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SEAT Music Awards: i “non Awards” che ambiscono a diventare i nuovi Telegatti. Ma la strada è ancora lunga…

I SEAT Music Awards, con l’edizione 2021, hanno tentato di andare oltre la musica e di ampliare i propri orizzonti, premiando anche la tv.

pubblicato 12 Settembre 2021 aggiornato 12 Settembre 2021 14:56

La musica e la televisione, in Italia, non hanno un premio a loro dedicato. Il paradosso viene accentuato dal fatto che, al contrario, per quanto concerne il cinema, ad esempio, i riconoscimenti abbondano, dal David di Donatello ai Nastri d’Argento.

Per quanto riguarda la musica, i SEAT Music Awards raccolsero, non pochi anni fa, il testimone degli Italian Music Awards, manifestazione organizzata dalla FIMI durata solo quattro edizioni, dal 2001 al 2003, che non attecchì minimamente presso il grande pubblico. Da ricordare, anche il PIM – Premio Italiano della Musica, organizzato da La Repubblica e Radio Deejay, andato in onda su Italia 1 dal 1996 al 2002, che ebbe una sorte, in tal senso, leggermente migliore.

Per quanto riguarda la tv, il lavoro mnemonico è ancora più semplice, è sufficiente citare, infatti, i Telegatti e gli Oscar Tv – Premio Regia Televisiva, ufficialmente soppressi, rispettivamente, nel 2008 e nel 2016.

Tornando alla musica, sì, effettivamente, i SEAT Music Awards sono un premio musicale ma, sostanzialmente, sono dei “non Awards”. Non ci sono categorie, candidati e vincitori ma solamente una lunga lista di ospiti ai quali viene consegnato un premio per aver ottenuto una certificazione FIMI, in pratica, un riconoscimento aggiunto ad un altro riconoscimento ottenuto in precedenza. Premiare tutti per non scontentare nessuno.

Questa scelta, che va avanti da ben 15 edizioni, rende, però, i SEAT Music Awards alla stregua di qualsiasi altra manifestazione musicale, come il Battiti Live o il fugace Summer Festival della Fascino. Ai Music Awards, non si respira un’atmosfera da Awards, come agli MTV Europe Music Awards, per fare un esempio, o ai Grammy o ai Brit Awards, per farne velocemente altri due.

Durante le due serate andate in onda su Rai 1 il 9 e il 10 settembre, si è tentato, poi, di andare anche oltre la musica. Claudio Fasulo, vice-direttore di Rai 1, durante la conferenza stampa di presentazione dei SEAT Music Awards, non ha nascosto l’ambizione di trovare un nuovo premio riguardante la televisione:

I SEAT Music Awards stanno diventando anche un punto di osservazione per la stagione televisiva che verrà. Non esistono più i Telegatti o altri premi televisivi… Sarebbe bello se questi Awards diventassero altro, con un’apertura oltre la musica.

SEAT Music Awards, nuovi Telegatti? La strada è ancora lunga

Fermo restando che l’idea di un nuovo riconoscimento dedicato alla tv ci aggrada o addirittura ci entusiasma, ci entusiasma un po’ meno, invece, l’idea di un premio genericamente dedicato allo spettacolo, con riferimento alle ultime, dimenticabilissime, edizioni del Telegatto.

La musica e la tv, in breve, meritano due serate distinte, con una cerimonia vera, fatta di nomination, vincitori e premi consegnati in grande stile.

Invitare 30 artisti e premiarli tutti e 30, semplicemente, non ha senso. Se una cosa del genere avvenisse agli Oscar, quali sarebbero i commenti?

Se l’idea, nonostante ciò, continuasse ad essere quella di premiare tv e musica in un grande show unitivo (meglio di niente…), sarebbe perlomeno opportuno modificare il nome della manifestazione.

Se i premi consegnati a Maria De Filippi e Amadeus, infatti, possono essere definiti musicali, visti i loro importanti contributi alla discografia, difficilmente si può asserire lo stesso per Pio e Amedeo e Jerry Calà che veder premiati ad una serata chiamata Music Awards è stato un po’ straniante. Sì, Jerry Calà è anche un cantante, però… (nell’ultima edizione, tra l’altro, sono stati premiati anche il cinema e la danza).

Il premio a Pio e Amedeo, poi, ai quali è stata riconosciuta una fantomatica innovazione al linguaggio televisivo, ha avuto proprio l’aria di un riconoscimento deciso in 30 secondi.

Qualunque sia la strada che si intenda percorrere per il futuro, quindi, si avverte la sensazione che il percorso sarà decisamente lungo e tortuoso e che lo sarà per un bel po’.

Le manifestazioni esistenti e passate, dalle quali attingere, però, non mancano di certo.