Home Tale e quale show Tale e quale show, Ghali attacca il programma di Carlo Conti per blackface: “Bastava l’autotune ed un bel look”

Tale e quale show, Ghali attacca il programma di Carlo Conti per blackface: “Bastava l’autotune ed un bel look”

Torna la polemica sul blackface. All’attacco Ghali: “Tale e quale show non facciamo una bella figura. Per offendere qualcuno basta essere ignoranti”

21 Novembre 2020 11:57

È di nuovo polemica sul blackface a Tale e quale show. Dopo che nella prima puntata di questa edizione si era sollevato un incredibile polverone mediatico in seguito all’imitazione di Francesco Paolantoni di James Brown – al quale Carlo Conti aveva risposto, senza entrare troppo nel merito e dilungarsi a lungo, nella puntata seguente – ora nel mirino entra l’imitazione di ieri sera di Sergio Muniz, nei panni di Ghali.

A lanciare l’accusa questa volta è lo stesso cantante, che tramite i suoi social attacca la produzione di Tale e quale show. Nella serata di ieri sera Ghali ha postato una serie di stories su Instagram, nelle quali prima mostra l’esibizione di Muniz e una parte del giudizio della giuria, con Loretta Goggi, che dice al concorrente della trasmissione di essere più “carino” del cantante. E già qui arriva una prima risposta di Ghali: “Ma senti questa…”.

Non finisce qui perché nei minuti seguenti partono una serie di stories: ecco il contenuto della prima.

Non c’è bisogno di fare il blackface per imitare me o altri artisti. Potrete dire che esagero, che mi devo fare una risata e che non si vuole offendere nessuno, lo capisco. Ma per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti, non bisogna per forza essere cattivi o guidati dall’odio. Si può essere delle brave persone e non sapere che la storia del BLACKFACE  va ben oltre un semplice make up, trucco o travestimento.

Segue poi lo screen di un’articolo in cui viene spiegato il blackface, fenomeno che nasce in America, in seguito alla guerra di secessione, con l’intento da parte di attori bianchi di demonizzare persone di colore. L’articolo, che riporta l’opinione di Abi Zar, sostiene che “la blackface non potrà mai assumere significati innocenti e innocui  perché fin dalle origini ha sempre e solo avuto uno scopo profondamente razzista e denigratoria”.

Ghali poi riprende:

Non facciamo una bella figura né con chi è meno superficiale in questo paese e nemmeno con chi ci guarda da fuori. Ci sono tante caratteristiche che si possono riprodurre e imitare di un personaggio. È la seconda volta che mi emulate in questo modo (la prima volta  è stata Vladimir Luxuria nel 2018, ndr), dipingendo la faccia oltre a fare commenti e usando luoghi comuni su aspetto fisico e bellezza (probabile riferimento oltre alle parole della Goggi al commento di Giorgio Panariello sul naso: “Forse avrei esagerato un po’ con il naso. Forse se prendevano il naso di Salemme per lo stampo veniva bene…”, ndr). Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso. Bastava l’autotune ed un bel look. Perché il BlackFace, è condannato ovunque specie in un anno come questo, in cui gli avvenimenti e le proteste sono stati alla portata di tutti.

Si risolverà una volta per tutta la discussione o si dovrà ancora applicare a lungo una marca del passato per giudicare un programma di imitazioni televisive, in cui indubbiamente ha il suo peso anche la somiglianza sul piano fisico?

Rai 1Tale e quale show