Home The Crown The Crown su Netflix la terza stagione in cui tutto cambia per restare identico

The Crown su Netflix la terza stagione in cui tutto cambia per restare identico

La prima puntata della terza stagione di The Crown disponibile gratuitamente per 28 giorni per avere un assaggio di qualità.

pubblicato 17 Novembre 2019 aggiornato 27 Novembre 2023 11:01

Domenica 17 novembre non prendete impegni, vi aspettano a Buckingam Palace. Non c’è bisogno di vestirsi eleganti, basta scegliere un luogo tranquillo dove munirsi del device giusto per godersi la terza stagione di The Crown, la miglior serie tv che potrete trovare all’interno del catalogo Netflix.

E non a caso la piattaforma ha deciso di mettere in mostra la propria gioielleria lasciando disponibile il primo episodio per 28 giorni, dal 18 novembre, in streaming gratuito visitando la pagina netflix.com/thecrown tramite il proprio browser web o dispositivo Android. Certo verrebbe da chiedersi perchè qualcuno dovrebbe vedere il primo episodio di una terza stagione senza aver visto i precedenti, ma a caval donato non si guarda in bocca e The Crown è sicuramente un’ottima ragione per attivare un abbonamento.

Tutto cambia per restare uguale

La terza stagione di The Crown è molto attesa da pubblico e critica in quanto vero e proprio banco di prova della tanto annunciata formula pensata da Peter Morgan per questa serie, con il cambio generale di attori previsto in modo naturale all’avanzare degli anni e dell’età dei personaggi. Possiamo dirvi serenamente e tranquillamente che la prova è ampiamente superata. Il passaggio è così naturale da non notare differenze. Imperdibile in questo senso la scena in cui vengono mostrati i nuovi francobolli della regina, immagini ufficiali in cui si passa dal volto di Claire Foy (Elisabetta nelle prime due stagioni) a quello di Oliva Colman come se fosse un normale invecchiamento di una persona.

E così per gli altri personaggi e attori. Il principe Filippo è interpretato dall’ottimo Tobias Menzies, Helena Bonahm Carter si cala nel complicato ruolo di Margaret la principessa dai sogni infranti, senza un compito, senza uno scopo nella vita, che racchiude nella sua essenza l’universo di tutti quelle persone tanto vicine alla corona eppure così lontane.

La storia oltre il gossip

The Crown è il racconto di un’istituzione che da sempre accompagna la storia del Regno Unito e che in un’epoca di così grandi trasformazioni, dalla fine della seconda guerra mondiale, al boom economico, alla rivoluzione culturale del ’68, all’avvento tecnologico, è stata rappresentata sempre dalla stessa donna. Una Regina Elisabetta punto fermo di un’epoca e di una nazione che sotto la sua guida è passata dall’ingresso in Europa a (forse) la Brexit, capace, nonostante tutto, di adattarsi ai cambiamenti del mondo e del suo ruolo. La Regina è sopra le parti, non ha preferenze, non ha simpatie, non ha emozioni. Almeno non in pubblico.

La terza stagione di The Crown è scandita dal governo dei laburisti di Wilson. Parte con l’avvio del suo quinquennio, copre le elezioni perse con il ritorno dei conservatori, la crisi dei minatori e si conclude con il ritorno di Wilson, che da estraneo “non Churchill“, dai preoccupanti viaggi in Russia con presunte amicizie filo-sovietiche, diventa amico e confidente, tendente al compromesso e per questo ben visto da Elisabetta. Gli incontri della Regina con il primo ministro sono il metronomo di The Crown, capaci di scandire il ritmo delle puntate e del passare del tempo, collegando così la serie con la storia. In questa terza stagione siamo tra la metà degli anni ’60 e la metà dei ’70, tra sbarco sulla Luna, rinnovamento musicale e culturale e la crisi dei minatori che porta alla decisione di un black-out controllato per mantenere le riserve.

Oltre l’opera audiovisiva c’è la realtà che incombe e prova a minarne le fondamenta. Come la polemica montata (e smontata rapidamente) dai giornali inglesi su una presunta irritazione per un velato accenno di tradimento della regina presente in una delle puntate. Una polemica forzata e che cozza con la struttura della serie che è pur sempre una finzione che non può far altro che inventare dialoghi di cui non è a conoscenza. E tremano già i polsi a pensare alle prossime stagioni in cui tutta la vicenda di Carlo, Diana e Camilla entrerà sempre più nella serie. La capacità di Peter Morgan e della sua squadra di autori sta proprio nell’essere riusciti a innestare la finzione sulla realtà, mostrando reazioni, dialoghi veri più che reali.

Carlo il ragazzo che non sarà mai Re?

Bisogna aspettare la sesta puntata per vedere l’arrivo del principe Carlo, interpretato in modo egregio da  Josh O’Connor destinato con il passare delle puntate e con la prossima quarta stagione a essere sempre più al centro della scena. Il ragazzo che non voleva fare il Re e che ha finito per non diventarlo mai, considerando la longevità della madre, lo incontriamo mentre deve prepararsi per diventare il nuovo Principe di Galles. Il periodo è complicato, venti anti-monarchici si alzano sempre più in Inghilterra e soprattutto in Galles e per questo il primo ministro Wilson invita la Regina a mandare Carlo nella regione per fargli imparare la lingua del posto.

La puntata ci regala un ritratto di un giovane Carlo amante del teatro e della musica contemporanea, costretto in un ruolo che non sente suo (una condanna per tutti gli eredi al trono), alla faticosa ricerca di una normalità che non potrà mai avere sia in famiglia che tra gli amici e soprattutto in amore, con il suo legame con Camilla così osteggiato da tutti.

La quarta stagione che vedrà l’arrivo di Gillian Anderson nei panni di Margaret Thatcher ed Emma Corrin in quelli di Diana è già in lavorazione e non vediamo già l’ora di vederla.

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