste cose e non sanno che è molestia. Sembra pornografico, invece è didascalico. Chiamare per nome la molestia è una forma di didattica e di pedagogia.

La pornografia è farlo, non è dirlo. Se rendiamo passibili di vergogna le verbalizzazioni delle molestie, consigliamo alle donne il silenzio. Non vogliamo sentire questi particolari, ma dire che si è state molestate non vuol dire niente. Tutte le donne devono saper dare il nome a questo disagio.

Infine la dichiarazione choc:

“Potrei fare il nome di quattro conduttori italiani che hanno addosso questo genere di colpe”.

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