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Superbrain, la costruita ma riuscita operazione simpatia per rilanciare Paola Perego. Un solo neo: sfide prevedibili come in The winner is

La conduttrice funziona, la confezione del programma pure. Peccato solo la scarsa suspence per il vincitore.

pubblicato 29 Dicembre 2012 aggiornato 3 Settembre 2020 22:57

Paola Perego ci ha provato e non le è andata affatto male. Per ritrovare la sua identità televisiva, che era quella ritmata e tensiva della Talpa, è ripartita dalla sua lungimiranza di allora lanciando una doppia sfida: rilanciare se stessa (della serie, non possono lavorare tutti quelli di Presta tranne me) e il concetto di varietà Rai.

Così il sabato sera in mano a Superbrain, innanzitutto, dura poco più di due ore, come MasterChef, e dalla tv digital-satellitare impara la confezione e la comunicazione del brand, peraltro già valorizzato da un logo d’impatto.

Il tutto non farebbe presagire di trovarsi di fronte a un programma di RaiUno, per giunta testato come numero zero: ogni dettaglio della prima puntata è stato curato nei minimi particolari, dall’infografica agli rvm passando per gli effetti sonori.

Peccato solo che ai pregi di varietà e qualità delle performance si contrapponga un neo, che poi è stato lo stesso di The Winner Is: la prevedibilità delle sfide. Se sin da quando si esibisce il bambino (per primo) si capisce che sarà lui a vincere e tutte le prove vanno, peraltro, a buon fine, un dubbio sul fatto che la gara sia pilotata ti sfiora.

Ciò nonostante a essere impeccabile è proprio il ruolo della conduttrice, che domina il programma con uno stile essenziale ma efficace.


Finalmente Paola Perego ha capito che il salotto del pomeriggio non fa per lei e che show come Attenti a quei due, in cui spiccano le vere celebrities, la oscurano e basta. Alla fine la signora Presta funziona se le offri i pasticcini e ti dice “no grazie, sono a dieta e devo scappare”.

Così è tornata alla real tv con il suo fare algido, ma al contempo approfitta di un format d’importazione autorevole per giocare a sua volta d’astuzia.

Se la formula di Supermenti è calligraficamente perfetta e talmente costruita da risultare riuscita, la conduttrice vi attinge per un’operazione simpatia sul suo personaggio, mostrandosi ad esempio pazza dei cani e invocando i bambini a casa.

Per la tv di stato ripartire dalla mente, dopo gli infelici precedenti di Colpo di genio e Archimede e gli archiviati numeri zero Incredibile e Usa la testa, significava sicuramente rischiare grosso. Ma è nel far incontrare Scommettiamo che e Lo show dei record il segreto delle Supermenti.

Insomma, va dato atto a Rai Intrattenimento e alla Endemol di aver realizzato un buon prodotto sperimentale. Se domani gli ascolti dovessero premiarlo, lo stesso Lucio Presta reduce dall’evento Benigni potrà rinfacciare alla Rai la scarsa fiducia per il suo Sanremo.

Insomma, l’eventuale successo di questo format sarebbe uno dei più ruffiani e funzionali degli ultimi 150 anni.