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The Serpent, Che Fine Ha fatto Sara e quel fascino del thriller che conquista la Top Ten di Netflix

I thriller conquistano la Top Ten di Netflix, tra cui The Serpent la storia vera del serial killer degli hippie

10 Aprile 2021 16:55

Il pubblico italiano ama i killer. Il thriller è uno dei generi più seguiti e più ricercati soprattutto nel formato seriale. Netflix e le sue Top Ten non fanno che confermare questa tendenza visto che spesso tra i titoli più visualizzati spuntano film, serie e miniserie a sfondo “giallo”. Ad Aprile 2021 la tendenza è confermata visto che ormai da diversi giorni in testa alla Top Ten c’è stabilmente la serie messicana Che Fine ha Fatto Sara? seguita tra gli altri dalla miniserie inglese The Serpent. 

Che Fine Ha Fatto Sara? è stata caricata il 24 marzo e nelle ultime settimane ha scalato i vertici della Top Ten ma ha un rilascio molto particolare, infatti la seconda stagione della serie è già pronta e arriverà addirittura il 19 maggio, con il rischio così di stare per diversi mesi in Top Ten con il passaggio tra una stagione e l’altra. La serie racconta la storia di Alex, incastrato per un omicidio che non ha commesso, deciso a vendicarsi dopo 18 anni trascorsi in prigione. Finirà per frequentare la sorella minore dell’uomo che ritiene il colpevole ma più si avvicina all’uomo più inizia a dubitare che sia effettivamente il colpevole. Un mistero con venature romantiche e drammatiche ideali per conquistare il pubblico di tutto il mondo e non solo quello in lingua spagnola.

Non manca il fascino a The Serpent miniserie BBC andata in onda in patria a Capodanno e distribuita nel mondo attraverso Netflix, che racconta la storia del killer degli hippie Charles Sobrajh, attivo negli anni ’70 a Bangkok e dintorni. Grazie a uno sguardo magnetico da ragazzo solitario e tormentato, Charles, usando vari pseudonimi, riusciva a conquistare la fiducia di ignari turisti europei, per lo più ragazzi e ragazze partiti per un viaggio di ricerca spirituale o semplicemente di divertimento, carichi di soldi.

Charles prima ne conquistava la fiducia poi li faceva star male fino a renderli dipendenti da lui per poi alla fine derubarli di soldi e documenti, utili per viaggiare in giro per il mondo e coltivare il suo traffico di diamanti. Col tempo però iniziò a spingersi oltre, non c’è più la voglia di trovare soldi e documenti per mantenersi ma esplode una forma d’invidia sociale, verso una vita che lui, non bianco, sempre alla ricerca del proprio posto del mondo, non ha mai potuto avere. La complicità più o meno esplicita della polizia locale, l’indifferenza delle ambasciate verso questi capelloni dediti a droghe e vita dissoluta, hanno aiutato Charles ad agire in modo indisturbato. Peccato che Herman Knippenberg, funzionario dell’ambasciata olandese, finisce per appassionarsi al caso di una coppia di ragazzi suoi connazionali scomparsi e cercherà in tutti i modi di incastrarlo. In un continuo salto temporale, seguiremo l’avventura del “serpente”, il suo passato e il suo futuro quando per anni, tra incurie e corruzione, riuscì a sfuggire a ogni condanna continuando a vivere indisturbato.

Il protagonista è interpretato da Tahar Rahim, accanto a lui Jenna Coleman nei panni di Marie-Andrée Leclerc, una ragazza franco canadese che incontra Charles e finisce catturata dalla sua vita, dalla sua ricerca dell’avventura, del lusso, di un’ideale di bellezza e benessere ideale. Contrariamente ad altri titoli del genere, The Serpent si prende il suo tempo, usa tutti gli episodi a disposizione e come un’affascinante auto d’epoca, ingrana con il passare delle puntate. A far da contraltare alla calma spietata di Sobraj c’è la frenesia della passione di Herman Knippenberg, incapace di liberarsi dal fardello di tutte le verità che finisce per scoprire nelle sue complicate indagini indipendenti.

Il fascino del thriller

Finite queste due serie tv per chi ha voglia di continuare il viaggio nella mente dei serial killer, sicuramente non mancano i titoli su Netflix che ha anche una ricca collezione di docu-serie true crime che vanno oltre la fiction. Come Making a Murderer che racconta il caso di Steven Avery e dei suoi processi pensali, in carcere per 18 anni e poi scagionato, fino a essere nuovamente arrestato per un altro omicidio. Sulla scena del delitto: il caso del Cecil Hotel racconta un omicidio avvenuto all’interno di un hotel di Los Angeles diventato famoso per i tanti casi ambigui che sono avvenuti tra le sue stanze.

Gli amanti della serialità più tradizionale, affascinati dal mondo dei serial killer non devono lasciarsi sfuggire Mindhunter capolavoro di David Fincher che racconta la nascita dell’unità comportamentale dell’FBI negli anni ’70 quando ancora non si parlava di serial killer. Nella serie hanno ampio spazio le interviste condotte a famigerati assassini come Edmund Kemper, Dennis Rader e Charles Manson. Il fascino criminale ci porta anche nel passato con le due stagioni de L’Alienista tratte dal romanzo di Caleb Carr con al centro le indagini su alcuni brutali omicidi a fine ‘800 a New York.

Qual è l’aspetto che più ci conquista del mondo del thriller? saranno gli elementi violenti, la seduzione del rischio, il tormento di menti complesse spesso nascoste dentro uomini e donne carismatiche e dal fascino magnetico a catturarci? o più semplicemente la ricerca della verità tiene incollati allo schermo? Qualunque sia la motivazione che ci spinge a guardare un thriller, sicuramente il materiale con cui soddisfare questa passione non manca.

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